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Note critiche sulla poetica
di Francesca Simonetti
Mario Luzi
15 febbraio 2003
Il suo rapporto interiore col suo dono e la sua facoltà o
tutto suo, singolare: e questo influisce sulla morfologia e sulla pronunzia dei
suoi testi. Dei quali versi uno è, naturalmente, più caro degli altri.
Massimo Cacciari
Sindaco di Venezia
22 marzo 2007
[...] Mi compiaccio della Sua vena poetica, a lungo e con
successo coltivata. Ho potuto dedicare al volume una lettura non disattenta ma
purtroppo veloce. Ne ho comunque ricavato impressioni favorevoli, la
testimonianza di un percorso di vita e di scrittura strettamente intrecciate e
entrambe “sofferte” con grande partecipazione. Il Suo cammino si è svolto —
vorrei dire inevitabilmente — a partire dalle fondamentali interrogazioni, che
tutti ci agitano, e si è nutrito abbondantemente di letture classiche. Gli echi
e i versi di Saffo, di Mimnermo, di Anacreonte, così come la figura di Elettra,
di Ulisse, di Didone risuonano e rivivono nella sua interpretazione, soprattutto
nelle prime Sue cose. Poi il contatto con la realtà, l'esperienza concreta della
vita, una riflessione meno “mediata” e più diretta hanno reso più essenziale la
Sua poesia, che è in qualche modo ripiegata al soffio di un più intimo sentire.
Infine, la cruciale meditazione sulla fede religiosa, che a Lei fornisce
evidentemente chiavi importanti per dare risposta alle più impervie domande.
In breve, mi pare che Lei abbia saputo tentare la poesia modulando via via la
sua voce e agendo su pedali diversi, sempre tuttavia con sincera ispirazione e
apprezzabile stile.. Me ne rallegro molto e formulo ogni migliore auspicio per
il prosieguo di questa Sua attività. [...]
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