da: Il tempo diviso
È notte
la ventola muove aria torrida
il sudore è un rivolo lento
tra la nuca e la schiena
anche le idee si
sciolgono
si depositano
sulla fronte
in corona di
piccole perle
e m’inoltro
nel pensiero rugiada
oltre.
Riprendere
il contatto
con il confine
astratto
è rinascere
pensiero
fluttuare nell’
etere – raccogliere
primizie tra la
cenere.
Cominciare
– ricominciare
dopo anni di silenzio macerati
in giorni dalla
bocca grande
pronta a divorare
la carne sana
in giorni segnati
dal distacco
quello della lama
acuminata
che sempre si
conficca ferale
ricominciare col fiato stretto
per la fatica di riaccendere il
pensiero
per la paura di non trovare più
il pensiero
(nel frattempo
sono nati nuovi rumori –
voci suadenti dal
verbo contaminato
fragore di
autobombe
rimbombo del deserto…).
Nell’ingorgo dei processi evolutivi
l’osservazione si perde tra gli
squilibri
dei poli antagonisti (negativo e
positivo
continuo assillante confronto) – gioco
dal complicato equilibrio cognitivo.
Arduo seguire il naturale corso delle
cose
alla ricerca dell’unico inconfondibile
tocco.
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