Presentazione a
Sul monte dei lecci
Giorgio Falossi
Ciò che la poesia di Enzo
Schiavi insegue con impavido rigore è proprio l’irrimediabile, l’incognito, ma è
proprio a questo tipo di letteratura e non ad altre equivoche voci che si affida
il messaggio lirico e l’attenzione che crea una nostra poesia degna di questo
nome.
Sono ricordi, quelli di Enzo
Schiavi, che corrono “sul filo degli abissi notturni” per sfociare in una
malinconia che confina con la pace eterna. Anche la metafora non trova molto
spazio in Enzo Schiavi, ma l’impostazione si sviluppa in un ambito di
figurazione della parola che sa evocare il messaggio più limpido attraverso un
linguaggio che pur soffice è chiaro e convincente.
Enzo Schiavi sviluppa la sua
personalità poetica su alcuni punti chiave collegati alla riflessione della vita
e della morte, tollerata ed accettata con rassegnazione filosofica attraverso
un’anima carica di sentimenti e partecipe alle vicissitudini umane, che sono
presentate esclusivamente come fatti di cadenza temporale.
Una poesia quella
di Enzo Schiavi di alta qualità per la schiettezza reale dell’espressione e per
la giusta dose di una emblematica condizione interiore che descrive un dialogo
di ricerca e di evasione tra l’interiore dell’umanità e il mondo che la
circonda.
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