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2007
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Pioggia
La pioggia sommerge il mattino,
rimane solo un pensiero
perso tra i gorghi
dell'improvvisalo rivo.
Cosa può nascere ancora dal cielo
ora che mosso il pensiero
scivola
via
dall'ora più dura
quando si perde
coscienza del tempo
e svola
in un battito
appena sfiorato
la mano.
La pioggia sommerge il mattino,
romba il tuono estivo
chissà quale lingua traduce
la sua
ansia di calare
fin dentro alle rose,
nell'abbaino socchiuso
nel calmo
di un chiuso
pensiero.
La presenza di fenomeni atmosferici (la cui descrizione
traspare su un piano traslato) conferisce al testo quella continuità di pensiero
che culmina nel finale dove le voci della natura si uniscono a intime
percezioni oscillanti tra idea e figura.
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2006
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E tu
E tu
nel fondo chiaro
d'essenze marine,
profumi l'aria
di sogni brevi.
S'increspano i capelli
tuoi
come la brezza
le onde incanta.
Come il sole
quando sporge
dai giorni grigi
e scioglie l'anima
di luce.
Nel verso arioso e limpido sta l'incantesimo della parola:
dal paesaggio si delineano sfondi chiari o delicate `essenze marine' in
opposizione al grigiore dei giorni – è il segno di un nuovo romanticismo colmo
di luce.
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2004
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Mediterraneo
Il tempo rallenta.
Uno squarcio d'aria
disseta la rosa
sospesa sull'acqua.
L'orizzonte tocca
appena l'infinito:
dove scende l'agave
la
risacca placa
l'anima di suoni.
Tutto è sospeso
e guarda verso il sole,
padrone.
Stile preciso e pure dotato d'una sua singolare lievità che
fa risaltare figure di romantica purezza come `rosa sospesa sull'acqua' e
intravede simboli nell'estremo orizzonte.
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2003
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L'anima della luce
Si tende
corda dell'anima al cielo,
dopo che pioggia d'incanto svanita
è in gocciole perse
di nubi.
Si perde
animo dolce di luce,
fuggevole incanto
si perde in un canto.
E cielo
vicino al tuo cuore
leggero,
di pioggia una goccia
il tuo volto percorre.
Le strofe lievi per finezza di stile creano sfumate immagini
d'acquerello e ciascun trisillabo introduce a un ritmo nel transito dal piano
icastico a quello emotivo.
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2002
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Oblio
Aspettiamo. il tempo per uscire
nei soliti mezzi giorni
scolorati,
dove vaghe figure se ne vanno
con aria incerta lungo la via.
Ognuna in sé porta un frammento,
un lembo di quel leggero
vento
che scorre all'alba e come un filo
si tende a chi si eleva
nell'attimo che svola.
E l'eco della Voce rompe
l'inedia e l'acre
morire della luce.
La descrizione tenuta su immagini vaghe riproduce una
suggestiva (ir)realtà – il nitore figurale è frammento intuito nel paesaggio ove
risuona come eco metafisica o voce.
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2001
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Alba
Lontana nel vento
purpureo sogno di voci.
primogenita un'alba
di nuovi colori s'addensa.
Più chiara d'un vago
Pensiero,
d'un cerchio sonante,
d'un fiocco di neve cadente.
Il segno
la forma d'un velo
di luce
la prima
che nasse alla vita.
L'eleganza grafica del testo nasce da una
versificazione agile
come linee visive dispiegate in unità sinestetica `purpureo
segno di voci' o
'cerichio sonante' finezza descrittiva, lieve 'forma d'un velo'.
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2000
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Primavera
Quel fine precipitare
di voli che ritornano
e il giorno che
rimane
teso ad ascoltare
ìl loro calmo frusciare.
Quel fine tintinnare
di gocce d'opale
che il sole appena appare
dissolve in rime chiare.
Quel calmo
ondeggiare
di gemme appena appese
e voli che ritornano
sommersi su nell'aria.
Le tre parti si richiamano a un elemento costante (anafora.
parziale nella terza strofa) che meglio ne definisce i momenti rappresentativi
in grado di cogliere le più sottili percezioni di suono e movimento.
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1999
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Venezia
La nostra immagine
riflessa nella memoria delle onde
sta ora vagando
per le calli silenziose,
sta ora scivolando
per i ponti
solitari
e per un attimo,
implorando la luna,
si affaccia dai balconi
a vertigine sull'acqua
e si ferma
ad ascoltare un sogno notturno,
musicare nell'aria
sempre più lontano.
La suggestiva atmosfera di Venezia è còlta nei suoi aspetti
peculiari: una leggerezza di figure spicca e riflette l'emozione di immagini o
memorie prese nell'opacità del tempo.
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1998
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Poesia
È luce la tua
avvinghiata ai riflessi
d'acqua dell'anima,
dove non arriva
il tempo, né l'ora sa
scolorire il rosa ultimo
del sole.
È luce la tua,
anafora di rime,
propaggine della mente,
rivolta verso il tutto
o il niente.
O forse taglio obliquo
di cielo è la tua
immagine rovescia,
la pena per salire
a quella
più dolce Luce.
Con stile raffinato l'autore sembra svelarci gli arcani della
composizione poetica attraverso una serie di immagini che mirano all'unità
forma/contenuto. 9 anafora: ripetizione di una o più parole a inizio verso o
strofa. 13 taglio obliquo: cfr. p. 53 v. 8.
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1997
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Attraverso lo specchio
Attraverso lo specchio
le tue linee lievi
oltre l'immaginario vuoto
che ho davanti.
E le tue curve tese
come raggi di sole
colmano l'immagine
velata
che ha di te la sera:
ultima linea dell'orizzonte,
sembri quasi un tramonto
sembri
quasi una bianca
nuvola di infinito.
L'aspetto simbolico svolge nel riflesso linee lievi: prorompe
un'immagine di luce. parvenza enigmatica di forme la cui affinità con la natura
viene assimilata anche a livello verbale.
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1996
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Il tuo sguardo
Sento il tuo sguardo
rubare gocce di sole alla terra
e profumare gli esili
incantati frammenti di pietra
attorno alle radici
di alberi mai visti.
Sento il tuo sguardo
alitare le foglie
e sorprendere voli
di liberi giorni nell'aria.
E incantati frammenti di sogni
scivolare come pioggia
nei
sottili pensieri di ieri.
La similitudine delinea il carattere naturale dello stile e
lo trasferisce in direzione romantica (frammenti di sogni): è l'aspetto più
probante di un testo che evoca figurazioni incantesimali con l'acuta percezione
del paesaggio.
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1995
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E gettò quel che aveva
E gettò quel che aveva
in un campo di brina
perché ormai era
inverno
nel suo cuore di pietra.
E gettò tutto il tempo
in un mare di pioggia
scivolando
pesante
sulla sabbia bagnata.
E gettò via nel vento
i pensieri del cuore.
E gettò via il suo cuore
dentro un mare di pietra.
La metrica costruisce con ripetizioni ad ogni capoverso
(anafore) una forma di evidente simmetria le cui parti si invertono secondo
alcune parole chiave passando dal piano emozionale a quello creativo.
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