Si è chiusa il 30 dicembre 2005 l’esposizione delle dodici
tavole di un ciclo di cinquecentocinquanta dal titolo Sport invernali
realizzate a colori ed in tecniche miste dall’artista padovano Angelo Rinaldi.
Commissionategli dall’Istituto Sanpaolo di Torino sponsor principale della
ventesima edizione dei Giochi Olimpici invernali 2006, la mostra ha avuto un
notevole riscontro. Rinaldi, noto soprattutto come scultore del vetro che
realizza presso le fucine muranesi, ha al suo attivo esposizioni continue di
design e d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Nel 1996 fa parte del
movimento Artisti Artefici fondato da Paola Crema Fallani. A questo gruppo
aderiscono anche Novello Finotti, Igor Mitoraj, Roberto Fallani e altri famosi
artisti. Le sculture luminose di Rinaldi sono state esposte a Firenze (Loggia
dei Rucellai, all’Accademia delle Arti e del disegno) a Verona e nella rassegna
Mondo luce.
Nel 2000 partecipa a La Via del Vetro, progetto mondiale
della Fondazione Sartirana Arte di Sartirana Lomellina. Questo progetto è stato
ospitato nei Musei di Croazia, India, Egitto, Siria, Tunisia, Albania, Marocco e
altri stati. ”Cento Soli” è un altro progetto itinerante mondiale che ripropone
le sculture in vetro luminose di Angelo Rinaldi e di altri artisti. Nel 2004 i
suoi gioielli da uomo creati per la mostra Le piume del pavone, progetto del
Diamant Museum di Anversa e della Fondazione Sartirana Arte, saranno presto a
Buenos Aires, in America del Sud e in Cina.
Questo è lo scultore-pittore che però non dimentica come si
disegna. Le sue piccole opere (18x28) sulle Olimpiadi ci sorprendono. Vedere
come l’artista sia riuscito a cogliere il volo del pattinatore alle cui spalle
c’è una stilizzata ma riconoscibile Mole di vetro; tutto giocato sui toni rosa,
leggermente azzurrati e picchiettati di chiazze lattescenti è una scoperta. Gli
sport invernali, dicevamo, raccontati in tutte le specialità. Dallo sciatore che
spicca il salto verso il vuoto, stretto in una tuta rossa chiazzata di
bruno-azzurro, al giocatore di hockey, al conduttore di slittino, allo
snowboard, fino agli spettatori: immagini immobili alle spalle di un’artista le
cui braccia nude levate in alto ricordano un’antica rappresentazione scenica. I
colori sono leggeri, azzurri chiari, appena verdi e striati di scritte e sullo
sfondo sempre il disegno perfetto dell’opera memorabile emblema della città,
alternato ad altri monumenti simbolo
Oscar Wilde, citato dal critico Giuliano Serafini che ha
presentato Rinaldi in questa occasione, dice: Scopo dell’arte è rivelare l’opera
e nascondere l’artista. È vero, ma non nel caso di questo artista le cui opere
sono già volate lontano, in tutto il mondo assieme a lui.
E’ un artista coerente, Rinaldi, che ha rielaborato il suo
vissuto di artista, ha riscoperto il suo elenco, ha riaperto il suo inventario
di conoscenze e il suo segno veloce ed esperto si è liberato in un’esplosione di
colore soffuso e morbido. E’ riuscito a cogliere l’attimo.