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Presentazione a
Il percorso di un poeta
Flavia Lepre
Correre nel Percorso di un poeta alla ricerca della grande eco del silenzio
Ho appena finito di
leggere una Raccolta poetica e sono ancora sotto l’effetto della sua forza
d’attrazione particolare, della sua innegabile magia. E questo non perché la
Poesia
non è una vaga e vacua esercitazione di ritmi e di metrica,
ma soglia stessa della verità della vita che l’uomo vive, linguaggio di un mondo
in continua ansia, dove le coscienze si ritrovano, le speranze –
alternativamente – si accendono, si spengono, si riaccendono e la volontà si
ritempra dopo essersi violentemente e dolorosamente abbandonata alla più nera
malinconia, alla disperazione che non lascia intravedere sprazzi di luce…
Diciamo che mi trovo un po’ in uno stato particolare di shock, perché sotto i
miei occhi sono sfilate, in bell’ordine, come soldati pronti per affrontare
battaglie, ben 100 (dico cento!) poesie. L’intero percorso di un poeta che non
si limita a rivangare ricordi del perduto mondo giovanile, ma fa una minuziosa
incursione dentro di sé, perché dopo tante esperienze, con tutto il caos di
pensieri che si ritrova circolanti nel ribollire senza sosta della sua
travagliata mente, egli vuole scoprire se stesso, vuole conoscere i motivi dei
suoi silenzi spesso prolungati, l’angoscia delle “voci” che urlano dentro
l’anima, il bisogno di piangere quando invece si ostina a fermare le lacrime
quasi con rabbia… Ma soprattutto, egli va alla ricerca della grande eco del
silenzio, creatrice delle più disparate emozioni!
Pagina dopo pagina,
attraverso ogni singola lirica, anche breve ma sempre indubbiamente incisiva e
urticante, si srotola la vita di un uomo che, per il solo fatto che è anche un
poeta e quindi ha sulle spalle un carico maggiore di sensibilità, si trova ad
essere più vulnerabile e meno preparato ad affrontare le immancabili lotte alle
quali la vita sottopone gli esseri umani… E quindi soffre di più, spiritualmente
e psicologicamente, perché sa che non possiede armi letali che possano competere
con le nefandezze della vita!
Nei rari momenti di
celestiale relax, ripercorrendo l’intero “iter” della sua esistenza, Enzo
Schiavi, “uomo-poeta”, si rende conto che è una sola l’arma che possiede, l’arma
che può usare per difendersi dalle ingiustizie del mondo: la parola! Sia essa espressa in Poesia che in Prosa. Qui, ne
Il percorso di un poeta, nel complicato e profondo intersecarsi d’immagini, di
memorie, d’immancabili dolori, di pensieri talvolta dolci e molto spesso amari,
con una precisione e con una pazienza quasi certosina, malgrado l’ansia che lo
corrode, che lo fa pregare il suo Dio e, contemporaneamente, lo allontana da sé,
ritenendolo responsabile di quanto lui ha sofferto lungo il sentiero accidentato
che ha percorso, quando l’urlo a lungo trattenuto, può uscire dal suo petto
egli, con una forza che sa molto di aiuto divinatorio, torna a riprendersi tutto
il meglio di sé, che in momenti di disperata impotenza, ha gettato via con
rabbia, dentro le acque annerite di un fiume che non conosce limpidezze
paradisiache, ma solo le terribili oscurità degli inferi. Ed è quindi quell’urlo
di protesta e di liberazione insieme che gli fa riprendere il cammino,
ridonandogli una vitale dose di calma. E durante questa strana alternanza di
periodi asfittici, dolenti, amari, distruttivi, si infiltrano le ore magiche del
sogno e questa libertà onirica, gli ridà la sua bizzarra esuberanza
intellettiva, per cui egli, sotto questo benefico influsso scrive, condensando
nella scrittura tutte le sue segrete energie, sempre pronte però a deflagrare a
contatto con i mali dell’universo.
Le stupende poesie di
questa straordinaria Raccolta, mettono in piena luce quella che, sicuramente, fu
un tempo, la sua esuberanza di fanciullo precocemente consapevole di questi mali
dell’universo, ma ancor di più, danno l’idea della sua esuberanza di adulto,
costellata da un’infinità di impalpabili veli rischiarati da scintille
giovanili…
L’immediatezza dei
suoi pensieri è sorprendente.
E nelle sue intime e
luminose meteore, c’è tutto il fuoco che gli divampa in petto.
Ed ecco che si riempie
così la magia di veder nascere un suo ennesimo libro, con liriche raccolte lungo
l’arco del tempo, ad una ad una, piccole fiammelle sapientemente accese dal
poeta per rischiarare il buio della vita e rimarginare le ferite dell’anima.
C’è anche la
rivoluzione permanente del suo spirito. L’esperienza febbrile, talora
clamorosamente fuori dagli schemi banali, allarga a dismisura le sue notevoli
possibilità espressive, perché molto lui attinge dal suo subconscio e
dall’irrazionale, creando così immagini vive, vibranti, suggestive ed anche
“sognanti”, perché inconsciamente, senza forse rendersene conto, quella di
“sognare” è la sua massima ricchezza.
Eppure, malgrado
l’immancabile patina del sogno, le poesie di Enzo sono profondamente reali ed
umane, cariche di emozioni, di passioni, di memorie, di constatazioni, di
reazioni, di scoramenti, di nostalgie e fors’anche di rimpianti, tutti stati
emozionali veri! E questo suo poetico “raccontare”, è un modo diverso di
recitare la commedia ed il dramma dell’esistenza.
Ed è anche un dono del
cielo, quello di saper usare formule personali, tali da sollevare una marea di
sensazioni molteplici nell’anima dei propri simili.
Enzo Schiavi, possiede
l’ammirevole arte di “trafficare” col chiaro-scuro delle parole, forse perché,
lui stesso, ha una personalità complessa, tormentata, dove il chiaro-scuro ben
si addice!
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