Del sognato
C’è una disciplina di
scrittura in questo libro di poesie Del sognato di Raffaele Piazza. Sembra una
sorta di diario fermo all’anno 1984 e con inciso un nome: Alessia.
Una litania di un amore
lontano in forma di versi o un discorso più ampio in cui il poeta include una
funzione evolutiva dell’attrazione e del rimpianto?
Si evince man mano nel testo
omogeneo, una trama dove si intrecciano sentimento, passione, nostalgia e una
sospensoria vicenda personale del sognato e del vissuto e, dove i luoghi
sembrano essere viventi che brillano di luce, dove tutto trabocca in una onirica
e disincantata sensazione di piacere.
Il poeta descrive una realtà
interiore che si tramuta in un fascino quotidiano fatto di soglie di oceani,
presagi intensi e gioie inevitabili.“..fuori nel delta delle
panetterie avverrà la storia delle nostre congiunzioni..”, in questi versi il poeta
vuole mettere in risalto la sua vicenda sentimentale seppure in un senso
platonico. La poesia si fa sillaba, struggimento, rasenta l’incanto, mette in
evidenza la purezza, il desiderio che si nasconde tra i pensieri, le lettere, le
e mail, i messaggi.
Del sognato vuole essere
il fotogramma di un rapporto che non si dimentica,
una reliquia che si
raccoglie nel cuore per mistificare l’assoluto.
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