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Alleluia in sala d'armi. Parata e risposta

Alleluia in sala d'armi, parata e risposta, di Rossano Onano e Domenico Defelice, è raccolta degli epigrammi a modo di schermate e rampogne alla società civile da parte del primo, e di stoccate di rinforzo del secondo, che essi si sono scambiati in ventisei mesi su Pomezia-Notizie, da aprile 2012 ad aprile 2014. Hanno dato vita ad una rubrica e oggi a un teatro di ventisei pièce che sono testimonianza da parte di due osservatori che non fanno sconti, usando un lessico mirato e provocatorio; non per niente in copertina sono rappresentati un elmo, una spada e uno scudo.

La prefazione è di Giuseppe Leone, il quale spiega le ragioni della dismissione di tale appuntamento, ugualmente espresse dai due autori. Onano dichiara di avere guardato l'immagine di un bambino vestito da Papa dato in braccio allo stesso Papa Francesco. Defelice in risposta, spiega all'amico, le ragioni che lo portarono a dismettere dal dipingere, quando assistette al “codazzo” al seguito del Presidente Pertini, nella penosa situazione del pozzo che inghiottì Alfredino in località Vermicino (nel 1981). Angelo Manitta, l'editore, in quarta di copertina, dà un tocco classico facendo riferimento a Quintiliano (I sec. d. C.) a proposito della satira.

Ad ogni buon conto preciso che Domenico Defelice da alcuni anni dava punzecchiature a dritta e a manca, sulla rivista da lui diretta, prendendo spunto da eventi interni od anche da quelli di risonanza internazionale, chiamando, gli epigrammi, “Alleluia”; a tali battute o “pasquinate”, ha dato manforte Rossano Onano, interrompendo di colpo, per le ragioni di cui si è detto sopra. Ecco quindi che i due autori fanno un derby, riproponendo in concentrato, le battute che si sono scambiate, intendendo con il titolo le canzonature dell'ospite e le risposte del direttore. Due autori penetranti, inclini ad interessarsi a questioni sociali; diciamo sinteticamente, uno in maniera mordace, l'altro in maniera umoristica. L'analisi del linguaggio, mette in risalto gli aspetti dello specifico genere letterario (p. es. parodia, sberleffo, irrisione, ironia, sermone), che la società non si fa mancare e che, purtroppo, oltre che fare indignare, mette tristezza (al sottoscritto).

Perfino il proverbiale uomo della strada sarà stufo del malcostume che serpeggia ovunque. Troviamo di tutto: dal salotto televisivo (non importa di quale canale), alle femministe di casa nostra e a quelle della Somalia; dalle manifestazioni dei gay, sostenute dalla Sinistra, la quale, a detta loro, non si mobilita per es. per le marocchine stuprate, agli stipendi d'oro e ai vecchietti abbandonati in case di cura; ai giovani propensi ad insegnare agli anziani, ma a loro volta non disponibili ad apprendere il vissuto dei più grandi, e così via; molto ci sarebbe da aggiungere se ci si soffermasse su ciascuna pagina. Il malcontento sta saturando la società civile, come Trilussa raccontava; il sottoscritto, terra terra, osserva che Pulcinella ridendo e scherzando diceva la verità.

Direi che se Rossano Onano, osservando, semina rampogne; Domenico Defelice, raccogliendole come provocazione, vi tesse versi. Forse con Alleluia in sala d'armi, parata e risposta, essi hanno voluto erigere un monumento (come quello di Pasquino a Roma) per non disperderne il senso e questo è sempre positivo perché arricchisce il confronto delle idee. Personalmente dico che avere letto le battute alla prima apparizione, è stato sufficiente a mettere in sommovimento lo sdegno; adesso leggerne in concentrato, centuplica la rabbia e mette in conflitto con se stessi, e questo può giustificare l'intento, civile, degli Autori.

Penso che capiti che si venga folgorati da una emozione particolare, che faccia smettere un'attività, qualunque essa sia: fastidio misto a malinconia in Onano, esecrazione mista a pena in Defelice; in entrambi v'è un sentimento conflittuale che non poteva lasciare loro, fare finta di niente. Hanno scelto di rendere partecipi, del proprio disagio, il lettore, ciascuno con una propria motivazione, ribadita nella prefazione di tre fitte pagine. Rispettabili sono le cinque pagine dei curriculum dei due autori, destinati ad accrescere.

Recensione
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