Introduzione a
Cumulo di polvere
di Gianni Calamassi
il libro

Questa è la seconda raccolta che segue “Ultime illusioni alla finestra”
ed è centrata sulle considerazioni che, a partire da quella, mi hanno portato a
riflettere su quanto precede “Essere humus”: una visione della natura che
mi circonda, della ricerca del mio essere attuale e della sua analisi, fino ad
ascoltare la voce di Dio.
E’ il suono di una campana di cenere “arco enigmatico | e ineludibile” che mi
spinge “verso una piega dimenticata | d’acqua muta ed invisibile” (Il
cielo diviso) e riconoscere che sono una persona sola: “Con la
sofferenza delle cose | Che cambiano inutilmente.” cercando “il nulla nel fondo
della nostra | Anima, ormai inutile cumulo di polvere | con le ultime illusioni
alla finestra”. (Campana di cenere)
Quali sono adesso le aspettative, mi domando, se “L’immaginazione | Che
intrappola cerchi | non è forse – divenuta - una certezza?” (Aspettative);
infatti volgendo lo sguardo intorno mi trovo “tra gente sconosciuta” e nel cielo
“Distanti straripano le stelle | Tra il silenzio e il nulla …” (Cosa
cambia) e anche “La luce intrappolata aveva | già voglia di consumarsi”
mentre la speranza si affida alla parola, unica luce. (Luce)
Solo il dolore può sciogliere i facili pregiudizi, non la pietà e in cielo “Un
ultimo quarto | Logoro di luna, | Spicca le stelle | Nella notte ! Spetezzando.”
(Pregiudizi), non rimane che guardare la natura anche se “… le
eterne | Montagne sparirono nella | Densità del cielo. … “ (Il passero)
Vengo | Ripreso nell’ingranaggio | delle parole …” ma “Sogno incroci,
risvegliare | Mari,….” (L’ingranaggio) e li osservo isolato nel
ritmare dell’onda mentre “Stride il paesaggio orizzontale | Della laguna …”,
anche “Il mare ha più niente da scordare” come me, che mi agito cercando quel
che resta del tempo ed i miei “Gesti non – sono – più importanti oggi | Di
quelli di ieri … .” (Cosa resta ormai)
Le ombre sono agitate e come foglie stormiscono e sembrano nutrirsi del forte
odore “Di primavera sfiorita | Di donne sibilanti contro | il sole ventoso …” ed
anche la parola si spegne tra “echi disordinati” (Echi disordinati),
i pensieri tortuosi conducono ad una decisione, deve “… esser questo il momento
| di monologare con tutti, | senza cambiar tono, | anche con Dio;“ che trasmette
- alle persone - la singolare | esperienza dei peccati.” (Monologare)
La vita segue un suono, come fosse “una musica d’orchestra” ed i poeti “segugi
dell’universo” la seguono “Spesso senza comprendere” come i topi il pifferaio
magico, ma sono sicuri dell’amore che possono condividere con chi li ha voglia
di ascoltarli. (Il suono) Questo suono lo trasporta il vento: è
l’aria con la quale Dio “manifesta la sua presenza” a tutti i popoli ed “E’ nel
vento che nelle notti insonni” cerco la mia risposta “Che in principio fu
l’aria”. (Dio parlò)
Non c’è felicità, io “Conosco solo quello che l’istante | mi dà…| Lasciandomi in
bocca | il sapore di cenere” per affrontare ancora “Una nuova giornata senza
gesti, | senza parole …” (Sapore di cenere). Chi siamo se ci
affidiamo alla “Ridicola reliquia …| Paranoica della penna, | menzogna bieca
ormai …” ? La nostalgia ci spinge rivestita di “sciocchezze senili” per antiche
strade (Siamo noi) in questo mondo che non capiamo più, “ in cui le cose vere |
non si pensano mai “ eppure c’è un “.… unico tema: | la vita e la morte …” di
cui parlano anche le pietre tombali, mentre il tempo “ … continua | a scorrere
senza fermarsi” noi tratteniamo la luce come tele di ragno. (Un mondo di
geroglifici)
“Sotto il cielo concavo | Sapevo riconoscere – solo – l’ombra | Protettiva del
dolore.” Cerco ancora di vedere con le mani l’incanto nell’aria limpida, ma
trovo l’immobilità del buio. (Vedere con le Mani) L’anima viene
risucchiata e rimane il nulla “sospeso nell’aria”, mi accorgo di essere “Senza
dignità, sconfitto l’estro,” e mi guardo intorno, chissà cosa mi aspetto a
questa età, che il brivido mi sfugga? (Un buco sul nulla) Proprio
non saprei…
Ancora un giorno squallido, freddo che si disintegra sotto l’impeto dell’aria e
“La terra – che – rimane nuda”, il mio scheletro, “eretto come un rudere” pare
non accettare questa “Sonnolenta immensità” (Sonnolenta immensità) perché “…
Non ho niente da chiedere a nessuno | E la mia vita come un carro tiro”; attendo
che la mia ombra, compagna di una vita, mi consoli. (Sempre caro)
Dove sono finiti i miei sogni inghiottiti dalla notte? Si sono impantanati con
quelli degli altri uomini (Ricordi) come fossero “Ragnatele sulla volta | Di un
soffitto pallido | In un inverno avanzato”, sono il frutto di “sentimenti
guastati dall’uso prolungato” (Rami spogli) “Ma ancora viaggerà il
vento” sussurrando una preghiera per ogni anima perduta, come per la mia,
scacciando i pensieri di morte (Raccattar cartacce) ricordandomi:
“Dovrai allenarti per la vecchiaia, | sopportare senza avere l’intenzione | di
cambiare niente” (Solo spirito ed evasione) aspettando di divenire
humus.
Maggio 2018
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