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Riflessioni dell'autore su
Progetto Uomo Nuovo
Un percorso da Kinshasa alla Valle del Chianti (Panzano, Firenze)
alla scoperta di un messaggio di conversione, la risultante di una esperienza
incredibilmente traumatizzante e trasformatrice.
Interiore, senza rumore, con il silenzio e la natura
(l'ambiente) che plasmano l'Uomo Nuovo. Ma si tratta di un progetto divino, di
un "già esistente" che appare nel campo della libertà dell'uomo – protagonista
nel tempo di accettare (o di rifiutare) ogni sua chiamata – e si rende visibile
per essere compiuto comunque alla fine dei tempi "oltre" i limiti umani, oltre
il mistero di questa umanità "pellegrina e protagonista" di un travaglio
epocale.
Nel primo brano l'ambiente (Africa equatoriale) trasforma
l'uomo sotto un sole cocente e lo mette a dura prova (al mattino ti svegli e
puoi dire "sono vivo"). Ascolta dal silenzio la voce eterna. Poi "rischiando che
l'anima solo continui questo volo" avviene la trasformazione vera – come Saulo
sulla via di Damasco – verso una meta che solo Lui conosce. Fede, non ragione. E
c'è la rivelazione sul ruolo di San Giuseppe "padre a prestito", come tutti gli
uomini di tutte le generazioni, dei Figli di Dio. Ciò avviene nel Congo, a
Tshumbe, "là nell'ombelico del mondo ho trovato una radice dell'albero della
conoscenza del Bene e del Male". L'eterna lotta. L'uomo usato (a sua insaputa)
dal Male, homo homini lupus, gli schiavi neri, la propaganda dell'opulento
occidente (di chi il "debito"?), lo sfruttamento "schiavistico" mediatico
moderno (post-moderno?), l'uomo (che si crede "intelligente", creatura che tenta
di farsi creatore) prigioniero del dio denaro.
Ma finirà, finirà quando l'uomo tornerà "alle origini"; da
"infedele" sarà riconquistato al Dio dell'Amore e della Misericordia. Sarà Uomo Nuovo. "Voi, chi
dite che io sia?" Né la carne, né il sangue lo riveleranno, ma il Padre che sta
nei cieli. Ut Unum Sint. Dopo le cruente lotte di religione, il dialogo
fra le Chiese in un cammino ecumenico (umanamente fallimentare!) condurrà l'umanità, sotto la guida
dello Spirito, a cieli nuovi e terra nuova. Il silenzio dell'eremo delle Stinche
(il silenzio inizia e conclude il percorso del libro) non è assenza di rumore,
ma unisce l'umano con il divino. "Ti spinge "oltre" e trovi te stesso: vera meta
di un viaggio interiore che non ha confini". L'uomo è spinto dal futuro in un
cammino per incontrare "l'altro" (la bocca dello Spirito Santo). E trova ciò che
cerca. E' un Uomo Nuovo che, nonostante i rischi, il dolore e le crisi continue (di crescita!), si
muove verso Dio. Come ci incoraggia Papa Wojtyla: "Non abbiate paura! Aprite,
anzi spalancate le porte a Cristo".
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