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Un'anticipazione del primo capitolo di
Francis Bacon La visione del futuro
di Daniela Quieti
la
Scheda del libro

Dal Capitolo I
Originalità della proposta baconiana
Non casualmente, in questo
primo scorcio di ventunesimo secolo, in cui forse la civiltà industriale ha
raggiunto il suo culmine, la personalità e l’opera di Francis Bacon possono
destare un nuovo interesse.
Infatti egli appare oggi
come colui che, recependo i fermenti e i problemi del suo tempo, tracciò alcune
linee fondamentali programmatiche dell’era moderna, iniziandone il processo di
trasformazione che influenzerà la società, attraverso un nuovo modo di pensare
(nel senso di modus cogitandi).
Tra la fine del 1500 e i
primi decenni del 1600, l’Europa era attraversata da un vento di rinnovamento
scientifico-culturale.
Il tradizionale metodo
conoscitivo basato sull’autorità aristotelica, consistente nel procedimento del
sillogismo e della deduzione, viene considerato inadatto a rendere indubitabile
il potere dell’uomo sulla natura.
Da qui, l’esigenza di un
nuovo sistema induttivo, basato sulla sperimentazione e sulla raccolta dei
risultati di indagini sistematiche.
Francis Bacon seppe
interpretare questo nuovo bisogno del sapere.
Ma, a distanza di secoli,
l’uomo è riuscito veramente a controllare le forze della natura? Benedetto XVI,
nell’enciclica Spe salvi, dichiara: “Il tempo moderno ha
sviluppato la speranza dell’instaurazione di un mondo perfetto che, grazie alle
conoscenze della scienza e ad una politica scientificamente fondata, sembrava
esser diventata realizzabile. Così la speranza biblica del regno di Dio è stata
rimpiazzata dalla speranza del regno dell’uomo, dalla speranza di un mondo
migliore che sarebbe il vero ‘regno di Dio’. Questa sembrava finalmente la
speranza grande e realistica, di cui l’uomo ha bisogno … Ma nel corso del tempo
apparve chiaro che questa speranza fugge sempre più lontano”. (1)
Certo, è lungo l’elenco delle
catastrofi che hanno annichilito “dell’umana gente / le magnifiche sorti e
progressive” (2) di cui la fantascienza, figlia della scienza, riflette i fasti
e i nefasti. (3) Come sciogliere, allora, il dilemma? ...
La scienza, da sola, non basta a umanizzare l’uomo e tanto meno a dargli
quella speranza vera cui egli aspira: “Può contribuire molto all’
umanizzazione del mondo, però può anche distruggerlo, se non viene orientata
da forze che si trovano al di fuori di essa”. (4)
Una scienza, quindi, che non tenda alla dissacrazione ma a “ricucire lo
strappo fra le due culture, umanistica e scientifica, a costruire più che a
demolire”. (5)
Per evidenziare l’originalità della proposta baconiana, occorre tener
presente che l’intellettuale inglese, agli inizi del Seicento, era
“medievale” più che a metà, mentre intorno al 1660 sarà più che a metà un
uomo “moderno”: (6) di conseguenza il Lord Cancelliere si distaccò da tutti
gli altri suoi contemporanei, proiettandosi a concepire un futuro che
sembrava utopistico.
Tuttavia, anche Bacon mosse da una formazione culturale essenzialmente
classica e tradizionale, come del resto è dimostrato dalla conoscenza del
latino e del greco e da alcune sue composizioni giovanili; ugualmente,
all’inizio, non fu alieno dal seguire alcuni orientamenti ideologici e
letterari dell’alta società inglese in cui si trovò a vivere. Per questo
egli è stato variamente interpretato, ora come un uomo ancora imbevuto di
cultura magica e di alchimia, ora come un pensatore tentato da un sogno di
modernità, ora come il distruttore della tradizione Scolastica.
Se però si considera che negli anni del regno di Elisabetta era già presente
una certa insofferenza per il dogmatismo degli antichi e il sapere della
Scolastica, il ripudio di tale cultura non costituisce, in effetti, la vera
originalità di Bacon: essa è rappresentata dalle nuove funzioni da lui
attribuite alla cultura e alla scienza.
. . .
Note
1 Benedetto XVI, Spe salvi,
Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2007, pp. 58-59.
2 Giacomo Leopardi, La
ginestra o il fiore del deserto, in Canti, Rizzoli Editore, Milano, 1953, p. 136.
3 Cfr. Antonio Scacco, Fantascienza e fantasy a confronto, Fantascienza umanistica, Editrice Tipografica, Bari
2002, pp. 144-155.
4 Benedetto XVI, op. cit. p.
136.
5 Antonio Scacco, La
tecnologia da sola non basta!, “Future Shock” n. 12, marzo 1994, p.
4.
6 Cfr.
Douglas Bush, English Literature in the Earlier Seventeenth Century,
Oxford, 1941, p. 1.
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