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Biografia Artistica di Duccio CastelliGennaio 2020 Duccio Castelli è nato a Milano, il 31 Dicembre 1945, dove ha principalmente vissuto e dove vive. Negli anni 80 del secolo scorso è emigrato per alcuni anni in Sud America, a Santiago del Cile, dove è successivamente nuovamente emigrato per vari anni, durante la seconda decade del nuovo millennio. In entrambi i casi per ragioni di lavoro, nel campo farmaceutico, dunque non collegate alla sua attività artistica. Ha vissuto anche in Inghilterra e in Francia. La principale produzione artistica di Castelli comprende letteratura e musica, ma dovendone eleggere una, prevale la veste del poeta.
Castelli compone le sue prime poesie all’età di dieci anni, nel 1956. Salvatore Quasimodo, amico di amici di casa, le legge e le apprezza, ma dice di non farsi illusioni, perché “quasi mai chi scrive da bambino, poi continua”. Il decenne Castelli allora, effettivamente, tace. Ma solo per pochi anni, e a sedici, ritrova la vena poetica, che non lo lascerà più. Comporrà infatti 760 poesie nell’arco di una vita, peraltro ancora in corso (la vita e anche le poesie). A diciassette anni si cimenta con la prosa e scrive un primo racconto: "Una ragazza per quattro mesi", ispirato ad un amore e ambientato in un immaginario paesino vicino a New York. Italo Calvino lo legge e lo apprezza molto, dando al giovane Castelli preziosi consigli assieme a una paterna amicizia. Una lettera di Calvino a Duccio Castelli adolescente è attualmente (dal 2019) negli archivi dedicati alla Letteratura Italiana, della Columbia University di New York. C'è durante la prima metà della sua vita, introverso e timido, e scrive solo per se stesso e.. per le sue creature, per una sua intima esigenza. Significativo è il titolo della sua raccolta poetica del 2019.. dove “scrive per le sue poesie-figlie”). C. mostra raramente in giro quanto scrive e rifugge da concorsi letterari, mondanità e circoli politici. Sui trent'anni lo legge uno scrittore affermato, Pier Angelo Soldini, consulente di peso di una grande casa editrice (Ceschina, non più esistente) che vorrebbe pubblicarlo, ma Soldini muore e la collana cessa. Castelli la prende male.. e ricomincia a scrivere solo per se stesso. La necessità artistica di comunicarsi, viene in C. in buona parte appagata dalla sua attività musicale jazzistica, che lo vede strumentista e cantante su palcoscenici di jazz tradizionale in diverse parti del mondo. Ciò gli permette di tenere nascosta nel suo cassetto la sua poesia (e la prosa). Alla soglia dei suoi cinquant'anni avviene un cambio. Egli coglie un’occasione per farsi pubblicare un primo libro, una selezione di poesie di sue varie epoche: "Emigranza" (un suo neologismo). Ecco che – seppur tardivamente – Castelli scende infine nell’arena. Da allora saranno pubblicati, in venticinque anni, 20 libri, qui in fondo ordinati ad iniziare dal più recente, per poi andare indietro nel tempo.
• LE POESIE CHE MI SONO FIGLIE / 2019 * POESIE PROSE E JAZZ / 2018 • GOUACHES LETTERARIE / 2016 *Alfredo Espinoza - JAZZMAN - Legendario y oscuro /2014 /
(edizione spagnola) • S’E’ FATTO TARDI / 2012 *Alfredo Espinoza; JAZZMAN ; Legendario y obscuro /
(edizione originale italiana)/ 2011 • FERMOPOSTA PARADISO / 2009 • SGOMBERO TUTTO / 2008 • DOVE SI FORGIANO GLI UOMINI / 2007 • 121 POESIE / 2007 • DUE ED IO / 2006 • POESIE SCELTE / 2005 • AMOLORE / 1998 / (Edizione testo a fronte italiano –
spagnolo) • AMOLORE / 1998 • TEMPO BARBARO / 1997 • CREDITO D’AFFETTO / 1995 • DOPPI E META’ / 1994 • EMIGRANZA / 1993 • UNA RAGAZZA PER QUATTRO MESI / 1963 (Ma edito solo nel
1995: oltre 30 anni dopo) Duccio Castelli, pur pubblicando da un quarto di secolo, non ha quasi mai partecipato a concorsi o altro. La sua via letteraria è stata libera da qualsiasi condizionamento, anche grazie alla sua personale indipendenza economica dal mestiere di scrittore. Prima di concludere con un riassunto della attività musicale di Duccio Castelli, si sottolineano tre circostanze più significative: * Nei primi mesi del 2020 si terrà alla Columbia University di New York la presentazione per la donazione alla Columbia U., da parte di Duccio Castelli, di una lettera letteraria che nel 1963 gli scrisse Italo Calvino. Con l’occasione si consegneranno delle copie dell’ultimo libro di Castelli (“Le poesie che mi sono figlie” - 500 poesie - West Ward Ed. - 2019); * In una linea di potenziale simmetria, potrebbero seguire lo stesso destino, i positivi e numerosi carteggi artistici indirizzati a C. da due importanti maestri italiani (del cinema il primo e della canzone il secondo): (in ordine alfabetico): * Pupi Avati e * Paolo Conte
Duccio Castelli ama profondamente e fin dalla tenera infanzia ogni musica purché – secondo il suo sentire, bella. C. Inizia a suonare il trombone a coulisse da autodidatta, a quindici anni. E’ spinto a farlo per potere entrare a suonare nella banda-Jazz pressoché di bambini, capitanata dal cugino Vittorio Castelli e col cugino Guido Castelli. Per comprendere lo spirito della cosa, è utile cercare per esempio il film di Pupi Avati “Jazz Band”.. D’altro canto era dell’epoca del dopoguerra la moda di partecipare al revival del “Dixieland”, memori e alla ricerca di una interrotta “epoca folle”, quella del Charleston, esplosa entusiasticamente tre decenni prima, nell’America degli Anni Venti, “ gli Anni Ruggenti… The Roaring Twenties”! In quei contesti, poco prima dei cugini Castelli, altri personaggi d’altre arti erano transitati per tali curricula da jazzmen, ad esempio Lucio Dalla, Pupi Avati (entrambi clarinettisti, come pure Renzo Arbore) o Lino Patruno famoso nei Gufi. Per non parlare, a New York tutt’oggi, del – per l’occasione – clarinettista… Woody Allen. Duccio Castelli, dopo una ventina d’anni di attività modesta – in realtà non era uscito dallo schema “infantile” delle origini - emigra in Sud America e lì incontra la sua “Età del Jazz”. In Cile, a Santiago, entra e rimane per anni nella eccellente band nazionale di ottimo livello internazionale, “Retaguardia Jazz Band”. Qui incontra - a sua volta appena tornato come Ulisse alla sua terra natale - Alfredo Espinoza (El Legendario Flaco, El Chileno.. de Paris y de Buenos Aires), al cui fianco Castelli suonerà per tre anni, assetato delle sue strepitose note ed armonie. Quanto è successo da quei giorni sudamericani in poi è pura passione, vita, flash e ricordi. Con le parole di Duccio Castelli concludiamo tracciando pennellate impressionistiche: “Ho suonato e cantato, ho sbagliato e fatto bene, con nomi importanti e non, con grandi artisti noti o meno noti e con modesti strumentisti e modeste cantanti. Ho composto un brano alla scomparsa della Principessa Diana e dato un testo a due canzoni di Espinoza, ho suonato per alcune band che qui ricordo con particolare piacere: la Retaguardia Jazz Band, la “Portena Jazz Band” di Buenos Aires, i Riverboat Stompers di Pavia, poi con le mie band, il “Barcelona Milan Washboard”, e il “Duccio Swingers”. Festival e palcoscenici in ogni luogo, come a Breda vincendo il Concours del 1996, a Dresda, a Marciac, ad Ascona, New Orleans, Cantanede in Portogallo, Roma, Saint Raphael, Vina del Mar, Vancouver, Antofagasta, Lugano, Edinburgh, Sacramento, Parigi, poi varie volte per televisioni RAI sui tre canali, TV nazionali del Cile, numerose radio, teatri, club, feste, jam sessions, ed anche in un film (Escape al Silencio di Diego Pequeno). Credo che un amateur possa avere avuto più felicità che un professionista: io ne ho avuta tanta. Grazie.” |
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