Presentazione
Fragmenta
di Maria Luisa Daniele Toffanin
Palazzo Vivarelli Colonna
Firenze, 18 marzo 2010
Poesia è ciò che sa cogliere
l’universale nel particolare, ciò che sa calarsi nella realtà, non rimanendovi
intrappolato, bensì per trasfigurarla, farne simbolo, metafora, canto.
Troviamo questa definizione di
M. Luisa D. Toffanin in un’intervista rilasciata a Pasquale Matrone nel nr.
96/2009 de La Nuova Tribuna Letteraria. E’ una dichiarazione di poetica
che nel libro Fragmenta trova puntuale, concreta attuazione in ogni
composizione/frammento.
La poesia, come afferma
l’autrice a pag. 13 prae-sente le cose | alla mente ancora ignara e vede
nel visibile il significato altro come quando riscopre il sole | e ne allunga
i raggi.
Per la poetessa la natura
diventa amore nella bellezza dei luoghi visitati, o meglio, vissuti in
estatica sintonia.
C’è l’Italia, quasi tutta
l’Italia in questo libro, un’Italia percorsa, ma soprattutto assaporata palmo a
palmo, fatta propria negli angoli in cui la natura uguaglia il divino e
le bellezze artistiche alitano respiri d’eterno.
Nelle varie sezioni della
raccolta si passa dall’incanto brumoso delle terre di pianura, suoi luoghi
d’origine, alle rocce verticali attorno al ”Parco dei violini “ di Paneveggio
dove Accardo vi fremeva | in sciami-ardite note… | violino reincarnato nel
cavo-abete rosso | dall’armonia segreta | dalla foresta espansa | in musica tra
cielo e terra. (pag.81)
Con Fragmenta tocchiamo Venezia
di fuoco distesa | in molle broccato d’azzurri (pag.94) scorgiamo gli
scogli emersi a Sirolo raggiunti via mare o percorrendo i sentieri del Monte
Conero… e veniamo percossi dal Vento del Mito tra gli scavi di Halaesa e nella
Sicilia tutta, lambita da un mare antico. Un mare che, come a Militello
Rosmarino della poesia a pagina 60, riesce con il suo respiro a circoscrivere e
unire insieme vita a morte a vita. Infatti: Si riposa qui anzi si muore….
essendo…morte così stretta alla vita | così aperto alla luce il mistero.
La poesia tutto assume e
trasforma, esaltandone il fascino.
Accanto al viaggio nella natura,
dove anche l’erbe, i fiori e le piante vengono personificate; un esempio per
tutti lo abbiamo nella poesia “Mia sofora-mia donna” a pag. 52 , accanto al
viaggio intorno alle bellezze paesaggistiche e artistiche d’Italia, c’è il
viaggio nella memoria, in luoghi familiari dove s’erge la figura della madre da
cui l’autrice ha appreso l’arte della vita, e quella del padre che conobbe la
segregazione nel campo di prigionia di Benjaminov e che tornò a casa provato, ma
non vinto: figure esemplari, queste, che riempirono la sua infanzia. Il viaggio
continua nei territori del presente percorsi da dolori e sogni…Non rapitemi
i sogni implora l’autrice che, divenuta petalo piuma fiore, domanda
: Si potrà preparare ancora | nido di nuova gioia?
Risponde e consola l’ultima
poesia a pag. 119 che afferma: E anche il cuore è luce di viole fiorite |
sulla linea ultima del giorno che a noi così non muore. | Miracolo, poeta,
l’infinita nostra attesa.
Fragmenta ha atteso dieci anni.
C’è voluto, infatti, questo tempo per riunire i frammenti di vita raccolti nel
libro da M. Luisa Daniele Toffanin, nata a Padova e residente a Selvazzano.
L’autrice ha insegnato negli Istituti Superiori e ancora, nell’ambito
dell’Associazione Levi-Montalcini, promuove iniziative culturali e di
orientamento scolastico, collaborando a varie riviste letterarie. Questa
presentata è la sua sesta pubblicazione di poesia.
Da segnalare i lusinghieri
consensi critici ai suoi lavori , in particolare la nota di Andrea Zanzotto che
dell’ultima silloge, tra l’altro, scrive: sentimenti che si accordano e
chiamano il lettore lasciando un forte spazio, nella espressione dell’autrice,
anche a una intensità etica, oltre che estetica.
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