Presentazione del racconto indiano
Rajana
16 marzo 2000
Milano, Libreria Claudiana
Mi sono spesso chiesta: è possibile scrivere un racconto
indiano senza mai essere stata in India? E se pure fosse possibile, non potrebbe sembrare velleitario
immaginare situazioni che forse non potrebbero esistere in un'India moderna?
Personalmente credo sia possibile viaggiare sulle orme di
grandi scrittori; ma quali imprimono nella tua anima l'impronta?
Prima di soffermarmi sulle ragioni della nascita di un
racconto come Rajana“e chi furono gli ispiratori, dovrò necessariamente
fare una lunga premessa per cercare di capire un Paese così complesso e
contraddittorio qual è l’India, soprattutto esaminandola alla luce della nostra
cosiddetta civiltà occidentale che tende a dissolvere le differenze culturali, mantenendo invece quelle dello sfruttamento economico.
Tra tanti scrittori che parlano dell’India ne ho scelti due:
il nostro Giorgio Manganelli e V.S.Naipul.
Giorgio Manganelli descrive nel suo libro Esperimento con
l'India il suo grande sgomento di occidentale che prende inizio da Bombay e lo
porterà gradualmente ad esaminarsi a fondo.
…L’occidente non è abituato a morire, e goffamente cerca di
propiziarsi i suoi dèi. Aspira ad essere “Buono”, che dimostra una idea
frammentaria dell’itinerario delle anime. L’Occidente ha soldi, è lascivo e
languido: è materia da ruffiani e da mendicanti.
Infatti i primi ad accostarglisi sono ruffiani e mendicanti.
Nei suoi viaggi attraverso l'immensa Madre India, accanto ai
dipinti rupestri di Buddha di Ajanta o quelli più induisti di Ellora, nella
portoghese Goa trova la Roma dell'Oriente dove vive il grandioso fantasma di un
santo: San Francesco Saverio.
Nel Kerala vishnuita, trova una coerenza indiana che altrove
non ha l'eguale: qui in un'isolotto visse e meditò Vivekananda allievo di
Ramakrishna e fondatore della Vedanta Society che ancora prospera in California. Vivekananda (morto nel 1902) gode di un grande prestigio in
India, su di lui si intravedono i segni di quello "spirito" che va dalla
Teosofia ai Veda, da Madame Blavatsky a Gandhi e che ad un certo momento finirà
nell'ultimo dei profeti: Krishnamurti. a Madras è sepolto un apostolo di Cristo: San Tommaso, colui
che fece cristiana l'India del Sud e dove pure vi è la sede della Società
Teosofica che unisce Oriente ad Occidente, dove visse Annie Besant, allieva di
Madame Blavatsky grande madre dell'esoterismo europeo, che si fece indiana ed
ebbe cosl tanto prestigio da divenire suprema esponente dell'allora acerbo
Congresso dell'India.
Qui Manganelli sta male "l'anima, il dentro, la fodera è quel
che soffre".
L'Oriente non si oppone, non affronta, non sfida: esiste ed è intollerabile.
Ma che cosa è questo terribile e misticissimo esistere, questa porta spalancata
di una cosa in cui non puoi né entrare, né dimorare? Questo benvenuto nel
nulla,... Se è un "altrove" mi sfinisce, ma non la temo; quel che temo
è questa capacità illusionistica e metafisica di illudermi che l'altrove sia non
solo a portata di mano, ma dentro di me.
Calcutta
…mi sento un allievo monatto…
…se non avete visto Calcutta voi non avete visto, non già
l’India, ma il mondo.
…Questa città, e forse essa sola, è già pronta per un
giudizio universale…
… e tuttavia Calcutta è tutto fuorché una città mortuaria. La
anima una vitalità ambigua, che accoglie in sé decadenza e nascita.
…Questa città di edifici fatiscenti, di miseri, di morti, di
mostri è bizzarramente allegra: non direi in modo sinistro, ma in modo
infantile.
…In India il mostro è “ a casa”. In questo paese che non
conosce l’orrore, l’uomo dell’orrore può uscire dai nostri ghetti mentali, dai
nostri incubi, e trascinarsi ai nostri piedi…
… e qui iniziò a raccogliere i morenti abbandonati dalle
strade Sr.Teresa di Calcutta, alla quale tutte le confessioni religiose rendono
onore.
…Questo labirinto di devozione attorno alla minuscola suora
sacramente poderosa è un’esperienza indimenticabile, uno dei tanti impossibili
di questa terra impossibile.
Delhi
“Ami l’India?” mi dice un italiano, un uomo nato per essere
amico, dolce di dolcezza asiatica. Ma io non so rispondere. In India ho conosciuto una paura
prossima alla morte. Dice una poesia antica per Siva
“Io sono povero
le mie gambe sono le sue
colonne,
Le cose salde ed immobili
crollano
Ciò che ha requie permane
intatto”
V.S.Naipul. Un indiano nato a cresciuto a Trinidad. Nel suo viaggio nella
terra dei suoi avi “L’India” descrive con sofferta crudezza la vita di ogni
giorno di una massa che si muove entro precise regole delle caste. Nel suo intensissimo libro
Una civiltà ferita: L’India egli
dice tra l’altro:
…” Per me l’India è un paese difficile. Le sono al tempo
stesso troppo vicino e troppo lontano.
A pag. 169 dice:
…In India dove i problemi superano la capacità di
comprensione, gli obiettivi devono necessariamente essere vaghi…
Tra l’altro parla di un opuscolo propagandistico
dell’opposizione in circolazione, che descrive le torture, da parte di una
polizia dal potere illimitato, sui prigionieri politici nelle carceri indiane
…”In questo opuscolo sono elencate come torture un certo
numero di cose strane:
- a qualcuno sono stati
tagliati i baffi
- molta gente è stata percossa
con le scarpe e costretta a camminare sulle pubbliche strade
- con le scarpe in testa
- Ad alcuni è stata annerita
la faccia e imposto di sfilare nel bazar su risciò a pedali.
- Un docente universitario «è stato spintonato tra gli insulti»
Non si tratta di vere e proprie torture ma di contaminazioni
di casta che producono ferite più permanenti e traumi più sconvolgenti di
qualsiasi violenza fisica
Perché: il nero è un colore orribile per gli indoarii
I baffi sono importante simbolo di casta e gli
intoccabili possono venire uccisi seportano i baffi con le punte rivolte all’insù
anziché all’ingiù.
Le scarpe sono di cuoio e calpestano la terra
impura.
Rajana non nasce da questa letture poiché si avvale di altri
occhi, non perché non ne voglia tener conto, ma perché le comprende e le
trascende. Rajana vuol essere una sintesi di amore ricevuto, come
rivoli conducono a torrenti, come questi conducono a fiumi e questi conducono a
quel mare che per il sentimento indiano è il Nirvana.
In qualche modo Rajana è un dono anche per la mano che lo
scrisse, che sia stata io o un’altra persona non ha alcuna importanza, quel che
è buono è che sia stato scritto con sentimento puro, intingendo le penna là dove
tutte le cose sono possibili, grazie al “Creatore”
Il prof: Enzo Jaja ha spiegato attraverso la critica di
alcuni passi del racconto il significato intrinseco rapportato all’insegnamento Vedico, ed anch’io
nella mia ignoranza ne sono stata illuminata.
Ciò che ho voluto raccontare è il cammino di santità che
ognuno di noi ha la possibilità di sperimentare, in qualsiasi momento, anche
ora, anche in un mondo malato come il nostro dove le sopraffazioni sono divenute
la normalità. Ma per dare inizio ad una trasformazione occorre la
percezione della colpa, e questa percezione è segno di sensibilità anche se si
manifesta dopo irrimediabili errori. Nel mio racconto parlo necessariamente di reincarnazione,
verso la quale la mia anima è molto sensibile.
Pur avendo dato al racconto il titolo Rajana, è il Sadhu il
centro del racconto, ma il suo cammino di redenzione e santità non avrebbe
potuto avere luogo senza Rajana e la sua trasgressione o ribellione nel portare
fino alle estreme conseguenze il sentimento che le è impedito in tutti i modi;
lei vìola ogni convenzione.
Il principe indiano raggiunge la liberazione attraverso la
consapevolezza e lo fa sapendo che anche Rajana deve reincarnarsi proprio per
espiare il carico di colpa che la sua ribellione ha scatenato. Insieme
raggiungeranno l’elevazione dell’anima e quella “Shanti” che Rajana saprà
riconoscere e donare.
Pur avendo scritto un piccolo racconto ed un episodio di
vita, sono del parere che potrebbe essere accolto e compreso anche nel nostro
modello occidentale dove, malgrado i valori inalienabili del nostro
cristianesimo, ci ritroviamo sovente naufraghi di detti valori. Sono inoltre convinta che l’uomo con la sua modernità non
possa vivere senza regole morali, intendendo con ciò quella voce dentro di noi
che ci guida e ci ammonisce se solo facciamo un poco di silenzio. Ed ora come avevo promesso all’inizio parlerò di coloro ai
quali sono debitrice: queste sono le menti elette che voglio ricordare: Buddha, Hermann Hesse, Rabindrânâth Tagore, Krishnamurti, Paramahansa Yogananda, Srî Satya Sai Baba, T.Lobsang Rampa, E la Bhagavadgita.
Vedi Govinda, questo è uno dei miei pensieri, di quelli che ho trovato io: la
saggezza non è comunicabile: La saggezza che un dotto tenta di comunicare ad
altri, ha sempre un suono di pazzia
…Mai un uomo, o un atto, è tutto samsara o tutto nirvana,
mai un uomo è interamente santo o interamente peccatore… ….nel peccatore è, già
ora, oggi stesso, il futuro Buddha, il suo avvenire è già tutto presente, tu
devi venerare in lui, in te, in ognuno il Buddha potenziale, il Buddha in
divenire, il Buddha nascosto…
da: Siddharta di
Hermann Hesse
Lo stolto dice: questi figli sono miei, questa ricchezza è mia”. Ma come può
pensare che siano suoi la ricchezza e i figli, quando nemmeno lui appartiene a
se stesso
da: Buddha, Breviario
E’ semplice le tua parola, Maestro, non quella di chi parla di te
“Non ero ancora così istruito
Da temerti, nel buio,
per questo senza saperlo
giunsi alla tua porta”
Questa è la mia preghiera: sapere prima di partire | perché
la terra m’ha chiamato tra le sue braccia | Perché il silenzio delle sue notti |
mi ha parlato delle stelle, e la luce del giorno | ha baciato il fiorire dei
miei pensieri.
da: Rabindranath Tagore, Paniere di Frutta
Io credo in un mondo spirituale, non come qualcosa di
separato da questo mondo, ma come la sua più profonda verità. Dobbiamo sempre
percepire questa verità: che viviamo in Dio”
Dobbiamo fare di questa vita il nostro poema in tutte le
sue espressioni: essa deve rivelare la nostra anima che è infinita”
da: Rabindranath Tagore, Il Mondo della personalità
La cura migliore è la calma. La cura migliore del nervosismo è coltivare la
calma. Chi è naturalmente calmo non perde il proprio senso della razionalità,
della giustizia o dell’umorismo in nessuna circostanza. Saprà sempre separare il
sentimento o il proprio desiderio dai fatti. Non si lascerà fuorviare dalle
parole mielate delle persone disoneste che gli proporranno schemi improbabili
per acquisire ricchezze non guadagnate. Non avvelenerà i tessuti del proprio
corpo con la rabbia o con la paura che agiscono in modo dannoso sulla
circolazione
- Siamo discesi dell’infinito
nella finitezza.
- La vera natura di Dio può essere conosciuta solo con
l’intuizione
- Satana creò l’ignoranza,
causa di ogni sofferenza
- La meditazione solleva la
nebbia dell’ignoranza
- Date a Dio il primo posto
nel vostro cuore
- Ridestatevi dall’incubo
della sofferenza
- La preghiera è una richiesta
dell’anima
- Nella volontà giace il germe
del successo
- Cauterizzate i “non posso”
nel vostro cervello
- Cercate la compagnia di
coloro che rafforzano la vostra fede
- Assicuratevi di arrivare in
cielo alla fine
- Potenziate la vostra forza
di volontà con la concentrazione
- Chi persisterà fino a che
Dio risponde?
- La vostra massima necessità
è Dio
alcuni titoli di capitoli da: Paramahansa Yogananda, L’eterna ricerca
dell'uomo
Aperto a caso sulla Bhagavdgita
Il Beato Signore disse ad Arjuna
13-14 Non portando odio a essere alcuno, amichevole e
compassionevole, distaccato del mio e dall’io, uguale nel dolore e nel piacere,
paziente, sempre soddisfatto, lo yogin padrone di sé la cui risoluzione è salda,
la mente e il giudizio fissati su di me, quegli, mio devoto adoratore, mi è
caro.
14 Colui davanti al quale il mondo non trema di
paura e che non ha paura del mondo,
che
15 è libero dalla gioia, dalla collera e del
timore, quegli mi è caro
16 Colui che è indifferente, puro, capace, non
impegnato, che abbandona ogni impresa, quegli, mio devoto adoratore, mi è caro.
17 Colui che non esulta, che non odia, non si
affligge, non aspira a nulla, si disinteressa della prosperità come delle
sfortuna, quegli mio devoto adoratore, mi è caro.
Krishnamurti, dice:
Se tutte le religioni pretendono di essere le sole a
dire il vero, probabilmente non sono completamente nella verità
Religioni
…Vi è poi chi è religioso a fine settimana; quelli che si
vestono bene il mattino della domenica e durante la settimana fanno tutto il
male possibile…
…Per riuscire a vedere l’innocenza della mente, che sia la
vostra o la mia, dovete prima essere innocenti.
…non datevi un gran da fare per l’uccisione di una mosca
mentre poi andata a “uccidere” il vostro prossimo con una parola. Chi vi parla
non ha mai mangiato carne in vita sua, non sa nemmeno che sapore abbia, eppure
calza scarpe di cuoio.
…scoprite se siete in grado di vivere senza fare paragoni,
cioè senza conformarvi. Sin dall’infanzia siamo condizionati a far paragoni.
…anche voi capite che quando sorge un conflitto tra la mente
e il corpo esso si trasforma in un vero e proprio problema.
da: La domanda impossibile
A quelli che bussano
“ Dall’irreale conducimi al Reale
Dalla tenebra conducimi alla Luce
Dalla morte conducimi all’immortalità” (Ai
piedi del Maestro)
da: Lobsang Rampa, I segreti dell’Aura
Questo libro illuminato, saggio e consolatorio è stato molto
utile alla mia quiete spirituale. Insieme a quelli di Krishamurti sono alla
base della fonte ispiratoria de “ I Figli dell’Illusione”.
…Ma per ricevere occorre saper donare. Non si può ricevere se
non si dona, perché il dono permette di essere ricettivi a coloro che vogliono
darvi ciò che desiderate.
…il denaro può essere dato, e in certi casi deve essere dato,
ma “donare” significa anche dono di sé, servire gli altri. Possiamo e dobbiamo
dare denaro o viveri o consolazione spirituale a quanti ne hanno bisogno.
…Non sottomettetevi con troppa docilità a ciò che vi si
insegna. Fate appello al vostro buon senso, seguite la via di mezzo, il giusto
mezzo è estremamente utile. Tentate di seguire questa strada, che è quella della
tolleranza del rispetto dei diritti degli altri, il miglior metodo di far
rispettare i vostri diritti.
…Troppe persone, ai nostri giorni, immaginano che, per essere
veramente puro, bisogna essere povero e infelice. Credono che si debba avere la
faccia tetra e severa se si è religiosi.
…Abbiamo conosciuto dei tetri vecchi che hanno paura di
approfittare del minimo piacere che offre la vita per timore di passare, per
quell’istante di abbandono, il resto della vita all’inferno.
La vera religione è gioiosa.
Il documento di Akasha ci insegna che, se una persona è stata
veramente cattiva e non si può fare niente per lei, la sua evoluzione è solo
ritardata ed essa si vedrà concedere nuove possibilità, una “nuova vita”, come
un ragazzo che non è riuscito a superare un esame ripete la classe. ( il
documento di Akasha è una forma di vibrazione che nessun termine terrestre può
descrivere. Tutt’al più potremmo paragonarlo a un’onda radio. Il documento di
Akasha è costituito da vibrazioni indistruttibili che compongono la somma totale
delle conoscenze umane emananti dal mondo. Il documento di Akasha contiene tutto
ciò che è accaduto nel mondo. Altri mondi hanno ognuno il loro).
…Nella gioia si impara ciò che non si può imparare nel
terrore.
…Amate con calore il vostro Dio qualunque sia il nome che gli
date.
…Gli esseri umani della terra, per esempio, sono abbastanza
sordidi, sadici, egoisti, cupidi. Se non lo fossero non si troverebbero su
questa terra, perché qui si viene unicamente per migliorare, per imparare
appunto a superare i propri difetti. Gli esseri umani sono di statura assai
migliore quando giungono nell’aldilà.
…Se pensate alla pace, l’avrete
…se pensate alla tranquillità, l’avrete
…se le persone dedicassero ogni giorno 10 minuti del loro
tempo a questo esercizio, i medici chiuderebbero perché non avrebbero quasi più
nessun ammalato.
Lez. XIX - Telepatia
Non è possibile usare la telepatia per far del male, questa è
una legge inesorabile della metafisica.
Lez. XX
Se vogliamo progredire, dobbiamo coltivare la regolarità di
umore, equilibrare le nostre emozioni in modo tale da non essere mai troppo
entusiasti né troppo depressi.
Lez. XXII
Il Sanscrito è un linguaggio conosciuto dagli occultisti del
mondo intero e infatti se uno si serve della parola “Karma” l’altro pensa
immediatamente alla legge di sottomissione alla concatenazione delle “cause”. Il
Karma è il processo attraverso il quale contraiamo debiti e li rimborsiamo.
Sri Satya Sai Baba
…Non c’è alcun bisogno che vi ritiriate nella foresta o in
una grotta per conoscere la vostra verità interiore e conquistare la parte
inferiore della vostra natura. Anzi, poiché in quei luoghi non avreste
l’opportunità di mostrare la vostra collera, la vittoria ottenuta potrebbe non
essere durevole o genuina.
Vincete la battaglia della vita, siate nel mondo, ma lontani
dai suoi tentacoli. Sarà questa la vittoria per la quale meritate di essere
congratulati.
…La responsabilità di un indiano è grande, perché su questa
terra sono nati santi e saggi che hanno insegnato al mondo le più alte verità di
elevazione spirituale.
…praticate un Karma energico, esaurite gli effetti del
passato, e liberatevi dal fardello che portate appeso al collo.
…Vi dirò ancora una cosa. Uso parole dure e punisco alcune
persone, perché ho PREMA verso di loro, e sono ansioso di correggerle e farne
degli strumenti migliori.
…Io non ho alcun desiderio, e quindi nessun Karma.
…Non bisogna far piangere le donne, per nessun motivo. Ogni
donna merita rispetto, perché ognuna di esse è simbolo di maternità. E’
biasimevole trattarle come giocattoli o come creature inferiori, oppure farsi
gioco dei loro sentimenti e ferire la loro sensibilità. I rapporti con loro
devono sempre essere gentili, corretti, rispettosi.
…I nomi attribuiti a Dio sono molti e diversi l’uno
dall’altro, ma Dio è unico.
…ogni essere umano è un’incarnazione divina.
…purtroppo l’uomo non sa liberarsi dei propri difetti ma va a
cercarli negli altri.
C'è un solo Dio, che è onnipotente
C'è una sola casta, la casta dell'umanità
C'è un solo linguaggio, il linguaggio del cuore
C'è una sola religione: la religione dell'amore
Tutto ciò significa che religione e umanità si equivalgono,
anche se Dio è incomparabile e indescrivibile.
Qualcuno potrà dire che queste magnifiche parole si ritrovano
negli Evangeli, ed io pur non avendone parlato appositamente, non potrei che
dire: “si”
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