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Letterina di Natale
Questa
minuta raccolta di testi ha pure tutta la forza esauriente in grado di
trasmettere un prezioso messaggio: la buona novella che Gesù è nato, morto e
risorto per la salvezza degli uomini. Così, questa Letterina di Natale ha
il sapore genuino delle piccole e semplici buone cose, del pane quotidiano che
si condivide con il prossimo nella buona e nella cattiva sorte, condito con le
lacrime della sofferenza, intessuto delle vicissitudini familiari. Ha il volto
di persone care che seppur in incontri fugaci hanno lasciato un’impronta di
bene, anche soltanto con un sorriso e una parola buona, o meglio con la loro
attitudine ad amare che, anche con il trascorrere del tempo, non si può
dimenticare, come il cugino della madre Ermanno del racconto Il Natale del
1943, che Gianni Ferraresi ha avuto occasione di conoscere nella circostanza
drammatica della guerra, alleviata proprio da questo inusitato raduno dei
parenti. Questo felice rapporto, scandito da momenti significativi memorabili,
come la Messa di Natale alla quale il familiare lo ha accompagnato, si
prolungherà anche in seguito, con una lodevole fedeltà da parte di questo
congiunto che lo ha sempre preceduto negli auguri per le ricorrenze festive, da
ultimo anche quando l’autore avrebbe voluto fargli visita, trovando però la
sgradita sorpresa della sua morte.
Ne
L’importanza della stalla, attraverso il pretesto narrativo di un racconto
ad un bambino di una storia romanzata che ha per protagonista Maria Maddalena
che evangelizza un ebreo a Marsiglia, si svolge una sorta di catechesi sul
valore della scelta di Gesù di nascere nell’estrema povertà, perché potesse
abitare la nostra miseria e prendere dimora in mezzo a noi: “Si può dire, allora
che il Battesimo, vissuto con Fede, ci porta a far nascere Gesù nel nostro
cuore, molto meno accogliente di una stalla, per liberarlo da tutta la sporcizia
del peccato, e trasformarlo in una splendida dimora, suo rifugio e luogo
privilegiato del suo amore come la stalla di Betlemme.”
Infine,
ne La letterina, affiora un commosso ricordo del padre, evocato, anche
qui, attraverso uno spunto che è quello della letterina di Natale che era
consuetudine infilare sotto il tovagliolo durante il pranzo, tradizione questa,
che al piccolo Gianni costava non poca fatica e impegno nell’assicurarsi che il
foglio fosse privo di sbavature, considerandola uno stanco rituale, salvo
ricredersi, quando, non riuscendo più a trovarla per la dimenticanza della
madre, il papà stesso deve averla rinvenuta e posta a tavola, mostrando grande
apprezzamento. Da allora, l’autore non ha mai mancato un Natale per presentare
la sua letterina, anche dopo essersi costituito una sua famiglia, fino
all’ultimo anno in cui il padre è rimasto in vita, in segno di un grande affetto
e intenerito struggimento che a lui lo legava.
Letterina
di Natale
di Gianni
Ferraresi ha il pregio di far rivivere l’atmosfera fiabesca di una realtà
trasfigurata dalla poesia di un Natale che non è festa occasionale di un giorno
di ricorrenza annuale, bensì è spartiacque che segna l’inizio di una vita nuova
sotto la buona stella dell’amore di Cristo che avvolge e redime l’esistenza:
“Vivrai un Natale permanente tanto più bello e colmo di gioia quanto più lo
Spirito Santo, di cui la stella di Betlemme è un segno, dimorerà in te.”
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Recensione |
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