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Note critiche brevi a
A specchio del mare
Elisabetta Di Iaconi
“Silarus” Nov. Dic. 2002
I titoli, a cominciare da “Levità”, sono molto indicativi e mettono il
lettore sulla giusta via di interpretazione: amore per la natura, spettacoli
marini che distruggono l’ansia, felicità dello sguardo che segue vele, spume e
gabbiani. La musica scandita dall’endecasillabo accompagna queste visioni (come
in “Visione”. “Nave che salpa”). Talvolta compaiono altri metri per cantare la
bellezza del mare. Orlandini usa una tavolozza variegata, per farci partecipi
delle sue gioiose sensazioni. “Si diffonde sul molo delle lampade / il chiarore
pacato / di fronte a nubi ancora invermigliate” …“Poi il
tramonto ha suono di maretta, /accende vetri, sfarfalla riflessi …” Raramente il
paesaggio rammenta al poeta le fasi alterne della vita, la fine, e l’accenno è
fatto con mano leggera: “Quale il giorno al suo transito,
disperso / in fragili riverberi, è la vita.”
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