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Pietre

Ci sono autori che alla prima lettura lasciano un solco profondo destinato a veicolare altri versi ancora neanche nati. Ho conosciuto Giovanni Di Lena prima che per ciò che ha scritto, per ciò che ha detto. In quel di Matera, nel novembre 2016 presentammo entrambi,e con altri amici, il capolavoro "Getsemani" di Francesco Tarantino. Lo conobbi meglio dopo aver letto la bella recensione che Tarantino fece su "La piega storta delle idee" di Giovanni e attraverso la lettura dei suoi versi. Pietre, la sua nuova opera, conferma nella lettura la sensibilità poetica dell'autore. Il libro è dedicato ad Elisa Claps e Ilaria Alpi, a Giulio Regeni e alle vittime celate nel mistero. Nell'aletta anteriore di copertina Lucio Attorre richiama Carlo Levi ed il suo Le parole sono pietre.

E verrebbe da aggiungere le pietre sono rudimentali armi. Il pastorello Davide che uccide con una pietra il gigante filisteo Golia, il sasso di Giovan Battista Perasso detto Balilla richiamato dalla immagine contenuta nel volume, le pietre dell'Intifada. Episodi accomunati dal ribellarsi, dalla non accettazione del sopruso, pregni di quelle vibrazioni che ritroviamo nelle pietre/versi di Giovanni Di Lena indipendenti e non influenzati dalla consistenza delle forze in campo. Il libro appare asciutto, denso di ferite che non sanguinano più ma che neanche si cicatrizzano. Il verso incede veloce e trasporta.

L'impressione che lascia nel lettore è di sentirsi lucano anche se non lo si è ed alcune situazioni lasciano una curiosità amara di sapere cosa c'è oltre il cantato. Fotogrammi taglienti di ricordi ed emozioni che non vogliono sopire. Leggendo i versi ritornano echi di come fu temprato l'acciaio. L'impressione del lettore è di trovarsi di fronte a ciò che resta della poesia militante. Il verso denuncia, sottolinea, addita. È una poesia che lascia l'amaro in bocca a chi legge. È una poesia che richiama nei suoi echi la frontiera dopo che la frontiera si è liquefatta.

Giovanni Di Lena interpreta il suo che poi è anche il nostro tempo. Il verso non si propone come all'inseguimento della sublimazione o frutto di un funambolismo linguistico capace di stupire ma si presenta come elemento di lacerazione capace di dilaniare le carni salvo a medicarle subito dopo con la poesia stessa. La poesia di Pietre non è né oasi né rifugio in cui ritemprarsi lontano dai clamori del mondo, ma è un catalizzatore emozionale in cui convogliano le contraddizioni del presente, figlie di perduranti disastri. Pietre è anche un incitamento a resistere. Scrive in "al Poeta": La prostituzione morale / è un lusso che si concede / chi burla sé stesso. In Nodi le parole delle pietre portano il peso e in quel peso si riscoprono macigni: Erano tristi gli occhi di mio padre / quando fissarono i miei / quella mattina d'autunno.

Erano pulite e callose le sue mani! Ed ancora: Non aveva padroni mio padre è rispettava la Legge. In un incalzare malinconico respirano gli afflati di solitarie battaglie: Era solo, sempre solo, / ma non ebbe paura mio padre / e quando, a fatica, riuscì / a strapparsi il bavaglio / anche la Giustizia gli fu contraria. // Era un uomo perbene, mio padre / ma aveva gli occhi tristi. Versi che attanagliano i ricordi, versi che interpretano assolate e faticose giornate a Meridione, nel mio Meridione, battaglie per la vita perse non senza combattere. Energie non andate perdute in tante lotte per lavoro ed emancipazione che ce ne hanno fatta fare di strada. Attaccamento combattivo alla propria terra palpabile in la Fenice lucana, facce di bronzo, Petrolio ed in altri versi ancora. Il poeta non lesina denunce. In gradasso i versi diventano ancora macigni: La povertà / è una macchia invisibile / che scheggia l'anima / e dona al corpo / un compiuto senso di resa. Della Lucania violata che più volte rimbomba nei versi di Pietre forse l'emblema è Marconia (1961-2017): Marconia è l'avamposto / di un disagio involontario: / il suo cuore fresco ed audace / è continuamente bersagliato / da un mostro insidioso.

Ci sono versi leggeri come piume altri pesanti come macigni. E i versi di Pietre? La risposta stavolta non sta scritta nel vento ma nel titolo.

Recensione
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