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Premio di Poesia e Narrativa "Vigonza"
VI Edizione - Giugno 2006
Nella villa
comunale Da Peraga di Vigonza, cittadina nell’entroterra padovano, nel giugno
scorso, ha avuto luogo la cerimonia conclusiva della Sesta Edizione del Premio
di Poesia e Narrativa. Piuttosto articolata la struttura del premio stesso, che
vede tre sezioni (poesia in italiano, poesia dialettale, racconto breve) e due
ordini di concorrenti a seconda della provenienza geografica (Triveneto e Resto
d’Italia). In totale, sei i primi premi. Il perché di queste note; perché ancora
una volta, così com’era stato per Niffoi al Campiello, due scrittori sardi -
nella fattispecie due poeti - si sono aggiudicati il primo premio per la poesia
in italiano e per quella in dialetto.
Angoli
di Giuseppe Tirotto di Castelsardo (Sassari) è una poesia di poche parole
accuratamente scelte e sapientemente utilizzate per dare forma “a una
composizione di sicura originalità” Così si esprime la giuria nella.
Motivazione, che conclude specificando come si tratti di un approccio poetico
del tutto personale, che sembra voler richiamare l’attenzione sul valore della
parola. Pensiamo sia doveroso riportare i versi qui di seguito: “Già da
piccolo li amavo. Ferite | dove lasciarmi diluire, | acuti, ottusi, meno | il
perfetto retto perché | la virtù spesso intimorisce. | Più in là ne ho scoperto
| le funzioni, chiavi per svelare | il mistero della vita, | tra le preferite la
tangente | che nell’etimo un senso | stringeva tra le dita, | poi naturalmente,
il seno…”.
E allora ecco
l’altro premiato per la poesia in dialetto, Gabriele Ortu di Cagliari, con
Sos caddos. Poesia della terra e dell’appartenenza che diventa universale
vessillo con le sue rosse visioni. Omaggio in tre strofe al pittore Aligi Sassu.
Il dialetto assolve la funzione di messaggero patrio; sotto brucia una nostalgia
temprata a seculos de patire. Qui la giuria ha ritenuto che il dialogo
col pittore e i suoi cavalli fiammanti fosse anche un impegno e una speranza.
Sos caddos: “Los conosco a derettu | sos caddos arestes | rujos de fogu. |
Nara, ue los as isoltos | sos caddos de sos sardos antigos, | a seculos de
patire | incadenados? | Sempere fuende | pro no los tennere; | sempre timende |
un ateru invasore. | Oe, ghiran su mundu | sos caddos tuos isoltos | da antigas
peleas | e ‘olana, tintos de sambene | lizeros che pensamentu, | in tancas
brusciadas | de nostalgia. | Frimmaminde nessi unu,| pro lu podere inseddare | o
Aligi”.
Dunque ancora
sardi in Continente, per essere festeggiati e abbracciati affettuosamente, anche
dalla nutrita comunità sarda di Padova. Un ponte-arcobaleno tra diverse
culture, ma di uguale ricchezza, che ancora una volta unisce alla terra ferma.
La nostra Presidente Serafina Mascia ha ringraziato gli organizzatori della
manifestazione (Pro Loco, Amministrazione Comunale e Giuria) per il notevole
impegno speso nella riuscita della bella manifestazione rendendosi disponibile
per altri impegni culturali che coinvolgano il Circolo Sardo Eleonora d’Arborea
di Padova.
da: Il Messaggero Sardo, settembre 2006
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