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Diafonie poetiche a contrasto
In maniera efficace e accurata,
Onano e Scarselli mettono in campo il più classico dei temi della nostra
letteratura: la contesa poetica. Lo fanno raccontando criticamente e
approfonditamente l'uno la produzione poetica dell'altro, senza nascondere i
momenti di vera stima e amicizia condivisa che li legano.
Lo scopo è interessante perché la
comparazione mette a nudo due formazioni, due interessi e due strade letterarie
completamente diverse. Sappiamo che Onano ha fatto delle sue competenze di
psichiatra motivo di ispirazione per i suoi testi, andando ad indagare le
categorie della mente e del pensiero per realizzare strumenti di letteratura e
di parola scritta. Scarselli invece si è più annidato nell'espressività della
poesia come poema e racconto anche mitico.
Il confronto è acceso e il libro si
legge velocemente: entrambi entrano pienamente nel gioco delle parti e assumono
il proprio ruolo senza omissioni e giri di parole. Siamo di fronte a due
ritratti accesi che spingono il lettore a riprendere la produzione dei due poeti
per ricercare i quadri tracciati e aggiungere altre immagini.
Ci pare di potere sintetizzare la
posizione dell'uno e dell'altro in queste parole. Scrive Onano di Scarselli:
«La prima fase del pensiero scarselliano è il tema funebre, che sarà ripreso nei
libri successivi e rappresenta la fase esistenziale, sul versante descrittivo
della caducità del corpo umano, impersonato dal corpo paradigmatico della
mamma. Il libro (Pavana per una madre defunta) esplose con grande fragore nel
cielo della poesia, senza che qualcuno lo capisse veramente» (p. 14) [...] «Una
volta messo nel mondo, qui ed ora e controvoglia – sembra dire – tanto vale
dedicarsi allo studio dell'essere nel mondo, attraverso l'osservazione delle
regole che governano la vita e la morte della materia vivente. E qui comincia
la seconda fase della poesia scarselliana, quella della filosofia biologica,
che rappresenta, credo, la parte più originale (p. 16). Onano individua anche
una fase metafisica di Scarselli con il libro Il Palazzo del Grande Tritacarne,
e una quarta, addirittura teologica, con i volumi Genesis e Trionfo delle anime
artificiali.
Scarselli, invece, di Onano
sostiene che la sua e una poesia «squisitamente narrativa» (p. 32) in cui «si
agita tutta una umanità colorata di gente stramba o mentecatta osservata con un
occhio che sta tra lo scientifico, l'ironico e il beffardo» (p. 33). La sua
parola è, secondo Scarselli, molto ricercata, al punto da affascinare per i
latinismi ma soprattutto per i termini aulici e desueti da lui usati. La
contesa di Scarselli ha il suo apice nella disamina del volume Ammuina,
pubblicato da Onano nel 2009.
Questo dialogo polemico, ma
competente e vivo, dicevamo, è un invito a riprendere in mano le opere pin
interessanti di questi autori senza perdere di vista, ovviamente, «i termini
della contesa».
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Recensione |
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