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Anna Ventura nella presentazione spiega: il titolo è dovuto a un personaggio che "Non è un buffone, ma un dignitario della corte di Filippo II, con bel nome spagnolo: Don Diego de Acedo, El Primo.". Nella figura dell'essere deformato, si cela la metafora del mostruoso o del libertinaggio; "il poeta è attentissimo a molte altre espressioni della società umana, spesso le più deplorevoli e grottesche.", avvertendo che, sotto l'aspetto sarcastico. si svela il senso umano e religioso del poeta.

Il libro è un tascabile, comprende 38 composizioni senza titoli, da soli due versi a otto pagine, che fanno ritenere trattarsi di un discorso ininterrotto. L'opera di Rossano Onano mi pare psicopoesia o fantapoesia. ora è fatta di gnomi e ghiri, mago Merlino, fata Morgana. Lancelot e Ginevra; ora di Marylin Monroe e di "detrazioni fiscali a merito della bonifica".

Troviamo il Nano del titolo "silenzioso / seduto sulla severa cadrega d'ebano" (p. 27). mentre nelle scuole si consumano spinelli, si usano telefonini, si sfregano giovani d'ambo i sessi. Si richiamano problemi di ospedalizzazione in chiave ironica con suorine c vecchi al "capezzale asperso di miele", "casi da soddisfare l'appetizione naturale glucidica" (37); il "rotto imene" (39) mi ricorda l'antica usanza di esporre il lenzuolo appeso fuori alla finestra dopo la prima notte di matrimonio a riprova della illibatezza, Cita e Jane sono due rivali che si contendono Tarzan; "macchine falciano, le mani mozze, dei nemici, le cortigiane guerresche" (70).

Quello che mi pare di avvertire è il senso di solitudine in questa società che ha dismesso i valori. divenendo simile ad una foresta: l'uomo solo su treno (p. 31) osserva donne sole, fra esse c'è anche un travestito. l'uomo solitario (13) intento a raccogliere cicoria non contaminata da cani e gatti o da residui di accoppiamenti umani, si ritrova a casa la sera ancora in solitudine. Il solitario (14) osserva le panchine del parco e quando si liberano lui si siede "non ha gli occhi per piangere"; oppure e il rocciatore che scala la montagna (44), od anche è quello della mongolfiera (45); ma non è un'aquila. Anche nella moltitudine si continua a stare da soli. bivacchi, racconti intorno al fuoco, internet. bambini in cerca di nonni (gerontotilia), il vulcano che erutta; la ricerca di una religione.

Rossano Onano inventa nuovi miti: vento e ventre, luce e civetta, donna bellissima mostruosa. Lo stesso titolo Nano di Velàzquez è emblematico: non è l'epopea del Nano, né riguarda Velàzquez. Si avverte pure il senso della diversità (Anna Ventura ci aveva avvertito): due mondi opposti e frammisti in cui il Poeta scruta; ma il lettore rimane confuso davanti a visioni tra il trasognato e il surreale. Il piccolo poema di otto pagine (51/58, così lo definisco), si anima di scafisti e persone di altre terre, riti tribali, mette in evidenza l'assoluta dipendenza dalla tecnologia raggiunta (per esempio, dai telefonini).

Rossano Onano, nato nel 1944 vive a Reggio Emilia. è medico psichiatra (lo scopro alla fine della lettura, dalla quarta di copertina), entra nei meandri della psiche umana per professione, ma anche qui. credo. che continui a farlo. Le sue generalità fanno assonanza con il titolo ("nano", ma è solo un caso). In quanto allo stile, direi che Egli si allinea ad una poesia moderna, che io oso definire prosa versificata, senza togliere merito al suo messaggio sociale.

Recensione
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