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Sette giorni in Sicilia,
Blu di Prussia Editrice, Piacenza 2001.
Introduzione
Eugenio Rebecchi
Potrebbe sembrare fin troppo scarna questa plaquette che
racconta il viaggio in Sicilia dell'autore. Eppure, a ben guardare, si tratta di
un percorso completo, con un inizio ed una fine; una progressione dinamica in
cui si alternano e si fondono due movimenti: quello puramente fisico e quello
mentale. E quest'ultimo ci offre una gamma di riflessioni, pensieri e stupori
capaci di suscitare emozioni.
Luigi Tribaudino si cimenta nel reportage in versi e riesce a
proporre, seppure in estrema sintesi, un variopinto ed esaustivo susseguirsi di
luoghi, di atmosfere e situazioni di cui se ne percepiscono i colori, i suoni,
le valenze, i significati, le immagini. Per mezzo di undici lampi, netti, precisi, folgoranti per
rapidità d'esecuzione e in grado di gettare fasci di luce propria, Tribaudino
attraversa e riattraversa lo "Stretto" lasciandosi dietro il rimpianto per
un'esperienza toccante e regalando al lettore le accelerazioni del pensiero che
si fa ricordo attento, prezioso, entusiasmante.
La concretezza delle situazioni e la gestualità quotidiana,
unite nell'irripetibilità del vissuto, si sommano agli spunti di riflessione
storico/sociale per completare, così, un canto, non solo lirico, ma testimone di
lucida capacità d'osservazione.
È inutile, penso, suggerire una poesia o sottolineare un
verso; sta a chi legge compiere scelte e manifestare preferenze. Mi preme,
invece, ricordare la composta meraviglia con la quale presi congedo dalla
raccolta, terminata la prima lettura, qualche tempo fa. Ecco, la stessa
meraviglia, voglio immaginarla in chi, dopo essersi avvicinato al volumetto,
sarà sicuramente rimasto affascinato da una scrittura elegante e avrà
riconosciuto nella musicalità del verseggiare, una sapienza compositiva dal
gusto raffinato.
Anche una silloge di poche pagine può avere un suo spessore e
questo avviene se racchiude e conserva l'umore, la passione, le pulsioni da cui
la poesia prende forma e di cui si nutre per produrre le piacevolissime
sensazioni che accompagnano, da sempre, la storia dell'uomo.
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