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Ancora BarabbaBarabba, più citato che conosciuto in questa epoca di dotta ignoranza, è una figura che merita approfondimento, se non altro per il simbolo leggendario di trasgressione che molti hanno voluto costruirci attorno, e che non corrisponde per nulla allo stato dell’arte e dei fatti. Scrive Benedetto XVI nel suo “Gesù di Nazaret:" In altre parole Barabba era una figura messianica. La scelta tra Gesù e Barabba non è casuale: due figure messianiche, due forme di messianesimo si confrontano. Questo fatto diventa ancor più evidente se consideriamo che Bar-Abbas significa figlio del padre. È una tipica denominazione messianica, il nome religioso di uno dei capi eminenti del movimento messianico. L'ultima grande guerra messianica degli ebrei fu condotta nel 132 da Bar-Kochba, Figlio della stella. È la stessa composizione del nome; rappresenta la stessa intenzione. Da Origene apprendiamo un ulteriore dettaglio interessante: in molti manoscritti dei Vangeli fino al III secolo l'uomo in questione si chiamava Gesù Barabbas - Gesù figlio del padre. Si pone come una sorta di alter ego di Gesù, che rivendica la stessa pretesa, in modo però completamente diverso. La scelta è quindi tra un Messia che capeggia una lotta, che promette libertà e il suo proprio regno, e questo misterioso Gesù, che annuncia come via alla vita il perdere se stessi... A mio avviso questo nuovo poemetto di Angela Greco rende vera giustizia a questa figura, infatti nella Stazione III scrive:
La figura dell’alter ego spunta qui in tutta la sua potenza. Ma cos’è Ancora Barabba? E’ il volumetto, il primo, di una collana che si chiama Bocche Naufraghe ed è edito per Youcanprint. E’ un lungo componimento che narra in poesia, vero poemetto, suddiviso in quattordici stazioni, quante sono quelle della Via Crucis. Recentemente è stata avanzata la proposta di aggiungerne una quindicesima, dedicata alla resurrezione di Cristo; Barabba non risorgerà, ma ogni giorno nasce migliaia di volte nella folle replica di vicende umane che iniziano e concludono, sempre allo stesso modo, stessi drammi. Il poemetto così articolato affronta una serie di temi teologici (sì, perché no?), civili e storici davvero ragguardevoli. Tanto in così poco: i conflitti per la terra, le vicissitudini legate al potere e all’istituzione, l’impoverimento progressivo e ineluttabile dei popoli che si lasciano trascinare come agnelli verso pasque di sangue. Molto lamento e nessuna ribellione nell’umanità non più forte e non più fiera, forti inviti a riflessioni ben più profonde delle solite invettive. Sorge spontanea la domanda successiva: ma è così difficile rivedere e sovvertire tutto quanto non vada bene, tutti vediamo l’ingiustizia, la malediciamo, passiamo oltre. E perché nei fatti non facciamo nulla? E qui mi torna in mente un’altra gigantesca figura recente della poesia meridionale e non. Scrisse Danilo Dolci:
E Angela Greco, coi suoi versi sempre così pieni e ben fatti, fruibili all’attenta lettura, sembra rispondergli idealmente in questo Ancora Barabba, piccolo grande libro di poesia di cui consiglio caldamente acquisto e lettura. - brani scelti -
Non ricordo
dove si è perso
Chi altri
siamo diventati
In lontananza
s’insanguina il cambiocielo.
La spina preme
il costato
Dalle mani
percola sabbia;
Barabba non è
più sicuro |
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