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Padova nel Trecento e i mercati
Sala Pollini-Hotel Plaza, Padova 13 Febbraio 200
Per l'associazione F.I.D.A.P.A., notoriamente
femminile ma in questa occasione anche con la presenza di diversi signori, il
nostro collaboratore Andrea Calore ha tenuto una simpatica conferenza sui
mercati di una volta e sulla Padova del '300. La sua lunga chiacchierata,
corredata da belle diapositive del fotografo Antonio Elementi, si è dipanata tra
aneddoti in dialetto e dotte disquisizioni su com'era la nostra città.
"Prima che arrivassero i cinesi in piazza dei Frutti c'erano le ovarole", ha
detto Calore, donne che con cassette di legno nelle quali erano disposte le
galline padovane e le loro uova riempivano la piazza di richiami e suoni che ora
non si sentono più. Con rammarico ha anche raccontato aneddoti, ha illustrato
diapositive che con piacere tutte noi della F.I.D.A.P.A. abbiamo ammirato.
Alcune strutture del Palazzo della Ragione hanno nomi la cui etimologia
risale a tempi lontani. Così è ad esempio per quel particolare cavalcavia che
unisce l'antico Palazzo del Consiglio alla Sala della Ragione, chiamato "Volto
della corda", dato che il nome si rifà alla condanna del così detto
"tratto della
corda" al quale .a volte erano sottoposti i rei. Si presume che molte delle
infrazioni punite in questo modo riguardassero l'uso arbitrario degli strumenti
di misura che ancora oggi si vedono incisi all'imbocco settentrionale del Volto.
Analogamente la Scala dalla quale si accede alla Sala della Ragione è chiamata
Scala degli uccelli, dato che lì vicino in epoca medioevale si vendevano falchi,
astori, fagiani, pernici e altra selvaggina. Calore ha continuato illustrando il
luogo ove nella Padova di quel tempo i cambiavalute svolgevano la propria
attività considerata molto prestigiosa. Era un luogo della cosiddetta "Piazza
del Peronio", attuale Piazza dei Frutti, più precisamente vicino allo sbocco
settentrionale del corridoio del sotto Salone, cioè la "Scavezzà" come ancor
oggi si chiama. Ogni attività merceologica aveva, e tuttora in parte ha, una sua
precisa collocazione sotto il Palazzo della Ragione o nelle piazze adiacenti.
La dotta e interessante conversazione di Andrea Calore ci ha ricordato quali
fossero nella Padova di allora le caratteristiche e le peculiarità di un mondo
ormai perduto nelle nebbie della memoria.
(da: Padova e il suo territorio, nr. 120,
2006)
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