Prefazione a
Progetto Uomo Nuovo - Cieli nuovi - Terra nuova
Giovanni Campisi
II tempo presente è un forte stimolo per il pensatore che
individua in esso i presagi del nuovo tempo (o meglio del Nuovo Millennio).
Rino Piotto con il suo "Progetto Uomo Nuovo" ne traccia un profilo netto su
come sarà l'uomo nel futuro prossimo. Egli giunge a tale conclusione a seguito
del suo lungo peregrinare nei paesi d'Africa e dell'America Latina, dove le
povertà sono assai più tangibili che nell'opulento Occidente.
Dalle esperienze vissute in prima persona, duranti i suoi
viaggi in Africa, Rino Piotto ne individua le cause della povertà che non è
un'esclusiva africana, bensì va ben oltre i confini del mondo ed è insita
laddove lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo è pratica ben consolidata fin dalla
notte dei tempi.
La schiavitù, una volta praticata con brutale violenza sugli
esseri umani di qualsiasi razza o colore, oggi ha assunto nuovi contorni e si va
diffondendo nella maniera più subdola, soprattutto nei paesi, cosiddetti ricchi. Una volta lo schiavo sapeva di dover servire un padrone con
un nome e un volto a lui ben noto. Oggi i nuovi padroni non hanno né volto né
nome, tanto meno la frusta, ma ti induco psicologicamente a condurre uno stile
di vita tipico del consumatore incallito, facendoti credere che non puoi vivere
assolutamente senza questo o quell'altro prodotto.
Con tutti questi prodotti che i capitani dell'industria (ad
esempio alimentare, per non parlare di altri generi) ci propinano sul mercato,
ne consegue che i nostri ospedali sono pieni di malati di ogni età e di ogni
tipo di malattia.
Alla luce di queste situazioni sociali assai degradanti, è indispensabile
pensare al "Progetto Uomo Nuovo". Non si può far finta di nulla e continuare a
vivere secondo i dettami di uomini senza scrupoli che si mascherano
dietro ad una falsa democrazia (un insulto per il termine stesso), lasciandoci
credere di proteggerci da coloro che vogliono ribellarsi alla loro tirannia.
Rino Piotto, in questo suo "giornale di bordo" traccia un
ampio profilo dell'uomo nuovo che deve eliminare dalla propria mente per prima
cosa il concetto degradante (e dir poco) di profitto, per sostituirlo con
quello della vocazione: si lavora per vocazione; si crea per vocazione; si
spende la propria vita per vocazione. In altre parole occorre vivere realmente
il Vangelo, così come lo ha vissuto Gesù Cristo. Egli, non solo ci portò la
parola del Dio Padre, ma ci mostrò chiaramente come vivere secondo il Vangelo.
Non è vero che non si muore per amore, anche se i più sono
portati a credere il contrario, per il semplice fatto che le malattie d'amore
non sono visibili né tangibili, come quelle fisiche. L'amore è il cibo
dell'anima. Un'anima priva d'amore è rinsecchita, arida, indurita, incapace di
dare o ricevere amore e sicuramente non ricorda neppure di avere un Padre
nell'alto dei Cieli, un Padre che per natura è amore. L'essenza dell'amore è Dio
in tutta la Sua manifestazione e vivere una vita secondo la volontà del Dio
Padre, non è solo un nostro preciso dovere, bensì una condizione indispensabile
per l'evoluzione spirituale dell'individuo.
Dio è amore e noi siamo i Suoi figli. Amare senza nulla
pretendere è l'amore di cui l'Onnipotente ci nutre e di questo cibo noi poi
dobbiamo nutrire i nostri simili. E nell'amore incondizionato che va cercata ogni verità
assoluta. Le altre verità sono quelle prettamente umane, quindi rivelatesi per
egoismo e non certo per altruismo, come è l'amore di Dio.
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