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Consegna del
Sigillo della Città di Padova
a Piero Perin
14 dicembre 2005
Sala Rossino del Caffè Pedrocchi
Artisticamente
Piero Perin si forma verso gli anni cinquanta. E’ il tempo
della rivoluzione tecnologica che in quegli anni investe l’intera Europa e
quindi anche l’Italia. Questo
comporta un radicale cambiamento delle strutture societarie modificandone
traumaticamente i costumi, la cultura e l’arte. E’ un contesto
nel quale viviamo ancora oggi e va compreso – dice l’artista
– per cercare di
salvare gli antichi valori, proponendo scelte positive, tali da dare significati
autentici alle nostre azioni.
Gli stimoli
primari gli sono venuti dal magico mondo dei miti, dalla natura nel suo lato
misterioso, dalle opere d’arte e dai musei. Seguendo questo percorso ideale ha
cercato di mondare e decantare le sue immagini per liberarle dalle scorie del
contingente facendole tendere a significati metafisici e utopici.
Non è questo
un fuggire verso l’irrazionale, ma è invece un ricercare valori che vadano oltre
il razionale, permanenti, quindi anche attuali. I soli valori, questi, secondo
– Piero Perin – capaci di rendere evidenti i simboli e gli archetipi della mente
che, in quanto figure universalmente accettate, potrebbero altrimenti condurci
alla perdita dell’arte. Parliamo in
sostanza di quei valori che, resi liberi dal lavoro dell’artista, tendono
inevitabilmente alla trascendenza.
Ma chi è il
personaggio Perin? Dino Formaggio lo definisce colui che lavora portando avanti
la sua ricerca nella quieta solitudine di un mite. Con la naturale sensibilità
che gli è propria riesce a mantenere intatto nel tempo il suo particolarissimo
mondo, fatto di forme morbide magicamente carezzevoli. Nato a
Cervarese Santa Croce, Perin, frequenta Ca’ Foscari e l’Accademia di Belle Arti
di Venezia, sotto la guida di Viani dal quale apprende prevalentemente
l’importanza della purificazione della forma. E’ presente a
quasi tutte le Biennali del Bronzetto, a numerose mostre collettive in Italia e
all’estero e a personali principalmente in Veneto. E’ autore dei
monumenti ai caduti di Traverselle nel Canavese, di Campagnola di Brugine e di
Selvazzano. Fra i più
recenti lavori padovani ricordiamo la lapide a Giorgio Perlasca affissa a
Palazzo Moroni, il busto bronzeo di Tono Zancanaro ai Giardini dell’Arena e la
terracotta di San Francesco d’Assisi collocata nell’oasi del Naviglio Interno
presso l’Osservatorio Astronomico della Specola.
E’ stato
docente di modellato al Liceo Artistico di Padova. Notevole la sua fama di
medaglista di cui rammentiamo solo alcune medaglie: quella in bronzo e argento
celebrativa di Rubens del 1990, quella onoraria in argento per Luigi Stefanini
del 1991, una in bronzo e argento del 1992 celebrativa del cinquantesimo
anniversario della morte di San Leopoldo Mandic, un’altra in bronzo del 1992 in
onore di Giorgio Perlasca, una in bronzo dorato del 1995 celebrativa del quarto
centenario della morte di Torquato Tasso e ancora la medaglia in bronzo sempre
del 1995 celebrativa dell’ottavo centenario della nascita di Sant’Antonio,
infine quella in bronzo dorato del 1999 celebrativa del quarto centenario
dell’Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti di Padova.
Lavora ancora
nel suo studio in città eseguendo piccole opere, mentre per le grandi sculture
si appoggia allo studio che ha nella sua abitazione in campagna alla quale è
molto legato. Parla con
nostalgia dell’atmosfera dolce e rarefatta dei campi attorno alla sua casa che
trasferisce magistralmente in dipinti dai verdi intensi, attraversati da blu e
gialli squillanti. Disegna in
maniera superba con segni sottili a china, volti di donne e fanciulli dallo
sguardo incantato e sorpreso. Piero Perin,
che la vita ha provato duramente, è un artista vero, coerente e sincero.
Noi stasera
siamo orgogliosi di rendergli omaggio.
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autore |
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