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Note critiche brevi a
Altri tempi
di Daniela Quieti
Nicla Morletti
Un libro di racconti altamente lirico, quasi un romanzo nella narrazione di
storie dal sapore di cose buone, intrise di saggezza antica mista ad una
nostalgia che avvolge dolcemente l’anima. Favole vere, di altri tempi, dove il
ricordo delle sere d’inverno accanto al caminetto, danno una sicurezza nuova ai
nostri giorni. E il profumo d’erba fresca e di trifoglio nelle sere d’aprile ci
ritempra e ci fa di nuovo sognare. Come tanti anni fa quando tutto intorno a noi
era meraviglioso. Un bel libro da leggere, le cui pagine si fanno magia nei
giardini incantati dell’infanzia e dell’adolescenza.
Lucia Sallustio
Pomezia-Notizie, luglio 2009
Un soffio. Un soffio leggero alita attraverso le pagine del libro, pervade e
smuove dolcemente ogni cosa, gonfia le parole, dà voce all’Io narrante in un
continuum refrattario alla frammentarietà del ricordo. Invade, infine, l’anima
del lettore. Esondano emozioni senza aggredirlo, anche quando il ricordo è
tristezza inevitabile del vivere, immobilità, morte come nel racconto “Funere
mersit acerbo” Pietas cristiana coglie il lettore partecipe del sentimento forte
del narratore per il quale la disperazione è rassegnazione alla vita e si
consola nella gioia unica e saggia delle piccole cose del quotidiano, come
l’arrivo di un pacco, il concerto o la Pasqua del paese.
Alti, illuminanti punti di riferimento per l’uomo del passato, si stagliano
lo spirito di sacrificio, il senso del dovere, della famiglia, del lirico
raccogliersi intorno al focolare nei lunghi e freddi giorni d’inverno allietati
dall’ascolto. La Memoria del nonno recupera valori-culto, quasi una religione
degli uomini. (…) | |
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