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Gianna Scoino
Trame sottili tra segno e memoria
Sala Samonà - Banca d'Italia,
Padova
Il mezzo scelto da Gianna Scoino per questa rassegna inaugurata il 6 marzo
scorso e curata da chi scrive, per la Commissione Pari Opportunità del Comune, è
ancora la scrittura-immagine segreta,
ma anche il supporto corporeo, il messaggio discreto di
un'arte che non sempre è di facile comprensione. E tuttavia questo suo
contenuto indiretto suggerisce un'indicazione di ricerca artistica per quanto
attiene alla scrittura visuale contemporanea, offrendo notevole risalto e
spessore al mezzo espressivo.
Di Gianna Scoino rimane evidente una traccia di cripticità che avevamo
conosciuto nella collettiva del 2001 (S)cripturae. Una mostra nella quale
aveva esposto un bellissimo kimono che ora è a Palazzo Pitti assieme ad
altri, in un pacchetto di mostre curato da Carlo Sisi direttore della Galleria
del Costume.
Diciamo subito che anche la "lettura" delle sue ultime opere è sempre molto
stimolante. C'è un elemento nuovo che ora diventa importante: è il busto della
stessa Scoino, calco in gesso e garza, o collage di garze su base fotografica.
sul quale l'artista "cuce" un dialogo costruito su tracce della memoria,
pensieri ancestrali. fatto anche di silenzi e di riverberi. Che diventano
frammenti di scrittura, ovvero segni-simbolo recuperati da ricordi antichi forse
sommersi.
Nell'opera Io come uno sciamano, ma anche in altre, c'è evidente il
desiderio forte di identificarsi, di rapportarsi con il soprannaturale che,
appunto, è prerogativa dello sciamano. Un modo per mediare fra terra e cielo,
attraverso segni di comunicazione interiore e mistica, principio di un colloquio
intimo, quasi rituale.
Il dialogo come in un diario segreto si tramuta in scrittura o, meglio in
grafia, fatta di simboli e segni frammentati e successivamente ricostruiti in
sapiente lavoro di collage, a traslare ciò che la materia da sola non può. Come
per esempio nella Sposa di guerra, di particolare suggestione, dove
l'abito soffice e `scritto', fa da gonna al busto chiaro. Si aggiungono fili
colorati che co ano dal corpo, difeso con le mani, (Memorie
di guerra) e ancora fili di rame scrivono il busto (Angelo sciamano).
E a proposito dello sciamano non si può dimenticare La bombetta dello
sciamano, chiaro omaggio a Magritte.
Così come non si può sottacere la grande emozione che si prova di fronte a
Intime memorie, un calco in garza e rete in fibra naturale color ruggine. In
quest'ultima opera appena citata è visibile, forse più che in altre, l'approccio
ad una materia nuova, assai diversa rispetto a quello che prima era, pur
avendone gli stessi elementi. E così che nasce la sua
arte.
(in: Padova e il suo territorio, nr. 108,
2004)
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