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Note critiche brevi a
Uno squarcio di sogno
di Daniela Quieti
Marina Pratici
alla lirica “Brevi teorie”
da Uno squarcio di sogno di Daniela Quieti,
in: Le
voci del Cenacolo a cura di Marina Pratici, Edizioni Helicon 2012.
Con aerea e rarefatta eleganza, con levigatissima finezza lessicale,
questa Poeta – nota e apprezzata in ambito nazionale e internazionale – dalla
timbratura inconfondibilmente seduttiva, compone un catturante quadro d’insieme,
figurato in prezioso ovale di miniatura, finitissima e filigranata; dove la
parola, restituita a valenza sacrale e assurta a emblema, non più assedia. Il
verso breve, cifra stilettante e funzionale sapientemente prescelta, scolpisce e
scandisce, scadentissimo: note, accordi minimi, strumenti rari in armonica,
spaziantissima spartitura. In prismatiche intensificazioni, in modulate
attenuazioni, si adempiono le brevi teorie di Daniela Quieti.
Nuova grammatica, alfabeto di pronuncia sola. Ad
infinitarsi, in felicissima sintesi di una grande, purissima, natura lirica.
Nicoletta Corsalini
per la Giuria del Premio
“Prato Un Tessuto di Cultura 2010” - terzo premio
Uno squarcio di sogno è il titolo della raccolta di Daniela Quieti;
composta da poesie che parlano d’amore e di inquietudini esistenziali ne mette a
fuoco molteplici sfaccettature della personalità. Sentimenti contrapposti si
alternano nell’animo della poetessa in una dimensione spazio-temporale dove i
ricordi e i sogni, a volte lacerati, sembrano prendere il sopravvento sul reale.
Versi limpidi, incisivi e brevi, caratterizzano le composizioni e con la loro
chiarità riescono a lasciare un’impronta nel sentire di chi legge.
Giancarlo
Giuliani
Un’isola superstite dona alla
poetessa un istante di sogno e indica una meta, una promessa di completezza.
Senza l’assedio delle parole, avverrà l’incontro tanto atteso, anche se tempi
astratti a volte si pongono come ostacolo nella ricerca di un presente compiuto.
I ricordi si sommano alle vicende contingenti e un respiro di infinito coglie
l’animo della poetessa al tenero ricordo di una passeggiata con l’amato padre.
C’è un angolo di cielo in cui rifugiarsi e unire due vite nel nome di un sogno
comune. Un cielo grigio a volte “si affolta” e sembra chiudere quella via che
all’orizzonte sembrava attenderci, ma lo slancio del cuore ha la meglio e due
anime si incamminano, insieme, verso il principio del giorno. Il mare non sarà
mai più nero nella notte, i monti non avranno paura di se stessi, l’acqua del
ruscello scorrerà lieve e l’usignolo leverà ancora il suo divino canto d’amore.
Maurizio Meggiorini
per la Giuria del
Concorso Nazionale di Poesia e Narrativa “Voci 2010” - Menzione
d'onore
Quella di
Uno squarcio di sogno è una poesia che si propone un fine arduo e, al
contempo, ambizioso; e va ascritto senz’altro a merito di chi l’ha concepita
l’essere riuscita nel non facile intento. Una poetica dello scavo interiore – si
può dire – che cerca nella miniera dell’animo la vena inesauribile di sentimenti
e di emozioni che in esso si agitano. L’operazione è quanto di più complicato si
possa immaginare, tuttavia Daniela Quieti supera l’ostacolo riflettendosi in uno
specchio, in uno squarcio di sogno, appunto, che le restituisce il volto di una
verità “che spaura”, certo, ma le permette di misurarsi con il suo doppio,
libera da qualsiasi contaminazione di tipo razionale. Il tutto si traduce, sulla
pagina, in un verso franto, asciutto, a volte formato da una sola parola, e mai
distante dalla nuda complessità dell’esistenza.
Nicla Morletti
Un libro di poesie dell'anima, questo di
Daniela Quieti. Versi di quieta malinconia densi di sensazioni, emozioni,
ricordi. Il tutto tra cielo e terra, tra la mente e il cuore. Squarci di sogni
addolciti da pagine di baci "chiesti alla cenere di un dolore compiuto per
imparare a declinare una nuova grammatica". Tra le righe si snodano le vie del
paese vecchio, nei ricordi di fanciulla quando con il padre passeggiava mano
nella mano e dal colle si vedevano lampi in lontananza scendere sull'acqua. E
negli affanni della vita si fa strada un angolo di cielo e il cuore dell'autrice
chiede il suo paese, i suoi tramonti, i venti fra le rocce dei monti dove le
genziane fioriscono in quello spazio verde che dalla collina si stende fino al
mare. Un bel libro. Commovente.
Maria Rizzi
Un verso che sembra asciugare i concetti e invece li stende al sole di nuova
comprensione, li strizza, li sorveglia, restituisce loro profondità e
significato. […] Riassunto di una vita, di altre vite […] ma anche e
soprattutto, riassunto dell'intimità di una donna, che ha saputo rendere lo
scrigno dei ricordi pozzo di infinita energia per attingere l'amore che la lega
ai giorni, che la incatena ai sogni […] una scrittrice che dipinge l'Anima.
Roberto Sarra
È indubbiamente un’opera che concretizza con garbo e delicatezza
estrema la necessità di esprimersi in versi su temi che parlano d’amore e del
rapporto con esso.
Una sorta di idealizzazione di quel particolare sentimento che pervade il cuore
e l’animo umani e che riempie la nostra vita, il nostro essere, dotandola di un
senso, donandole un significato tangibile. Ci si immerge nell’atmosfera ovattata
di una espressività che si libera dai canoni tradizionale, cavalcando l’onda di
una emozionalità palpabile scavando in profondità fino ad arrivare ad una
dimensione esistenziale limpida, trasparente, libera da maschere, e ipocrisie,
forse proprio quella che ogni lettore all’interno della propria intimità, della
propria sfera emotiva vuole serenamente ritrovare nel libro che ha deciso di
leggere.
Manrico Testi per la Giuria del Premio
Internazionale di Poesia e Narrativa “Firenze Capitale d’Europa” 2010 -
secondo premio
Il volume è caratterizzato da tutta una pellicola vibrante e intensa di
meditazioni esistenziali, di scavo interiore, di ansia di dilatare il tempo, di
bisogno di poesia, di desiderio d’amore, di donazione di sé, srotolata con
grande liricità.
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