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Presentazione a
Lucia Vaglio. Ritratti: figure tra
due millenni
Lucia Vaglio interprete dell'anima
Come i tratti di un volto denotano
fatalmente il trascorrere del tempo con tutte le esperienze che si porta
dietro e quindi con le inevitabili mutazioni dell'essere, così Lucia Vaglio ha
la inusuale abilità di captare ciò che dietro un volto si nasconde, l'anima
profonda. Questa mostra dal suggestivo titolo
Ritratti: figure tra due Millenni è
una carellata, un compendio,
un'antologia di volti noti che hanno caratterizzato le pagine della nostra
storia cittadina. Pagine significative come i personaggi che la interpretano
lasciando in ognuno di noi, che di questa storia siamo spettatori, una traccia
profonda e tangibile.
Lucia Vaglio poetessa, con una
sensibilità leggera e tenera per le piccole cose del quotidiano. Le piccole
cose che non tutti sanno percepire e la capacità di "entrare" nelle persone
traendone l'intima essenza, rendendo quindi comprensibile quello che non è
sempre trasparente. Come a dire che la
natura segreta e nascosta dei soggetti è resa leggibile da ognuno nei
tratti che quest'artista sa esprimere. Significa saper cogliere i modi
d'essere, il gesto, lo sguardo, o il sorriso appena accennato, o la fronte
corrugata, segni affioranti della personalità a volte anche segreta e non
sempre riconoscibile. Ma c'è anche il desiderio e la
disponibilità di conoscere gli altri, di frequentarli da vicino, tanto da
poterne "carpire" le caratteristiche
profonde, al punto che le persone ritratte si connotano a volte di più e
meglio che se riflesse in uno specchio.
Ritratti quasi a grandezza naturale,
ritratti dalla lunga pennellata vigorosa eppur seduttiva, ritratti dalle carni
morbide e rosate, ritratti e ancora ritratti, dove le mani sono rese forti e
nodose come a simboleggiare personalità
decise e di carettere. Non indulge in tenerezza di segno, ma poi si
addolcisce nella ricerca dei particolari che fanno da sfondo. Cura del
dettaglio caparbia e meticolosa, ciglia scure e setose, luce radente che dona
ai volti un rilievo preciso, pieghe delle vesti dai riflessi cangianti, abiti
e tendaggi blu cobalto, manti e seggiole dai colori accesi, austeri sai
francescani, piccoli fiori dalle varie sfumature, sciarpe fluttuati e perle
colorate. Tutto questo per delineare al meglio il personaggio perché, a volte,
il dettaglio lo specifica maggiormente. Ed ecco allora di nuovo le
mani, nervose, vivaci, di chi le usa per
dirigere o interpretare. Ma non solo le mani, ancor di più gli sguardi,
penetranti, emblematici, comunque significativi, in quanto tramite di un
intimismo che va oltre e forse al di sopra del terreno in virtù della
padronanza del mezzo espressivo. i volti sono un elemento fondante nella vita
di Lucia Vaglio, che rivisita non solo nei suoi quadri-ritratti, tant'è che li
ritroviamo anche nelle poesie:
...vedo questi occhi accesi
dalla febbre di scrivere parole..
Ne formo un'idea,
che trasformo in un
segno,
e ancora in un altro
fino a formare un volto,
inciso da
cicatrici,
splendenti come un
ornamento".
Ed in altri versi nei
quali parla di un amore che racconta attraverso i colori e che è la sua
stessa ragione di vita. Dice che la "umiltà del mestiere"
non toglie la coscienza di sè, ma anzi
rende possibile il dialogare fra persone in
modo da far nascere un rapporto dove il dono personale diventi
reciproco ed unico.
A questo
punto possiamo fare un profilo, raccontare un
pò la
sua storia di donna e di
artista. Nata in Etiopia ha coltivato le arti figurative fin da giovanissima
sperimentando diverse tecniche. Ha scritto poesie e si è occupata anche di
musica e teatro. Ha frequentato la facoltà di Architettura dell'Università di
Roma, diventando più tardi allieva dei maestri Guttuso e Lazzaro. Frequenterà
anche la scuola romana d' arazzi con il maestro Eroli e quella del restauro
d'antiquariato con Rovelli. Negli anni settanta si trasferisce nella nostra città dove vive tuttora e
dove è diventata preminente la sua attività di ritrattista.
Su commissione ha eseguito dipinti
d'arte sacra per diverse chiese e conventi tra i quali ricordiamo quelli
conservati presso il Duomo di Verona, l'Abbazia di S. Giustina a Padova e in
quella di Praglia, nella Basilica del Santo e nella Parrocchia Anconetta a
Vicenza, e non solo. E' presente
in alcuni cataloghi di arte contemporanea anche europei. Ha al
suo attivo circa 1500 opere e ancora continua instancabile la sua produzione,
poiché dipingere per Lucia Vaglio significa vivere. Vita non sempre serena e
prodiga di gratificazioni, che però gli affetti familiari hanno in qualche
modo compensato.
La sua
tendenza al trascendente è avvertibile non solo nelle opere religiose
ma in tutto quel che dipinge, sia sacro oppure no, e questo ci sembra di
poterlo collegare a ciò che nella vita ha pagato in termine di sofferenza.
Qual'è dunque la vera natura di questa artista? La troviamo nelle sue
stesse parole o, meglio, in alcuni versi: "...E qui, nella tela |
fluidità del reale, | fisso la mia vera natura. | Qui è tutto: | ciò che ho
provato, | ciò che ho sofferto, | ciò che ho visto nella folla,..." . | |
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