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Premessa
a La strada del ritorno
Vincenzo Bendinelli
A distanza di due anni, ho la gioia di tornare a scrivere sulla poesia di
Wilma Minotti Cerini, e avverto il brivido profondo della
responsabilità: l'impegno è certo
notevole nell'analizzare una personalità poetica così
affascinante e carica di trascendenza. Tuttavia lo faccio con grande senso di
umiltà. Non dico questo a caso: la poesia di Wilma
Minotti Cerini ha bisogno di alta considerazione e di rispetto per i valori
spirituali che la permeano e che la pongono in una dimensione che
è sicuramente al di sopra della norma. Una intensa
commozione è scaturita in me dalla lettura di queste
liriche così cariche di contenuti spirituali ma anche di
pensiero. Quando avviene un intimo travaso di certi valori che vanno a colpire
l'ignaro lettore, i valori intrinsechi esistono, eccome! Affascinato dalla
intensità del pensiero e dalla linearità
del linguaggio adottato dalla poetessa nella realizzazione di questa consistente
raccolta di liriche, nonché dagli alti contenuti che la
fanno vivere, per me poter riuscire a scrivere almeno qualcosa, diventa un
segreto tormento che mi porta a vivere armoniosamente con l'autrice. Quanta
spiritualità in un momento così
critico della storia dell'umanità, dove il
materialismo impera e dove i valori dello spirito sono discesi, si direbbe, nel
regno dell'oblio.
Ciò che colpisce è soprattutto
dato dalla purezza del linguaggio, specchio di una personalità
sensibile alla ricerca interiore più impegnata ma anche
capace di esprimere la pietà, che è
il gradino più elevato
dell'anima e dello spirito. E questo non mi sorprende, poiché
già tempo addietro avevo avvertito in lei questa apertura
al divino. Nella Minotti Cerini si assommano valori quasi
impensabili. Attenta alle problematiche dell'esistenza, ogni verso lega terra e
cielo in una simbiosi ineffabile, profondissima nella sostanza e che induce alla
meditazione e alla spiritualità. Chi legge quest'opera
sente aprirsi la porta del cuore e della mente, si sente
avvolgere da un carisma che emerge dall'inconscio ma anche dalla coscienza,
poiché la coscienza si espande verso nuovi orizzonti e
aperture. Ecco che l'intimo messaggio spirituale della poetessa viene recepito,
sentito, valutato, preso dentro per non lasciarlo più.
La nobiltà dei concetti, l'intensità
del sentimento, la forza della parola, dovuta proprio alla chiarezza del
dettato, non possono sfuggire alla catarsi interiore che si apre nell'animo
perché sentita. la sua poesia penetra dilatando lo
spirito tanto che il corpo quasi diventa impalpabile
scomparendo dal percepirlo. Forse qualcuno dirà che la
mia interpretazione è utopica, oppure peneerà
che le mie parole siano dettate da convenienza o per far piacere all'autrice, ma
poi la lettura, sono certo, dissiperà ogni dubbio.
Nell'odierno caos è veramente difficile scoprire un'anima
così diversa. E credo che tutta la spinta interiore
dell'autrice provenga esclusivamente da una sofferenza intima, forse non vissuta
fisicamente a causa degli eventi delta vita, ma certamente data da un diverso
modo di guardare al dolore dell'esistenza, al dolore degli altri. Wilma Minotti
Cerini non vuole la guerra, non vuole il dolore, gli
eventi si sono rispecchiati nel suo animo e l'hanno
torturata, fatta gemere. Ecco il suo rapporto cosmico col
divino, poiché cio che è in terra
è anche in cielo, e la vibrazione
cosmica penetra l'uomo come una luce folgorante, ma anche
come riflesso di quanto egli ha compiuto per millenni.
Tutto questo va oltre il valore tecnico della
stesura dei versi, inteso come canone classico nella costruzione architettonica
dell'opera. Tuttavia la sua poesia (e questo va detto per merito di chiarezza,
capacità ed intelligenza), è
perfettamente allineata al ritmo, alla musicalità, alla
metafora delle immagini, quando ce n'è stato bisogno.
Lascio al lettore l'impegno di scoprire i valori di quest'opera poetica, e
non cito alcun verso: la personalità poetica di Wilma
Minotti Cerini deve essere anche cercata per riconoscerla diversa e forse unica.
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