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La baldanza scolorata
note critiche
Salvatore Damiano
È un piacevole incontro quello con i versi dell'autrice
fiorentina per la naturalezza con la quale scrive poesie, anche se a volte si ha
bisogno di rileggere il verso, perché l'uso delle simbologie ci riporta in una
condizione atemporale ma non irreale. Semplice, intenso, certo e provvisorio,
vicino e lontano, liquido e solido, è il continuo gioco poetico, ma tutto ciò
non è forse la vita? Una vita, quella della Ugolini, certamente gioiosa e
festosa; si avverte il suono di un dolce carillon a leggere queste poesie,
scritte con stringatezza, ma capaci di realizzare una molteplicità di immagini e
di dolci sensazioni.
da: Tarsia, 15, 1994
Roberto Carifi
Nell'ottima collana "gazebo" diretta da Mariella
Bettarini e Gabriella Maleti compare La baldanza scolorata di Liliana
Ugolini. Fiorentina, già autrice di una raccolta intitolata Il punto, la
Ugolini possiede uno stile limpido e sicuro, una notevole sobrietà di linguaggio
accompagnata da una tematica complessa e ricca di sfumature. Non manca, tra le
tante qualità del libro, un misurato approccio riflessivo e concettuale, forse
il frutto meritato di un'esistenza appartata, di una scrittura, come osserva la
Maleti "al riparo, in una stanza che si può dire dickinsoniana, dove l'esistenza
non costeggiata da alcun rumore, ma pare liberamente trasporsi nel silenzio che
sale dal confortato giardino". Vogliamo aggiungere un passo dalla prefazione di
Mariella Bettarini, utile a introdurre nel mondo poetico di Liliana Ugolini ma
anche preziosa testimonianza di devozione alla poesia: "Viva la poesia che
lavora nell'ombra, che punge e duole come l'ortica, che resiste, che quieta
s'apparta, che alfine implode, necessaria e durevole, dopo decenni d'una vita
sua segreta e depauperata! La poesia tranquilla eppure scanzonata d'una donna
ch'è stata giovane e che lo è per sempre per virtù d'un suo sguardo cristallino
e ombroso, ostinato e amoroso e scaltro".
da: Poesia, 66, 1993
Rosaria Lo Russo
Interessante la movenza ritmica dei versi e la proposta di un
linguaggio accattivante, ricco di immagini del quotidiano trasfigurate e di
immagini invece desuete che prorompono, con sorpresa, nel parlato familiare.
da: Semicerchio, IX, 1993
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