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Parole Ricercate con il cuore
Non dobbiamo impressionarci di fronte alla “ricercatezza” delle parole del
dottore poeta calabrese, Pasquale Montalto. Lui ha esaminato molto le vicende
interiori attraverso i suoi studi in Psicologia Clinica e Sociologia, ed è
riuscito a collegare la sua specializzazione in Psicoterapia Analitica
esistenziale col Movimento della Poesia Esistenziale (MPEm) da lui fondato, che
si trova anche su facebook.
Allora, proprio dal punto di vista esistenziale ci sembra di camminare su un
terreno accidentato e, purtroppo, - lo dicono in tanti – stiamo nel guado di un
millennio da cui vorremmo fuggire; quasi un girone dantesco dove l’umanità
intera è condannata a sopravvivere subendo la pena quotidiana di uno strano
“(…) silenzio sulla guerra, / sulla morte democratica, / la pace rinnegata e
l’innocenza ingannata; / silenzio per il lavoro, / rosso sangue impunito, /
violenza rosa, e sulle anime bianche./ Un fiume d’ingiustizia / corrode gli
argini sociali: / basta, ora che brucia l’ultima brace, / ora suona l’ora di
aprire la porta / alla parola buona: / una parola nuova di speranza, / che fa uso
di perdono e misericordia.”, pag. 17.
Il silenzio di Pasquale Montalto deve essere inteso sempre a livello di curativa
introspezione, perché ciascuno di noi ha il dovere, anche se di rado, di
svolgere un’auto osservazione psicologica per comprendere cosa sta facendo per
sé e per gli altri di edificante. E’ importantissimo questo per capire i
risvolti che si avranno nel futuro: nessuno deve lasciarsi andare o mollare la
presa del coraggio di andare avanti con la consapevolezza di costruire qualcosa
di utile ai posteri. C’è un brano appartenente al romanzo della scrittrice
inglese, sciaguratamente morta suicida, Virginia Woolf (1882-1941), dal titolo
Le onde che riflette, appunto, il concetto altruistico di tracciare un
prosieguo di strada per coloro che verranno dopo di noi.
“(…) Seduti qui a mangiare, a
parlare, abbiamo dimostrato di poter contribuire alla ricchezza del momento. Non
siamo schiavi condannati a subire senza tregua sulle nostre schiene ricurve i
piccoli colpi di sventura che non vale la pena registrare. Non siamo neppure un
gregge, che segue il pastore. Siamo dei creatori. Anche noi abbiamo fatto
qualcosa che si aggiungerà alle innumerevoli creazioni delle genti nel passato.
Quando, rimessoci il cappello sulla testa, apriremo la porta, avanzeremo non nel
caos, ma in un mondo che anche la nostra forza sarà servita a soggiogare, a
farne parte della via illuminata ed eterna”
(Dal volume Woolf Romanzi – I Meridiani Collezione, Mondadori, Milano,
2005, pag. 980).
Non è una presunzione quella di voler fare necessariamente qualcosa da lasciare
in eredità alle nuove generazioni dirette o indirette. L’autore ha studiato e
studia il fluire delle coscienze umane, come se queste fossero una ripetizione
di onde discontinue spinte dal vento contro gli scogli che le annienteranno. Gli
scogli sono, metaforicamente parlando, gli ostacoli, le prepotenze, le prove più
o meno possibili da superare e le onde, invece, sono le nostre voci interiori,
la nostra idea di consapevolezza, la sensibilità acquisita negli anni, la
correttezza che abbiamo verso gli altri. In questo modo, tra onde e scogli -e
non sempre è detto che debbano vincere gli scogli-, si dipana “Il gioco della
vita. (…) che narra di un’energia, / connessa all’infinito cosmico degli
universi / e che richiama il nostro bambino interiore / a mettersi in gioco e
mostrare il suo talento, /ogni volta che se ne presenti l’occasione: / ecco allora
due giochi in allegria e leggerezza / e dei passi, una frase, una figura, / di una
danza che avremo tempo di completare. / Sono i giochi e la danza del nostro
vivere/ in pace e armonia, in libertà e amore”, pag. 9.
Quindi, l’elaborazione delle Parole secondo il poeta Montalto sta
nell’andare avanti comunque per non interrompere il percorso che l’umanità sta
facendo verso la propria liberazione di drammi esistenziali, dalle brutture in
generale, dagli abusi e dall’infelicità sotto tutti i punti di vista.
Sottili e fiabeschi risultano i disegni, inseriti nel Quaderno, della pittrice
Alice Pinto in arte Alì, che emanano anch’essi un senso di forbitezza
specialmente i due volti femminili posti sulla copertina, due ovali contornati
da fiori, code di capelli e solitudine insieme: uno con gli occhi chiusi l’altro
con gli occhi aperti. Il disegno si chiama Maschere e sono due bellissimi
visi di donne fortemente stilizzati che simboleggiano, appunto, un’eleganza
estrema raggiunta poeticamente soltanto con il cuore!.
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Recensione |
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