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Si tratta di
composizioni dove predomina una pronuncia nitida e senza trasalimenti, capaci di
osservare con distacco il dolore e la solitudine. Nomi di città, "la carta dei
vini", il video che diventa "un caro amico", oppure un "elenco di luoghi"
formano una piccola geografia di oggetti e di cifre dove traspare, nella
semplicità del loro essere, la drammatica complessità della vita. L'autore,
"poco più di un albero spoglio", accorda la propria nudità con la scarna
essenzialità delle cose e trova una sua, per quanto dolente, serenità.
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Recensione |
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