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Rodografie
Lucia Gaddo Zanovello, è nata a Padova nel 1951,
ha insegnato Lettere ed è appassionata di argomenti filosofici e spirituali, ama
la natura. Ha al suo attivo una quindicina di opere poetiche ed altre di storia
e di saggi letterari. Il compositore greco Sotiris Sakellaropoulos le ha inciso
un CD, mentre la scrittrice greca Rika Mitreli le ha tradotto sei testi. La
copertina di Rodografie è dell’autrice, la quale spiega con una nota, che
la scelta è dovuta al fascino di questo fiore che inebria l’anima: “La rosa
bianca di Bergamo”. In appendice la nota critica di Claudia Manuela Turco,
estratta dal saggio Giardini di Carta (2011), ne traccia un profilo.
Il suo lessico è fortemente impregnato di natura
arborea floreale. In quanto allo stile non mancano il fascino musicale e
associazioni di parole che producono paronomasia, rima e assonanze. Leggiamo: “Ah,
la rosa, si posa/ radiosa alla sposa che osa/ aprire all’amore il suo fiore.”
(pag. 12).
La sua poesia svolge funzione immaginifica e
musicale; usa parole inusitate, come algore, buiore, coccolosa, nubenda, osserva
il campo verde dello schermo del computer; e modula verbi, come “Autunnano
alle porte brevi paradisi/ e la luce quieta/ di uno stare senza fine/ spande oro
sui vetri/ alla finestra dei presagi.”
Lucia Gaddo Zanovello ama i fiori perché parlano
stando in silenzio, comunicano più delle voci umane che sono assordanti e non
dicono nulla. Si abbandona, ma sa che “Non lacrima più chi ha speso tutto il
cuore.” (pag. 32). Ai piedi dei Monti Euganei e nella metafora della vita
arborea, è alla ricerca delle proprie radici; e, forse anche, alla componente
metaforica della femminilità di Venere.
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Al Premio Poesia Edita “Leandro Polverini” ed.
2012, Rodografie di Lucia Gaddo Zanovello, ha ottenuto il 4° posto nella
sezione poesia naturalista con la seguente motivazione: “Sembra
che la sola poesia scritta ad un certo punto non basti più e il ritorno ad una
lingua primigenia fa restare con i piedi saldati, immersi nella terra e riesce a
condensare nello stesso verso naturalista il vedere e il sentire, l’immagine e
il concetto, il racconto reale e l’elemento fantastico.”
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Recensione |
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