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Pietro Nigro
da: Astronavi dell'anima, 2002
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Vi vedo indifferenti, ingordi di
successo,
che
si offriva nel buio avvolgente la nascita e la morte.
Il
conduttore butta domande come ordini urlati di domatori
su
bestie ubbidienti per il compenso agognato
frasi
che di primo acchito sembrano normali disavventure
che
più da vicino mostrano gli strappi sanguinolenti
di
carni lacerate di una scatola cranica
una
volta mente, pensiero che costruiva la sua casa con muri d’allegrezza.
E
fluiscono rotolando come macigni,
vi
vengono addosso incandescenti battute rapaci
che
sanno far ridere della sofferenza che non vi amareggia;
indifferenti
anche voi sorridete, inebetiti dalla vostra sottomissione,
mentre
il teologo, il politico, il giudice, il competente,
fors’anche
l’ignorante elargiscono i loro minuti ombrelli
sforacchiati
sotto una pioggia battente che brucia in quella strada
dove
suoni escono indifferenti dal bar ubriaco e schiamazzante,
un’auto
si ferma all’angolo in attesa,
maschere
impassibili si passano la bustina,
occhi
bui nella notte rischiarata da accendini goderecci.
Ma
a te emarginato oggetto di facondia
s'addicono
i lamentosi guaìti,
i
calci che non sai evitare
nella
corsa disperata tra gli angusti muri
di
una strettoia lunga quanto una vita.
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