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Nota introduttiva a
Alleluia in sala d'armi. Parata e risposta
del co-autore Rossano Onano

A Domenico:
Dite quello che
volete, ma la foto del Papa che abbraccia un bambino vestito da Papa mi ha fatto
malinconia. A questo punto ho deciso di fermarmi. Mi ero proposto di inviare
a te per la rubrica che conduciamo sulla Rivista, quando mi sono accorto di
essere preso da due sentimenti contrastanti: da un lato la sincera ammirazione
per Papa Francesco; dall'altra una specie di fastidio per il bambino offerto dal
padre, e conciato a quel modo. Mi era già capitato con Papa Wojtiya: le adunanze
di Papa Boys, in Piazza San Pietro con striscioni da tifo calcistico, sono cosa
che mi sembra lontana dall'esercizio della fede. Le mie preferenze vanno a Papa
Benedetto. Il quale ha iniziato il suo pontificato con la scriteriata citazione
di un Imperatore Paleologo avverso a Maometto, per poi ripiegare verso
l'interiorità di una religione sofferta, tanto poco esaltante quanto a mio
parere commovente.
Sulla strada di Damasco
ciascuno procede con il mezzo che ha, e infatti non è questo il punto. Il punto
è la coesistenza di due sentimenti opposti. In questo caso la psichiatria parla
di conflitto, probabilmente esagerando. Ci mancherebbe altro non fosse lecito,
di fronte a un singolo avvenimento, considerare le due facce della stessa
medaglia.
Ripercorro la storia degli
Alleluia che abbiamo condotto insieme. Il mio primo intervento risale al n.
4, aprile 2012, di Pomezia-Notizie. Mi facevo critico di una frase
pronunciata da Don Mario nel salotto di Mara Venier. Tu rispondevi trovando la
mia nota alquanto insipida. Al secondo intervento, addirittura mi bacchettavi.
Devi ammettere che occorreva un certo coraggio, da parte mia, per continuare. Da
parte mia, ammetto che il tuo controcanto, a volte consenziente a volte avverso,
abbia rappresentato il sale preciso della rubrica.
Come poi tu riuscissi a
rispondere a braccio, per giunta poetando, sugli input mensili che ti proponevo,
rappresentava per me un mistero gaudioso. Tale mi sembra tuttora.
Tutte le cose finiscono,
quelle belle specialmente. E questa sarebbe giustificazione sufficiente al mio
proposito di sospendere la rubrica comune. Di fronte alla malinconia del bambino
vestito da Papa, ho scelto le braccia spalancate di Francesco. Mi sono accorto,
nel tempo, che non ero io a leggere gli aspetti critici della realtà; erano gli
aspetti critici della realtà che si imponevano a me, onde li annotassi con
qualche voluttà, per scrivere alla rubrica. Narcisismo.
Mi congedo dalla rubrica. Non
certo dalla Rivista. Aspetto la tua risposta, non so se di assenso, o di
rimprovero. Le tue risposte, infatti, talora mi sembrano bizzarre. Oneste,
sempre.
Con affetto
Rossano Onano
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autore |
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