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Gli anni '60 nella fotografia di
Lorenzo Cappellini
Padova, Cortile Pensile di Palazzo Moroni
Emblematica, ma non tanto poi, la fotografia della giovane donna seduta con
le gambe accavallate e le sottili caviglie strette nei sandali alla schiava. E'
uno dei simboli, come la minigonna, i giovani Beatles, il grande Hemingway, che
ci hanno fatto compagnia quando eravamo ragazzi. La mostra fotografica di
Lorenzo Capellini nel cortile pensile restaurato di Palazzo Moroni, è uno
spaccato di grande interesse degli anni sessanta. Racconta anche un poco la sua
vita sulle strisce colorate di rosso posate alla base delle fotografie, e sono
scatti importanti, il volto intenso di Ungaretti, o il ritratto di Gioia Marchi
Falk incinta, e più oltre teneramente abbracciata al piccolo nato.
Ma la storia di Capellini fotografo va letta con le prime immagini che si
riferiscono al volteggiare nell'arena della cappa del torero Dominguin, che
negli anni aveva reso famosa la corrida, per altro già grande grazie al torero
Ordones e, prima ancora, a Manolete. Alle celebri corride di Spagna, Capellini
c'era stato portato da Hemingway, che aveva conosciuto per caso e che gli aveva
chiesto di accompagnarlo. La forte personalita del grande scrittore ha avuto
nella vita di Capellini un peso profondo. Dalla lunga frequentazione è nato un
vero sodalizio. Hemingway è stato un maestro, un compagno di viaggi ed un amico.
Per un certo periodo visse in Africa, spinto dai racconti che li aveva
fatto Hemingway e To testimoniano la serie di scatti di grande forza degli
indigeni, del capo dei Kikuyu Jomo Kenyatta e di altri personagfi come i Masai.
D'effetto le fotografie del 1960 ad Orgosolo dove
Capellini era stato inviato per un servizio sul fenomeno del banditismo in
Barbagia.
Fare il giro della mostra di Capellini e come tuffarsi in un periodo che
avevamo dimenticato. Chi allora 'aveva vent'anni ricorda e trova familiare la
modella Twiggy o "Gamberetto", o la splendida Susy Parker. Ci sono delle
bellissime immagini che raccontano la storia d'amore di Margareth d'Inghilterra,
oppure uno dei primi monumenti incartati di Christo, o la performance di Cesar a
Milano. Ma la mostra è molto articolata e va vista per scoprire da soli
personaggi inediti.
Non possiamo non provare una sottile nostalgia per il tempo che è passato, ma
siccome non si può e non si deve dimenticare, siamo grati al Maestro Capellini
per questo tuffo nei nostri anni verdi.
(in: Padova e il suo territorio, nr. 105,
2003)
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