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Il mio Oltrarno

Vita vissuta del Sindaco di San Frediano e del suo rione

Avevo saputo da un comune amico – Renzo Del Lungo – di questo libro e avendo conosciuto l’autore ad una collettiva a Pistoia, mi ero ripromesso di proporgli uno scambio con il mio “Birbonate Fiorentine”.

Va premesso che il mio interesse nasce dall’essere entrambi nati Oltrarno e dal fatto che sono solo due gli anni che mi separano da Roberto Ciulli, anche se lui vi ha anche abitato e lavorato per molti anni, mentre io, dopo aver frequentato la prima media, mi trasferii con la famiglia alle Cure, perché mio padre lavorava al Ponte del Pino.

La cosa che allora ci univa tutti, noi fiorentini, era il battesimo al Battistero di San Giovanni, in piazza del Duomo, che oggi non usa più e, trovarlo ricordato anche dal Ciulli, me lo ha confermato e ha rinnovato il dispiacere che si sia persa questa usanza.

Tante sono le cose che ho ritrovato: dai giochi con le figurine, ai Giri d’Italia con i tappini, al tifo per il nostro Ginettaccio; quello che invece non è stato rammentato è il mitico “ciri-be”, si vede che la differenza di età, o la zona in cui abitava, lo hanno reso un gioco meno importante e non è finito nei suoi ricordi, dove prevale il calcio, in cui Roberto è emerso.

E’ proprio qui che, ricordando quei tempi, è riemerso un nome che lentamente si era rintanato in un angolo della mia memoria: Alberto Novelli.

Alberto è stato un mio compagno di classe alle medie, che ho frequentato presso la scuola Magistrale G. Pascoli nel viale Don Minzoni, che fungeva da succursale della scuola media Leonardo da Vinci, oggi soppressa. Allora era preside della Pascoli il prof. Oreste Macrì (grande studioso della letteratura portoghese e brasiliana) e vi lascio immaginare la sorpresa quando cinquanta anni dopo l’ho ritrovato come soggetto della tesi di laurea di una mia collaboratrice!

Ma questa è una digressione…torniamo al Novelli, il cui fratello maggiore giocava nel Napoli, mentre lui allora giocava nella SANGER, se la memoria non mi inganna, e solo successivamente passò nella RONDINELLA; quante volte sono andato a vederlo giocare al Padovani, al Campo di Marte, prima che salendo di categoria in categoria arrivasse a giocare in serie A (nella SPAL?) e nella Nazionale Under 21.

Ricordi e ancora ricordi che il libro del Ciulli ha risvegliato!

Riccardo parla della Società Sportiva SEMPRE AVANTI JUVENTUS, che aveva sede in via della Chiesa, ed era l’anima agonistica del nostro quartiere: pugilato, ginnastica artistica (poi trasferita in piazza Santa Maria Novella) e lotta greco-romana, sotto la guida del maestro Cherubini, che si svolgeva in via Sant’Agostino nella chiesa sconsacrata di San Carlo dei Barnabiti, dove ho partecipato al primo campionato regionale.

Non si può trascurare la presenza della società ciclistica AURORA la cui sede era ed è nella porta delle antiche mura in piazza Tasso, va considerato che in quegli anni questo sport era molto seguito, se si pensa che anche i preti andavano in bicicletta, basta pensare a Don Cuba!!!

Il “Mio Oltrarno” ci racconta come eravamo schierati nel Calcio Storico: noi eravamo con i Bianchi (Santo Spirito), anche perché allora – come ci conferma l’autore – i Bianchi facevano giocare i loro calcianti nella squadra dei Rossi (Santa Maria Novella), vivevamo questa appartenenza come a Siena: se nasci in un quartiere lo sei per tutta la vita.

A questo punto non si può parlare che della fede viola e del primo scudetto, di cui rammento la formazione che non cito, ma vi voglio parlare di qualcosa che a quella squadra mi legherà per sempre.

Il ritiro estivo allora era ad Abbadia San Salvatore, dove la mia famiglia decise di passare le ferie e come dimenticare Miguel Montuori, che prima del suo arrivo i giornali battezzarono “il biondo Montuori”! Forse lo scambiarono con Virgili detto Pecos Bill.

E Julinho? Ce l’ho ancora davanti agli occhi con il volto affilato, i baffetti, i capelli neri impomatati, le gambe arcuate, i pantaloni con la piega laterale e le scarpe gialle!!!

Lo avrei rivisto quando tornò a Firenze con il Palmeiras a giocare un’amichevole: i fiorentini hanno una sola “fede”, quella viola sempre, altrimenti sono solo le ripicche di chi arriva dal contado.

Voglio chiudere questo “bagno” di ricordi con l’alluvione del ’66: quello fu un vero bagno di fango e nafta per la nostra Firenze e proprio adesso che è venuto a mancare il maestro Franco Zeffirelli, non posso fare a meno di ricordarlo per il suo accorato appello ad aiutare la nostra città che è città di tutto il mondo.

Grazie Ciulli per avermi portato con te nel nostro Oltrarno!

Giugno 2019

Recensione
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