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Il mare nella poesia di Franco Orlandini
Orlandini è stato da sempre affascinato dal mare, tanto
che ogni angolo e ogni segreto sono stati da lui tratteggiati, e gustati, con
giochi di luce a dir poco ricchi di armonia e di seduzione. Sono piacevoli le
immagini che guidano l'occhio in direzione dei riverberi, se "un frangersi
flessuoso di cristalli | scintilla sulla riva"... Nel mare Orlandini vede, o
intuisce, la vita, il suo prima e il suo dopo, il compiuto e l'incompiuto,
l'esplicito, e il mistero, come quando, con una vena di malinconia, egli invita:
"Ascolta il mare: sembra | come un rammarichio vasto a noi giunga | da creature
innumero | e da evi lontani, persistente".
Il poeta si è rinnovato nel tremolio delle onde; ha
seguito le navi che prendono il largo; ha visto le vele perdersi in lontananza;
giovani bagnanti riemergere e scintillare alla luce che si affida al vento per
penetrare nel sogno. Movimenti lirici, i suoi, che testimoniano una
freschezza espressiva indiscutibile e che suggeriscono atmosfere da favola,
riuscendo contemporaneamente a veicolare messaggi e richiami sfavillanti per
vastità di respiro, per figurazioni e per accordi musicali.
Contenuti e stile vanno di pari passo; gli uni si
specchiano nella pienezza delle parole e della forma, che è sempre rispondente
ad un canone classicheggiante motivato e dagli esiti scritturali non logorati
dal tempo e dalle mode; l'altro trova consistenza (e non solo) nel muoversi
trepidante di certezze e di attese. Si può dire che nel mare Orlandini ha
trovato la linfa ideale per il suo dire e che lo incontro-scontro che ne è
derivato ha la profondità di un vasto orizzonte.
Ovviamente il mare è pretesto per veicolare allegorie.
Esso si veste assai `n l'abito della nebbia, cosicché i passanti, sul lungomare,
diventano ombre e segni estranei, anonimi, preda di quel mistero che avvolge da
sempre il movimento delle onde e della vita. In questo contesto il poeta ha
inteso anche esprimere un'atmosfera di disagio dovuto alla impossibilità
attuale di dare la stura ad una autentica avventura spirituale: "E' l'ostinata
nebbia che estrania; | che alla bitta d'un molo solitario, | dell'avventura macera
la prora."
Come a dire che rimane soltanto, o quasi, il ricordo di
antichi stupori:"Non passa più la nave d'Argo, gonfia | la gran vela di vento
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e di canti d'Orfeo spirituali, | d'unanime ardimento..." Sia come sia, il mare profuma di primavera antica e
nuova; e sono costanti le tensioni che fanno da sfondo ai vari percorsi
mnemonici e fotografici nella poesia di Orlandini. Un tanto a dimostrare come
egli sappia coniugare alla grande, silenzi, tremolii, ed il canto leggero, o
violento, delle onde che si infrangono contro gli scogli.
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