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La terra che snida ai perdoni
Come chiarisce lo stesso autore, il libro
raccoglie un insieme di brevi saggi e analisi testuali già apparsi su varie
riviste, on-line o cartacee. L'unità,
però, è garantita dal tema: la poesia dialettale abruzzese, anzi, quella legata
ad una parte del suo territorio.
Si tratta, comunque, di un repertorio
significativo che include 12 poeti, i quali vengono presentati da Stefanoni,
poeta anch'esso
e legato per motivi familiari alla regione abruzzese, con quella competenza
critica e raffinatezza che già bene conosciamo.
Il lavoro è sostenuto dal
convincimento (le parole sono di Serrao) che le lingue dialettali costituiscono
un nuovo semenzaio di lingue letterarie. L'affermazione cela in sé la delusione
nei confronti di una produzione poetica contemporanea che sempre più va perdendo
la qualità del canto e dell'armonia.
Leggendo velocemente i vari saggi, ne ho ricavato, un comune atteggiamento, da
parte di questi poeti, nei confronti della loro terra: un amore forte ma anche
fortemente sofferto, che non può fare a meno di annotare storie di povertà, di
sopraffazione; una malinconica elaborazione del dolore sciolto nella bellezza
del paesaggio, nella speranza, o nella fede; un'
umanità profonda. In ogni caso questo
saggio di Stefanoni è un
importante testimonianza, un tributo d'affetto,
un prezioso recupero contro l'oblio.
4 maggio 2017.
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Recensione |
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