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Note critiche brevi a
L'ultima fuga
di Daniela Quieti
Giusy Cafaro
Panico
Dopo la bella prova di Uno squarcio di sogno Daniela Quieti spicca il
volo verso una dimensione metafisica, dove vivono le anime che anelano
all’infinito. È questa la meta dell’ultima fuga della Poetessa, l’ultima nel
senso di quella definitiva, verso il confine del Confine, in uno slancio fresco
e vitale, ma anche fecondo delle riflessioni della maturità. L’autrice trova nei
mondi caleidoscopici che crea con la magia dei suoi versi la strada, la nuova
rotta dove dispiegare le vele. E, in questa spinta, “L’impossibile | diventa possibile
| se trascendo | il pensiero
razionale | perché il cuore | non conosce confini | di proprietà | non svela i misteri
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di questo amore”. Un’opera originale, di ampio respiro, che apre l’anima a nuovi
orizzonti in cui il pensiero di Daniela sale altissimo e si eleva fino a
raggiungere le vette dell’inimmaginabile: “L’universo si espande
| da qualche
parte | alla velocità della luce | mentre l’acqua | che scende dal cielo | bagna la
luna | tagliata a metà | e annega il lato | su cui sono io”. Concetti profondi,
espressi in una narrazione poetica fluida e moderna che invitano ad una
silenziosa, quasi Sacra lettura…
Vincenzo Cappelletti
Giuria tecnica - XXV Premio Nazionale di Poesia Edita “Città di Penne - Fondazione
Piazzolla”
Con il libro L’ultima fuga (Tracce) prefato da Márcia
Theóphilo, Daniela Quieti compie ulteriori progressi nella selezione
del verso e della parola, rispetto alle opere precedenti, che pur segnalavano il
talento della poetessa. La linea sentimentale che è alla base delle varie
composizioni, ha infatti più densità evocativa ed espressiva. Il flusso dei pensieri riempie lontananze e vicinanze in un sottile
ricamo lirico.
Igino Creati
Alla base della nuova raccolta poetica L'ultima fuga di Daniela
Quieti ci sono sempre petali colorati di sentimenti d'amore per chi è al fianco
dell'autrice e per la vita in generale. Nascono così versi mai banali, anzi
densi di quel tessuto esistenziale che ammalia la poetessa e rende al lettore
immagini che a tratti sono di rara efficacia stilistica.
Un coacervo di passioni, desideri e sogni, oltre che di illusioni, sottende la
pagina, che evidenzia una levigatezza superiore agli esiti lirici del passato.
Con questo libro Daniela Quieti naviga e indaga dentro l'ignoto con più matura
consapevolezza del quotidiano vivere fino ad accedere ai più reconditi segreti
dell'anima.
Igino Creati
Presidente - Premio “Città di Arsita - Gaetano Salveti 2011” -
Premio speciale della Giuria
L’ultima fuga
(Tracce) con prefazione di Márcia Theóphilo è un’ulteriore prova che ci
offre Daniela Quieti del suo impegno costante sul versante della poesia
che contemporaneamente frequenta insieme con brillanti escursioni nel settore
della narrativa e della saggistica. Chi segue da anni il percorso letterario di
Daniela Quieti si accorge dell’operazione che l’autrice compie di abile
prosciugamento del verso, di minore abbandono ai sentimentalismi, e di una
carica emotiva più varia e dominata da un pensiero meno aggrovigliato, che si
schiarisce piano piano dalla radice al suo esito finale.
Ninnj Di Stefano Busà
L’ultima fuga, davvero notevole per la capacità di sintesi tra i vari
elementi del linguaggio. La tua poesia ha la dolcezza del petalo e l’unghiata
della spina…Otre la “muraglia” insegui il sogno, si avverte l’ala di una rondine
di maggio che ancora si libra a cieli limpidi, dove è perennemente il primigenio
respiro della vita e della morte a decretare il fitto e perseverante assillo che
ci adombra, eppure ci commuove…
Poesia dolce la tua, intrisa di quel tanto che basta per accogliere dentro di
noi il mistero.
Ubaldo Giacomucci
Poesia intensa ed evocativa, ricca di immagini e simboli, che in questa fuga
cerca il decentramento dell’io e la coerenza stilistica verso un orizzonte
creativo vitale e incisivo.
Daniela Quieti ha superato la scrittura lirico-simbolica delle sue prime sillogi
per proiettarsi verso una poesia ancor più suggestiva, di maggiore musicalità ed
eleganza formale, di grande tensione espressiva.
Mirco Manuguerra
Premio Internazionale per la Pace Universale “Frate Ilaro del Corvo”
per la lirica “Un cielo d’albe chiare” da L’ultima fuga (II premio)
Il buio nichilista e l’impotenza della Ragione. Resta la Speranza, resta un
sogno: verrà una nuova rivelazione a rischiarare la vita con l’alba d’una Storia
che ricominci da capo?
Andrea Masotti
Pomezia-Notizie, agosto 2011)
Daniela Quieti, nome noto nel panorama nazionale, ha pubblicato il quarto
volume in soli cinque anni, dividendosi tra poesia, racconti brevi e resoconti
giornalistici.
Tutte le opere comunque rivelano al lettore, in modo immediato, la stessa
mano, la passione per la semplicità, il valore delle tradizioni e dei luoghi
natii, i forti sentimenti. I versi sono brevi, quasi che il sentimento, così
concentrato, possa esplodere, allo stesso tempo concisione e purezza della
parola rendono la poesia di Daniela Quieti assolutamente classica, pur
concedendo qualche spazio alla terminologia contemporanea.
Il sogno, l’incertezza, la nemesi della razionalità, sono i temi prediletti,
una lunga sfida che Daniela, con parole cristalline ed emozioni misurate,
affronta in nome dell’amore. (…)
Nicla Morletti
manualedimari.it
Poesie che penetrano nell’anima queste raccolte nel libro L’ultima fuga
di Daniela Quieti. Un’avventura dello spirito tra palpiti e volti a tramandarci
antichi valori.
Versi che non hanno frontiere perché tutto ciò che sale dall’anima è immenso e
si espande all’infinito. Emerge, tra un verso e l’altro, la grande vitalità
delle donne e la loro capacità di resistere ai dolori della vita e alle
lacerazioni del mondo. E nell’eremo dei pensieri si dipana una storia dal sapore
di eternità nello scorrere delle stagioni.
Scrive l’autrice: “Nel sogno ricorrente | i fiori sono morti | uno straccio
m'imbavaglia | infesta un tamburo | nel petto il silenzio | mentre echi di te |
m’incatenano | e la notte si stende | in eterno | su polvere di me.” Poesia dal
ritmo serrato è di forte impatto emotivo. Lo stile simbolico, moderno e
suggestivo dove il pàthos lascia traccia di sé.
Premio Scriveredonna 2009
Giuria composta da Maria Luisa Spaziani (Presidente), Márcia Theóphilo, Anna Maria Giancarli
e Nicoletta Di Gregorio
Una poesia dal ritmo serrato e di grande essenzialità, che si presenta al
lettore con pudore e coerenza espressiva. Lo stile che si evidenzia in questi
testi, moderno e suggestivo, è anche fortemente simbolico, con una tensione
lirica messa in risalto da versi intensi ed evocativi.
Roberto Sarra
Una silloge semplicemente disarmante, che conferma
ancora una volta l’abilità stilistica dell’autrice unita ad una profondità
d’animo incredibile, quel modo davvero particolare di descrivere e vivere la
vita nelle sue più piccole sfumature. La femminilità che traspare tra le righe è
debordante, decisa, raffinata e intriga il lettore che viene così catturato,
invogliato a proseguire a sfogliare le pagine di un’opera che alterna con grande
leggerezza armonia, sentimenti e passioni velate da un’inevitabile malinconia
che si realizza nella consapevolezza della fine e si dissolve nella speranza, in
un connubio davvero unico.
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