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Carmelo Ciccia

I cognomi di Paternò

oltre 2000 cognomi di Sicilia e d’altrove
Significato - Etimologia - Attestazione

1a ediz. 1987
Assoc. Turist. Pro Paternò - Paternò

2a ediz. 2004
Centro di Ricerca Economica e Scientifica - Catania

3a ediz. 2014
Testo revisionato per Literary.it - Padova


Introduzione


A - D


P - Z


Bibliografia
e note

E

Egitto. 1) Dall’omonimo Stato africano (Caracausi); 2) “trovatello” (Rohlfs).

Elía. Ebraico El-Yah = “Il vero Dio è Iavè”.

Emanuele, Emmanuele. Ebraico Immanu’El = “Dio è con noi”.

Espòsito. “Esposto in strade o altrove, abbandonato dai genitori, trovatello”.

Eurosi. Riflette il culto nell’Italia Settentr. di S. Eurosia, leggendaria martire spagnola del sec. VII-VIII, festeggiata il 25 giugno: il suo nome può essere riportato al greco euróia = “corso facile e copioso, propizio e di buon successo” ed interpretato come augurale: “che tu possa avere una vita senza difficoltà, propizia e ricca di successi materiali e morali”.

F

Fabbri. Dal latino faber = “fabbro”. • Frequenza: in Italia 46°. È il primo cognome a Forlí e Rimini. • Attestaz.: Alésandros Faber, Sicilia, 1142.

Fabiano. Latino Fabianus, nome o soprannome prediale derivato da Fabius, nome della gens Fabia, probab. da faba = “fava”.

Fabri. Variante di Fabbri.

Facchín. Cognome veneto: “facchino”. È errata la pronuncia piana Fàcchin. Il Pellegrini lo fa derivare dall’arabo al-faqih = “giureconsulto”, “dottore o teologo musulmano”, “giudice”, “scriba”, “maestro elementare” e (per successiva degradazione semantica) “povero”, “portatore di merci”. In Europa fu latinizzato in Alfaquinus. Il Caracausi si associa al Pellegrini. Recentemente è stata avanzata l’ipotesi che si tratti d’un alterato dell’antico antroponimo tedesco Facco (francese Facq o Facques), diffuso anche in Italia, dal germanico fag = “gioia” (Dauzat). Lo Zingarelli e il Sabatini-Coletti lo definiscono d’etimologia discussa, ma danno come probab. quella del Pellegrini. • Attestaz.: Fakino, sec. XIII; Nicolaus Fachinus, Italia Merid., 1325.

Faconti. Cognome centro-settentr. presente in una ventina di comuni italiani, con rare occorrenze in Sicilia. Probab. corruzione di Facondi, dal nome personale latino Facundus = “che parla molto bene”. (Caracausi)

Failla. “Favilla, scintilla”. Il latino favilla, identico nell’italiano d’oggi, ha dato le forme faylla, fagilla, failla, faidda. Tuttora la forma failla è viva e corrente nel dialetto di Bronte (CT), piú vicino al latino stesso, mentre faidda è voce di quello di Paternò e siciliano. • Attestaz.: Leo Fagilla, Cava dei Tirreni, 1019; Leo Fagilla, Amalfi, 1085; Nicolaus Iohannis Failla, S. Maria di Malfinò, 1325; Symon Fagilla iudex, Messina, 1329.

Falanga. Latino phalanga, greco fálanga (accusativo di fálanx) = “pancone fra barca e terra”, “palanca”, “pontile”, “ormeggio”, “gabella per ormeggi”, “cilindro o rullo per fare scorrere oggetti pesanti”, “antica barca africana”. • Attestaz.: Philippus Falanga, S. Maria di Malfinò, 1313; Jacobus Falanga, Messina, 1319.

Falcone. Soprannome dall’omonimo uccello (in latino falco, -nis), esaltato per le sue nobili qualità e il cui uso era frequente anche a Paternò, come testimoniano la torre dei falconieri, attualmente campanile della chiesa di Maria SS. dell’Itria, e la via Falconieri che dà nome ad un intero quartiere. Toponimo in ME e altrove. • Attestaz.: Falkunu, Sicilia, 1166; Falkone, ibid., 1221; Antonius de Falchone, Palermo, 1283.

Fàllica.Per i greci tà falliká erano i canti e feste in onore del fallo — emblema di fecondità, generazione e trasmissione della vita — e di Dioniso (cfr. la Poetica d’Aristotele, glischolia su Aristofane, il Lessico d’Esichio e quello di Suida); e al fallo si è portati a pensare d’acchito in presenza di questo diffuso cognome: ma al riguardo varie possono essere le ipotesi. 1) Femm. di Fàllico, cioè “luogo pendente”; 2) cfr. Fàlica, toponimo in ME, e Fàllico, cioè “in onore di Priapo” (Rohlfs) e quindi “attinente o dedicata al fallo”: greco falliké, latino phàllica; 3) toponimo Fallicha e vicus presso l’Etna (CT), citato dal Fazello, e Fàleca/o (ME), dal calabrese hàlaku, fàlaku, hàliku= “dirupo roccioso e inaccessibile”, con i toponimi Fàlica, Fàllaco, Hàlacu, Hàlica, neogreco Chálikas, Chálikos, forse dal greco antico chaláo= “allentare, allentarsi” o da chálix= “ciottolo” (Caracausi). • Dell’intitolazione della via Fallica si meravigliò lo scrittore torinese Carlo Levi, quando, trovandosi a Paternò nel 1951 “tra i piú splendidi aranceti” durante la festa di S. Barbara, incrociò tale via; ma fu assicurato dai compagni paternesi “che non è che un nome di persona”. [11] • Frequenza: a Paternò 9° (per cui è uno dei cognomi tipici di questa città).

Fàllico. 1) “Luogo pendente”, dal frequente toponimo e cognome merid. Fadda = “costa, falda di monte”, a sua volta dal germanico falda (probab. introdotto dai longobardi) = “falda”, “piega”, “pendio”: cfr. anche il toponimo Fallo, già Faldum, (CH) nel Diz. di Topon.; 2) in onore di Priapo (Rohlfs); 2) dal toponimo Fàleca in ME e Fàllico in CT (Caracausi, che esclude il Rohlfs).

Falsone. Alterato di falso.

Famà. Neogreco Famás. Toponimo in ME e CZ.

Farace, Faraci. 1) “Piccolo mare, seno, piccolo golfo” (Traina), e in questo caso dal neogreco farákion, diminutivo di fáros = “faro” (cfr. Faro e Lo Faro); 2) arabo farag o farah = “gioia” (Pellegrini, Rohlfs e Caracausi); 3) anche varianti di Faraco, neogreco Farákos, e anche greco charákion = “incisione” (Caracausi). • Attestaz.: Faráki Beiskómes, Sicilia, 1137; Tomasius Farachius, Catania, 1210; Nicolaus Faracius, Brindisi, 1274 (Rohlfs); Farachius Levi, ebreo a Palermo, 1286.

Faranda. “Faràndola”(da fa ronde = “fa giri”), danza a catena con accompagnamento di pifferi e tamburelli, tipica della Provenza: cfr. “La farandola dei fanciulli sul greto” (Montale, Ossi di seppia) • Attestaz.: Farandas, Naso (ME), sec. XII (Rohlfs); Farandas f. Iohannis, Amalfi, 1180; Farántos, cognome neogr. (Rohlfs e Caracausi).

Faranna. Variante di Faranda con assimilazione dialettale della d alla n.

Farina. Cognome dovuto ad attività lavorativa connessa alla farina, dal latino far, farris = “farro”. • Frequenza: in Italia 65°. • Attestaz.: sec. XII.

Farinato. “Infarinato”.

Farini. Da Farina o alterato plur. di Faro.

Faro. 1) Dal toponimo in ME (in cui è Punta Faro, detta anche Capo Peloro) e altrove, in Italia, in Portogallo e in Egitto: neogr. fáros, latino pharus = “faro” (cfr. Lo Faro); 2) raro nome personale dal germanico fara = “gruppo familiare di lotta” (De Felice). • Attestaz.: Rimbaldus de Faro, Palermo, 1283; Fáros Mesínes, S. Maria di Messina, 1325.

Farruggio. Arabo farrug(ah) = “pollo, gallina” (Pellegrini e Caracausi). • Attestaz.: sec. XII.

Fascetto. Alterato di fascio o del nome personale Fassio, variante settentr. di Fazio. (Caracausi)

Fasone. Alterato di Faso, dal latino falsus e dialettale fàusu = “falso”, o ipocoristico di Bonifaso = “Bonifacio”. (Caracausi)

Fata. “Maga”, “farfalla”. (Dialettale)

Favata. 1) “Vivanda di fave” (Rohlfs); 2) “campo coltivato a fave” (Caracausi).

Favazza. Alterato di fava. Toponimo Favazzina in RC.

Fazio. Afèresi del nome personale Bonifazio, variante di Bonifacio, in latino bonum = “buon” + fatum = “destino”, ma popolarmente interpretato come “colui che fa il bene”. • Attestaz.: Facius de Parma, S. Maria di Malfinò, 1296; Symon de Facio, Palermo, 1328.

Fazzio. Variante di Fazio.

Felice. Da un antroponimo augurale d’origine latina: “possa tu essere felice!”. Nome di vari papi, antipapi e re.

Ferlazzo. Alterato del dialettale ferra = “fèrula”, da cui il toponimo Ferla in SR.

Ferlito. “Feruleto”, luogo di fèrule, e Feroleto della Chiesa, toponimo in RC. • Attestaz.: Ferolito, Cava dei Tirreni, 991;

Ferrante. Deverbale di ferrare, usato anche come nome personale. In francese: cheval ferrant = “destriero dei Paladini” e maréchal ferrant = “maniscalco”. Il De Felice, il Cosmai e il Sala Gallini-Moiraghi lo collocano in parallelo con l’antico francese Ferrand o Ferrant e lo avvicinano al termine napoletano ferrante che indica il colore dominante grigio-ferro e rossiccio (tra peli neri, grigi, bianchi e bai) del mantello di certi cavalli dell’epica cavalleresca.

Ferrara. “Ferriera, ferraia”. Dal latino ferraria = “miniera o officina del ferro” e dialettale firraru = “fabbro, maniscalco”. Toponimo in Emilia-Romagna. • Frequenza: in Sicilia 25°, in Italia 25.

Ferraro. Dialettale firraru = “fabbro, maniscalco”. • Frequenza: in Italia 56°. • Attestaz.: sec. XIII.

Ferraú. Antico francese fils = “figlio” + (de = “di”) Raoul, nome corrispondente all’italiano Rodolfo e merid. Rao. (Caracausi) • Attestaz.: sec. XI.

Ferrea. Cognome dell’Italia Nord-occidentale, attinente al ferro.

Ferrera, Ferreri, Ferriero. Cfr. Ferrara e Ferraro.

Ferrigno. “Di ferro” o “forte come il ferro”.

Ferrisi. Etnico di Ferla, toponimo in SR, in dialetto Ferra = “fèrula”.

Ferro. Cognome dovuto a mestiere relativo al ferro o a qualità del ferro. Toponimo in varie regioni. • Frequenza: in Italia 105°.

Festaino, Festanio. Forse sono forme corrotte di Fustaneo = “fustagno”, con influsso di Festa. (Caracausi)

Fiammetta. Alterato del nome personale femm. Fiamma, dovuto a somiglianza coi caratteri della fiamma (caldo, luce, sentimenti, fede).

Fiasco. Cognome dovuto a somiglianza col fiasco o ad attaccamento al suo contenuto, con esclusione del significato di “fallimento”.

Ficarazzi. Toponimo in PA e altrove, che s’interpreta “fichidindia” o “fichi selvatici”.

Fichera. “Ficaia”. Catalano figuera, spagnolo higuera (pronuncia ighera), veneto fighera. Dal latino tardo ficaria = “pianta di fichi” e “ficheto” o “fichereto”, cioè terreno piantato a fichi. Toponimi Figueira, Figueras e Figueres in Spagna.

Fieni. Cognome sparso in un centinaio di comuni italiani del Centro-Nord. Probab. riconducibile al greco Ifighéneia = “Ifigenia”.

Filetti. 1) Dal dialettale filettu = “lombo”, “costola”, “filettatura”, “parte della briglia”, “striscia (anche di terra)”; 2) “felceti”, boschi di felci, dal latino filicetum, filectum (Caracausi). Toponimo Felitti in SA, Filettino in FR, Filetto in CH, Feletto in TO e S. Pietro di Feletto in TV. • Attestaz.: Leo da Filictu seu Filectu, Amalfi, 1157-1197.

Filippelli, Filippino, Filippone. Alterati di Filippo, dal greco fílippos = “amante dei cavalli”. • Attestaz.: Bandinus de Philippone, Palermo, 1258.

Fillòramo. Cfr. Filòramo.

Filòcomo. 1) Dal nome personale greco Filócomos = “amante di feste e danze” (Rohlfs); 2) variante di Filògamo.

Filògamo. 1) Greco antico filógamos = “bramoso di nozze” (Caracausi); 2) variante di Filòcomo.

Filòramo. 1) Forma errata di Filògamo; 2) Florimont, personaggio dell’antica epopea francese.

Findanna. Femm. del nome personale Findanno (= “fin d’anno”), imposto a ricordo della nascita avvenuta alla fine dell’anno.

Finelli. 1) Alterato di fini o Fine (cfr. Di Fini); 2) afèresi di cognomi come Serafinelli (da Serafino), Alfinelli (da Alfio), Ruffinelli (da Ruffino) e simili.

Finocchiaro. 1) “Raccoglitore e/o venditore di finocchi o loro semi”, che spec. nel Medioevo erano largamente usati a scopo medicinale o balsamico: dal latino feniculum/fenuculum = “finocchio”, alterato di fenum = “fieno”; 2) latino fenucularium = “campo di finocchi” (Caracausi).

Fiore. Da un nome personale significante “bello come un fiore”. Nome d’alcuni santi. • Frequenza: in Italia 72°. • Attestaz.: Simon de Flor, Palermo, 1283.

Fiorella, Fiorello. Alterati di Fiore.

Fiorenza. Da un nome personale derivato dal latino florens = “che fiorisce”. Antico nome di Firenze.

Fioretto. Alterato di Fiore.

Fiorito. Esprime la soddisfazione per un lieto evento avvenuto dopo un’attesa o per le qualità d’un figlio “bello e forte come un tronco in piena fioritura”. Toponimo La Fiorita in CT. • Attestaz.: domnus Fluritus, Cava dei Tirreni, 1058; Basiléios Florîtos, pergamene greche di Sicilia, 1133?; Floritus, Montevergine, 1174.

Fisichella. In siciliano fisica significa “filosofia naturale, scienza della natura, arte medica” (Traina) e in latino physicus, greco fysikós “filosofo naturalista” e nel Medioevo “medico non chirurgo”. Inoltre negli antichi cenobi benedettini si chiamava medicus chi esercitava l’arte medica e fisicus chi aiutava in quest’esercizio o apprendeva l’arte. Pertanto questo cognome può indicare una donna che esercitava la medicina, un’aiutante del medico ovvero sua moglie o figlia.

Fiumara. Toponimo in RC e ME.

Flaccavento. “Che rompe o indebolisce il vento”: nome d’antica famiglia nobile di Catanzaro (Rohlfs in Caracausi). • Attestaz.: Michael de Fiancavento, Palermo, 1333.

Flàmmia. Cognome accentrato in Campania e sparso in un centinaio di comuni italiani. Dal latino flammea = “di fiamma”, cioè rossastra, ardente, o flammula = “piccola fiamma”.

Floresta. Spagnolo floresta = “foresta”. Toponimo in ME, in siciliano a furesta = “la foresta”; toponimo La Floresta in Spagna.

Floridia. Da un nome personale femm. o dal toponimo in SR, che secondo il Diz. di Topon. non ha una spiegazione precisa, ma che il Caracausi connette col latino tardo Florida o Floris, -idis, riferendo che il Trovato intende “fiorita, fresca” e il Touring Club Florae dies = “giorno di S. Flora”.

Foco. “Fuoco”.

Fogliani. Plur. del toponimo Fogliano (PG, RE e GO), che viene inteso come prediale derivato dal nome personale Folius (Diz. di Topon.) o Ful(l)ius (Caracausi).

Follese. Etnico di Follo (SP) o Fullo (GE), latino fullo = “follone, sgrassatore di panni”, luogo in cui avveniva tale operazione. (Diz. di Topon.)

Fontanabianca. “Fontana bianca”. Chi aveva attinenza con una fontana bianca.

Fontanazza. Alterato di Fontana.

Fonti. “Fonte”, “fonte battesimale” (Dialettale)

Forciniti. Gente di Forcina, toponimo in varie regioni e alterato di forca.

Forleo. Cognome presente in oltre cento comuni italiani, accentrato in Puglia e diffuso anche al Nord e altrove. Di significato oscuro: forse dal toponimo Forlé in FG.

Fornari/o. “Fornai/o”.

Fornito. Forma errata di Fornitto.

Fornitto. Alterato di forno, inteso anche come miniera o officina del ferro.

Forte. Da un antico nome personale indicante fortezza materiale e morale. Toponimo in LU.

Fortese. Da qualche toponimo Forte o forma errata di forzese, etnico di Forza d’Agrò (ME).

Fortuna. Nome augurale: “che tu possa avere buona fortuna!”.

Fortunato. Nome augurale: “che tu possa essere fortunato!”

Forzesi. Etnico di Forza d’Agrò (ME).

Foti. Greco fos = “luce, illuminazione, sapienza”. • Attestaz.: clericus Foti, Italia Merid., 1310.

Fragala. Forma errata di Fragalà.

Fragalà. Arabo farah-allah (Rohlfs e Pellegrini) o Farag-Allah (Caracausi) = “gioia d’Allah”. • Attestaz.: Phargala, Sicilia, 1099; Fargalà, Sicilia, 1109.

Franceschini, Franceschino. Alterati di Francesco.

Francesco. Dall’identico nome personale, derivato dal latino Franciscus = “appartenente alla popolazione dei Franchi”, “oriundo o proveniente dalla Francia”. Nome di vari santi, i piú importanti dei quali sono S. Francesco d’Assisi e S. Francesco di Paola.

Francese. Etnico di Francia.

Franchina, Franchino. Alterati di Franco.

Franciosi. Dall’antico francese françois = “francese”.

Franco. Insieme “uomo libero” e “appartenente alla popolazione dei Franchi”. • Frequenza: in Italia 86°.

Frasca. 1) Italiano frasca = “ramoscello”; 2) siciliano frasca = “citiso, avorniello” (Caracausi).

Frazzetta. Dal latino mediev. fractia, derivato da fracta = “breccia”. (Caracausi)

Freni. Dal calabrese frenu = “fieno”. (Rohlfs e Caracausi)

Fresta. Probab. Floresta, “foresta”.

Frisenna. Antico tedesco Fredesindis, femm. di Fridesindus, dal germanico Frithu-svintha. (Caracausi) • Attestaz.: Fredesenda, Sicilia, 1111; Fredelsenda, Montevergine, 1114; Phrisenta, Messina, sec. XIII (Rohlfs).

Fuccio. Ipocoristico di nomi come Grifuccius, Ridolfuccius e simili.

Fucile. Dall’arma, già “pietra focaia”. (Siciliano)

Fumoso. “Borioso”, “sospettoso”. (Dialettale)

Fúrnari. Neogreco fúrnaris = “fornaio”. Toponimo in ME.

Furno. Dialettale furnu = “forno”, inteso anche come miniera o officina del ferro.

Furnò. Il Caracausi lo ritiene variante di Cundrò, toponimo in ME e altrove.

Fusari. “Chi fa o vende fusi”. (Dialettale) • Attestaz.: sec. XIII.

Fusaroli. “Fusaioli”.

Fusco. “Fosco, scuro di capelli o di pelle”. • Frequenza: in Italia 123°. • Attestaz.: Fuscus, Cava dei Tirreni, 1029.

Fusto. 1) “Bello e vigoroso come un fusto”; 2) variante del nome personale Custo (Caracausi, che però non lo spiega); 3) tipo d’imbarcazione (antico siciliano).

Fustofazio. Agglutinazione dei cognomi Fusto e Fazio.

G

Gaeta. Toponimo in LT, che Virgilio (Eneide, VI-VII) vuole dovuto alla memoria di Caieta, nutrice d’Enea, e il Diz. di Topon. connette col greco kaiéta = “cavità”, “grotta od insenatura di mare”.

Gagliano. Toponimo in EN, CZ, AQ, LE. Latino Gallianus, prediale derivato da Gallius. • Attestaz.: Iohannes e Iohannes Filippo de Galiano, S. Maria di Malfinò, 1324.

Gagliardi, Gagliardo. Provenzale galhard, francese gaillard = “gioioso o audace”. (Dauzat) • Frequenza di Gagliardi: in Italia 188°. • Attestaz.: Dominicus Galiardus, Bari, 1122.

Gagliolo. Alterato del siciliano gagghiu = “pezzato, di color muschiato”. (Rohlfs)

Galatà. Neogreco galatás = “lattaio”. • Attestaz.: Galatás, S. Maria di Messina, 1193 (Rohlfs) e 1194 (Caracausi).

Galati. 1) Greco Galátai, latino Gàlatae = “Galati”, popolazione celtica, stanziatasi anche in Asia Minore; 2) greco Galátes, etnico di Galazia, regione dell’Asia Minore, e monte della Fòcide, regione della Grecia; 3) greco mediev. Galátis, nome personale e cognome, da galat = “latte” (Pellegrini e Caracausi). Toponimo in ME, dal nome personale greco Galátes (Diz. di Topon., che esclude il greco Kalé Acté) o dal greco Kalé Acté e latino Calacte = “bel lido” (Pellegrini); toponimo anche in RC e Romania. • Attestaz.: léontos galáti, Sicilia, 1116.

Galea. Tipo d’elmo e d’imbarcazione e femm. del nome personale Galeo, o dal greco galáia = “specie di nave simile a tartaruga” (per i remi sporgenti) o dall’arabo haliya = “grande nave”.

Galifi. Arabo halif (passato al greco come chalife e allo spagnolo come jalifa) = “califfo”, “successore”. È improb. la derivazione ipotizzata dal Caracausi dall’arabo ’alif = “ingrassato”.

Gallo. Animale, nome di santo e toponimo in ME. Originariamente indicava l’appartenenza alla popolazione della Gallia e in questo senso il nome si trasmise ai romani. • Frequenza: in Italia 12°. È il terzo cognome a Torino.

Gallone, Galloni. Alterati di Gallo. • Attestaz.: Galluni, Sicilia, 1178.

Galluzzo. Alterato di Gallo. • Attestaz.: Goffridus Gallutius, Sicilia, 1308-10.

Galvagna, Galvagno. Questi cognomi sono da ricondurre al latino galba, o piccolo verme di certi alberi o variante di calva, dal masch. calvus = “calvo”, poi passato a cognome della gens Sulpicia e d’un imperatore romano. Da galba sono derivati galbanum = “galvano”, pianta resinosa asiatica e veste raffinata dei romani, e Galvaneus/Galvanus = “Galvagno”. • Attestaz.: Galvanus, Belmonte (PA), 1234; Galvangnus de Angelo, ibid., 1402. Cfr. Calvagna.

Galvani. Cfr. Galvagna, Galvagno.

Gambadoro. “Gamba d’oro”.

Gambino. 1) “Chi alla nascita presentava una gamba o le gambe”; 2) “di piccola gamba” (Rohlfs). • Attestaz.: Nicolaus Gambinus, Palermo, 1287.

Gambitta. “Gambetta”. (Dialettale)

Gamiddo. “Cammello”. (Dialettale)

Gammeri. “(Fabbricante di) gambiere”. (Dialettale). • Attestaz.: Parisius Gamberius, Palermo, 1283.

Gangarossa. Dialett. ganga (g)rossa = “dente molare grosso”.

Gangemi. Cfr. Cancemi e Cangemi.

Garaffa, Garaffo. Cfr. Garraffo.

Gargano. Da una base pre-latina garg = “roccia, grotta”. Zona montuosa della Puglia, da cui derivarono i personali Gargano e Galgano, quest’ultimo nome d’un santo, eremita di Siena. • Attestaz.: sec. XV.

Garífoli. 1) Dall’arabo harif = “autunno”, “pioggia d’autunno”, che in dialetto ha dato garifu = “erba tenera, rinata dopo la pioggia o la mietitura”, “guaime” (Battisti-Alessio, Pellegrini e Rohlfs); 2) dall’arabo arif = esperto”, “maestro di scuola” (Caracausi); 3) dal dialettale Garíbbuli o Garípuli = “Gallipoli”, toponimo in LE, da cui provenivano certe pentole omonime, e antico toponimo in CT (oggi Giarre). • Attestaz.: pétron tu aríf, Sicilia, 1196; Nichólaus de Garefio, Palermo, 1283.

Garígali. Cfr. Garífoli.

Garòfalo. “Garofano” e “vortice, mulinello o gorgo nello Stretto di Messina”. (Dialettale) • Attestaz.: Garofalus Brunus, Palermo, 1286.

Garozzo. Dialettale garozzu = misura siciliana di capacità pari a circa lt / kg 2,150. • Attestaz.: Riccardus Garoctius, Sicilia, 1308-10.

Garra. “Artiglio” (celtico e spagnolo), da cui il significato italiano di “gar(r)etto” e “ginocchio”.

Garraffo. “Cateratta”, “apertura per dare o togliere acqua alle ruote dei mulini”, e in qualche caso per metonimia anche il locale in cui si trova il congegno. Dialettale, dall’arabo garaf = “raccolta d’acqua, canale”. In dialetto s’intende anche la parte terminale dei tubi da cui viene fuori il getto d’acqua, lo sgorgo o zampillo. A quest’etimologia è collegato anche il vocabolo caraffa, per cui il Devoto-Oli cita l’arabo garafa col significato di “bottiglia con la pancia larga”; mentre il Pellegrini, che fa risalire il termine all’arabo-persiano qaraba = “utensile per trasportare acqua”, ricorda che nell’arabo del Marocco garrafa è un vaso cilindrico con una o due orecchie e che in spagnolo la voce garrafa è attestata tardi (1570).

Garsía. Cfr. Garzía. • Attestaz.: Gabriellus de Garsia, Brindisi, 1240; Petrus Garsia, Palermo, 1298.

Garufi. 1) Arabo qaruf = “duro, crudele, ribelle” (Pellegrini e Rohlfs), forse da un originario significato di “montone”; 2) “asfodeli” (Traina); 3) arabo garuf = “pianta che serve per preparare il cuoio” (Battisti-Alessio e Pellegrini); 4) arabo ’aruf = “costante, perseverante” o ’aruf(ah) = “buon conoscitore” o haruf = “agnello” (Caracausi). • Attestaz.: Henrichus Garufus, Palermo, 1282.

Garzía. “García”, nome spagnolo (pronuncia garsía). • Attestaz.: Iohannes Garzia, Brindisi, 1358.

Gasparri. “Gaspare”, ma con ascendenza nel francese Gaspard, Gaspar. Irànico Gathaspart, da windahwarena = “splendente”. ( De Felice)

Gatto. Soprannome derivato dall’omonimo animale, per somiglianza di qualità, in latino tardo cattus. Il Pensabene ipotizza anche una derivazione dal latino catus = “astuto”. • Attestaz.: ropértos cáttos, pergamene greche di Sicilia, 1198.

Gàudio. 1) Nome gratulatorio: “figlio/a che porta gaudio ai genitori”; 2) germanico wald = “bosco”. • Attestaz.: Gaudius, Amalfi, 1200.

Gaudioso. “Che dà gaudio”. Cfr. Gàudio. Cognome di probab. origine ebraica. • Attestaz.: sec. VIII.

Gava. Cognome veneto. “Da Gava, fraz. di Sarmede, località e torrente di Osigo di Fregona e topon. in Cappella Maggiore (TV). L’etimo è incerto: 1) deriv. da una voce preindoeuropea ibero-tirrenica gaba o gava = torrente, canale, scolo d’acqua; 2) forse deriv. dal dialett. grava = renaia, luogo in cui si scavano i detriti o dal cadorino gava = valle torrentizia ripida e profonda.” (Dal Cin) • Col termine Gave in Francia s’indicano i torrenti che scendono dai Pirenei Occidentali: ad es. Gave de Mauleon (km 120) e Gave de Pau (km 160), il quale ultimo passa per Lourdes e nelle cui vicinanze si trovano anche quelli d’Ossau, Oloron e Aspe. In latino mediev. e in spagnolo esiste anche il termine gavia, dal latino classico càvea = “gabbia, cavità, fossa” (e poi “platea di teatro”), che quindi si collega al canale o torrente di cui sopra; mentre un’altra ipotesi (ma meno probabile) potrebbe essere l’equivalenza di gava col latino e italiano cava, sempre nel senso di “cavità, fossa”. Toponimo Gavà in Catalogna, ad una ventina di km da Barcellona, già Gavano (1002) e Gevanum (1011) e dal 1131 chiamato Gavà, derivante però dall’antroponimo latino Gavius, probab. d’un fondatore o proprietario terriero, a cui si fa risalire anche il toponimo Gavi in AL.

Gelardi. “Gerardi”. Germanico ger = “lancia” + ha(r)d = “forte”, e quindi “valoroso con la lancia”.

Gemellaro. Variante di Gemmellaro.

Gemelli. Da Gemello, usato anche come nome personale. • Attestaz.: sec. XIII.

Gemma. “Bocciolo, germoglio”, “fonte di vita”, “gioia”, “pietra preziosa”. • Attestaz.: Gemma, Cava dei Tirreni, 954; Ghemma, zona di Messina, 1135 (Rohlfs).

Gemmellaro. Latino tardo gemellaris = “gemello”. • Attestaz.: Joannis Gemellaris, Calabria, sec. XI (Rohlfs).

Gennaro. “Nato/a in gennaio”. Dal latino Ianuarius = “di Giano”, “dedicato a Giano”, “gennaio”, e dialettale innaru = “gennaio”. Esistono S. Gennaro, patrono di Napoli e toponimo in NA e LU, S. Genuàrio, toponimo in VC, S. Gennarello, toponimo in NA. • Attestaz.: arabo yannar e greco ghenná, Sicilia, 1145; Symon de Ginnario, Palermo, 1323.

Gènova. Dall’omonima città ligure, che per la sua forma potrebbe risalire all’indoeuropeo geneu = “ginocchio” o genu = “mascella, bocca”. (Diz. di Topon.)

Genovese. Etnico di Gènova. • Attestaz.: Iacobus Ianuensis, Sicilia, 1283. • Genovese è il primo cognome a Barcellona Pozzo di Gotto (ME).

Genovesi. La desinenza plur. può anche essere sing. dialettale di Genovese.

Gentile. Nome personale e cognome risalenti al latino tardo gentilis, che ha subíto un’evoluzione nel tempo: “appartenente alla stessa gente”, poi “pagano”, e dal Medioevo ad ora “nobile di stirpe e di sentimenti”, “cortese”, “d’aspetto fine, delicato” (e quest’ultimo è il significato del cognome attuale). • Frequenza: in Italia 35°. • Attestaz.: Franciscus de Gentili, Palermo, 1322.

Gerace, Geraci. Dai toponimi in RC e PA. 1) Bizantino Hagía Kuriaké = “Santa Ciriaca” (De Felice), cioè donna dedicata al Signore (“Domenica”); 2) greco ieráki = “sparviere” (Rohlfs); 3) greco Jerákion = “falcone, piccolo falco” (Pensabene e Caracausi). • Attestaz.: sec. XI.

Geraldi, Gerardi. Cfr. Gelardi.

Gerloni. Alterato di Gerli o Gerlo, antico nome tedesco dal germanico Gairu (Caracausi).

Germana, Germanà, Germano. 1) “Appartenente alla popolazione dei Germani”; 2) dal latino germen = “seme”, e quindi “nata/o dagli stessi genitori”, cioè sorella o fratello, con particolare riferimento alla fratellanza dei cristiani in Cristo; 3) dialettale irmanu = “segala”. • Attestaz.: sec. XII.

Germanotta. Alterato di Germana o Germanà o Germano.

Giaccari. Dal francese Jacquard (pronuncia sgiaccàr), alterato (peggiorativo) di Jacques = “Giacomo”. (Dauzat)

Giacomuzzi. Alterato plur. di Giacomo.

Giacopanello, Giacoponello. “Iacoponello”, alterato di Iacopone, che a sua volta è alterato di Iàcopo = “Giacomo”.

Giàimo. Spagnolo Jaime = “Giacomo”. • Attestaz.: sec. XV.

Giamblanco. “Gianni bianco”.

Giamboi. “Gianni bue”. (Rohlfs)

Giambra. Francese chambre (pronuncia sciambr) = “camera”.

Giambrone. Alterato di Giambra.

Giammello. “Giambello, Gianni il bello”.

Giampíccolo. “Gianni il piccolo”.

Giancarro. “Gian Carlo”.

Giancitto. Forma errata di Ciancitto.

Giancreco. Forma errata di Giangreco.

Giangravè. “Gianni Gravè”. (Caracausi)

Giangreco. “Gianni il greco”.

Giannazzo. Alterato di Gianni.

Giannello. Alterato di Gianni.

Gianneschi. Appartenenti ai Gianni.

Giannino. 1) Alterato di Gianni; 2) forma errata di Gianninò.

Gianninò. “Gianni Noto” o “Gianni di Noto”. (Rohlfs e Caracausi)

Giannotti. Alterato di Gianni.

Giardina. Dall’antico nome donnesco Iardina. (Caracausi) • È il primo cognome a Canicattí (AG).

Giglio. Nome affettivo: “bello/a e profumato/a come un giglio”.

Gigliuto. Dialettale gigghiutu = “cigliuto”. • Attestaz.: sec. XVI.

Gigliutto. Forma errata di Gigliuto.

Gimmillaro. Variante di Gemmellaro.

Ginesi. 1) Dialettale ginisi = “carbonella”, “cinigia” (dall’arabo ginisa = “fuliggine”); 2) dal personale Genesio, greco tardo Ghenésios = “natalizio”.

Gioco. Latino iocus = “scherzo”.

Giordano. Fiume della Palestina, sacro perché vi fu battezzato Gesú, e quindi nome personale molto diffuso. Dall’ebraico Yarden, greco Iordánes = “fiume a due bracci”, cioè formato dalla confluenza di due corsi d’acqua. • Frequenza: in Sicilia 24°, in Italia 16°. È il secondo cognome a Salerno e Cuneo. • Attestaz.: Iordanu, Sicilia, 1095?, Ghiordànus, ibid., 1145; dominus Iordanus, Palermo, 1234.

Giorgi, Giorgio. Dal greco gheorgós = “agricoltore”. • Frequenza di Giorgi: in Italia 121°.

Giovinetto. Alterato di giòvine = “giovane” o di “Giovino”, nome d’un santo.

Girgenti. Antico nome d’Agrigento dal sec. XI fino al 1927. Greco Akrágas, -antos  latino Agrigentum  arabo karint o g.rg.nt, latino mediev. Grigentum o Gergentum  italiano Girgenti. L’originario greco Akrágas è probab. collegato al greco ácros o ácris, latino acer = “punta o cima d’un monte” (Pellegrini). • Attestaz.: Gherghéntion, Sicilia, 1112.

Giúdice. Nome di professione e poi soprannome, dal latino iudex.

Giuffrida. Dal francese Geoffroi o Geoffroy e dal provenzale Jaufré = “Gioffredo” o “Goffredo”. Tedesco (dal longobardo) Gott = “Dio” + friede = “pace”. Per il Cosmai: “amico di Dio”. • Frequenza: a Paternò 22°. È il primo cognome a Catania e Gravina di Catania (CT). • Attestaz.: Ghiosfrédu, Sicilia, 1097; Ghiosfréda, ibid., 1117.

Giuliano. Dal latino Iulianus, derivato dai nomi Iulius e Iulus, quest’ultimo, detto anche Ascanio, figlio d’Enea, da cui discendono la gens Iulia e lo stesso Giulio Cesare. Alla base c’è Iovis = “Giove”, che ha dato luogo all’antico nome Iovilios = “sacro, dedicato a Giove” (De Felice). Toponimo in PZ, LE, FR, RM e CH.

Giunta. 1) Abbrev. di Bonaggiunta, nome imposto ad un figlio atteso, nel senso di “ben arrivato” (De Felice e Caracausi); 2) “aggiunto, aiutante, parente” (Pensabene). • Attestaz.: Iunta Lucensis sansarius, Palermo, 1287.

Giusa. Ipocoristico del nome augurale Bonagiusa = forse “ben agiata”, dal siciliano agiusu = “agiato”. (Caracausi)

Giustolisi. “Giusto Luigi”? Il Caracausi ipotizza anche un rapporto con l’aggettivo siciliano ggiustulisi = “varietà d’uva bianca da vino, che matura tardivamente, dall’acino sferico e grosso e dal grappolo affusolato” o col siciliano ggiustalisa = “calvello, varietà di frumento buono per fare il pan buffetto”.

Giuvarra. Forma evoluta di Juvara.

Gliozzo. Afèresi d’Agliozzo, alterato d’aglio. (Caracausi)

Gorgone. 1) La mitologica Medusa, una delle tre sorelle Gorgoni, mostri; 2) alterato dell’italiano gorgo. • Attestaz.: Fílippos Gurgúnes, Sicilia, 1217; Nikólaos Gurgúnes, ibid., 1245.

Governa, Governo. Forse originari antroponimi augurali, dall’italiano governare. (Caracausi)

Gràimo. Probab. forma errata di Giàimo o di Gramo = “infelice”.

Granà. Se non è apòcope di Granata, potrebbe indicare un mestiere legato al grano o al melograno.

Granata. “Melagrana”. Latino malum granatum, dialettale granatu, spagnolo granada. Il nome della celebre città spagnola Granada può significare “forte, granitica” o “fertile, abbondante di grano”. • Attestaz.: Philippus de domina Granata, S. Maria di Malfinò, 1236.

Grancagnolo. Composto di gran e del dialett. cagnolu = “cane giovane” o anche “mensola che sostiene il balcone”.

Granieri. Spagnolo granero, francese grénier = “granaio”. Toponimo in CT, PA, TA e F G.

Grassadonia. Agglutinazione degli elementi Grass e Adonia, che possono essere entrambi cognomi oppure il secondo nome personale masch. e femm.: Grass è un’apòcope di Grasso o Grassa e Adonia il nome del quarto figlio di David, dall’ebraico Adonay (corrispondente al latino Dominus) = “Signore”, nome di Dio in sostituzione dell’impronunciabile Jahvè.

Grassía. Variante metatetica di Garsía o Garzía. (Caracausi) • Attestaz.: Grassia Sagrara, Palermo, 1398.

Grasso. Cognome dovuto a caratteristica fisica: dal latino crassus = “grosso” e mediev. grassus = “grasso”. • Frequenza: in Sicilia 7°, in Italia 57°. È il primo cognome ad Acicatena (CT), Acireale (CT), Giarre (CT) e Ariano Irpino (AV) e il terzo a Catania. • Attestaz.: Giovanni Grasso, Paternò, 1398 (C. Rapisarda).

Graziano. Nome personale in onore della Grazia oppure derivato dal latino gratus = “(figlio) gradito, caro”. Nome d’un imperatore romano. • Attestaz.: sec. XII.

Grazioso. Nome affettivo: “pieno di grazia e bellezza”. • Attestaz.: sec. XIV.

Greco. Etnico di Grecia (per provenienza, lingua, religione, costumi), che in progresso di tempo ha anche assunto i significati “dotto”, “acuto”, “furbo”. Potrebbe anche essere equivalente di “albanese” e quindi etnico di località come Casale de’ Greci o semplicemente Greci, primo nome dell’attuale Biancavilla (CT), che nel sec. XV fu fondata da profughi albanesi nel sito detto Callícari tra S. Maria di Licodia e Adrano, di Piana dei Greci, oggi Piana degli Albanesi (PA), o di Greci (AV). • Attestaz.: Basilius Grecus, Palermo, 1283. • Frequenza: in Sicilia 8°, in Italia 10°. È il primo cognome a Crotone e Lecce, il secondo a Brindisi e il terzo a Cosenza.

Grícoli, Gricoli. Cfr. Grígoli, Grigoli.

Grifasi. Variante metatetica di Crisafi.

Grígoli, Grigoli. “Gregori(o)”. (Dialettale)

Grillo. “Agile, vispo e canterino come un grillo”. • Frequenza: in Italia 187°. • Attestaz.: iohannes grillus, Sicilia., 1236; pétru gríllu, ibid., 1238; matheus grillus, ibid., 1259.

Grimaldi. Longobardo grima(n) = “elmo con celata” + waldaz = “potente, principe, capo”: quindi “potente con l’elmo” o “capo munito d’elmo” (De Felice, Finamore e Sala Gallini-Moiraghi). Toponimo in CS. • Frequenza: in Italia 140°. • Attestaz.: Grimoald(us), re longobardo, 666 (De Felice).

Grisa. Cognome accentrato in Lombardia e ramificato in Piemonte, con qualche altra sporadica presenza altrove, per un totale d’una quarantina di comuni italiani. Femm. di Griso, nome d’origine germanica, da gris (anche francese) = “grigio”. Toponimo Grisi in PA.

Gualdo. 1) “Gualtiero”, dal germanico walt = “potenza” + hari = “esercito”; 2) longobardo o francese wald = “bosco” (Finamore). Toponimo in MC e PG.

Gualtieri. Cfr. Gualdo al punto 1). Corrisponde al tedesco Walther e al francese Gautier. • Attestaz.: sec. XII.

Guardo. 1) “Gualdo o Gualtiero”; 2) Dugard, cognome in Francia (Rohlfs); 3) dall’antico tedesco Wardo (Caracausi). • Attestaz.: Manfredo de Guardo, Palermo, 1417.

Guarente. “Atto alla difesa”, “malleveria, mallevadore”. (Caracausi)

Guarino. Antico. nome personale tedesco Warin o Garin, in francese Gerin, dal germanico gari = “lancia”, o Guéri, dal germanico waran o warin = “mettere al riparo, proteggere, difendere” (Dauzat, De Felice e Sala Gallini-Moiraghi), e quindi “difensore, protettore” (Cosmai). Il francese Guérin, diffuso dai poemi carolingi, è diventato l’italiano Guerrino. • Attestaz.: Guarinus e Varinus, tradizione longobarda, secc. VI e VII (De Felice); Guarînos, pergamene greche di Sicilia, 1121; Varinus Pusterle, Pirano (Istria), 1255 (Bonifacio); pievano Giovanni del fu Giorgio de Varini o de Guarino, ibid., 1451-1458 (id.).

Guarnaccia. 1) Greco gaunákes, latino gaunacum, provenzale guarnacha = “guarnacca” o “guarnaccia”, lunga veste da camera e in alcune zone veste da lavoro dei contadini (Sabatini Coletti) o in Sicilia “vestito di donna povera” (Caracausi, che ipotizza anche un alterato del nome personale Guarna); 2) vitigno tipico calabrese, corrispondente a vernaccia, che dà vini bianchi, liquorosi, profumati (Battaglia). • Attestaz.: Pascalis de Guarnacca, Sicilia, 1220; Guarnacca de Sancto Philippo, S. Maria di Malfinò, 1257.

Guarnera. Germanico warn haria = “che protegge l’esercito” (De Felice) o warin = “difendere”, che ha dato il tedesco Werner o Warinheri e un S. Warnerius o Garnier nel sec. XIII. Toponimo Valguarnera in EN, che ricorda Guarnero, conte d’Ampuria, il quale fondò Valguarnera in Catalogna: egli era di stirpe reale gotica e fu capostipite dell’omonima famiglia, che ebbe ramificazioni anche ad Adria (RO), Pisa, Rovigo e Verona. • Attestaz.: Guarnerius, Sicilia, 1125?; Petrus Garnerius, Torino, 1363 (De Felice).

Guarrera. Cfr. Guerrera. • Attestaz.: Nicolaus de Guarrerio, Palermo, 1283.

Guastella. Dalla caratteristica forma circolare di pane, in dialetto guastedda o vastedda, che pesa mediamente kg 1 e il cui nome deriva dall’antico francese gastel o wastel = “pasta dolce”, tuttora presente in Corsica. • Attestaz.: Bonaccursus Guastella, Palermo, 1287.

Guccione. Abbrev. di nomi come Uguccione o Arriguccione, doppi alterati d’Ugo e Arrigo. • Attestaz.: Guichonus Lucensis, Palermo, 1239.

Guerra. O allusione al tempo di guerra, in cui è avvenuto il parto, o abbreviazione di Vinciguerra e nomi simili. • Frequenza: in Italia 97°.

Guerrera. “Guerriera”. • Attestaz.: comitissa Guerreria, Belmonte (PA), 1195.

Guglielmino. Alterato di Guglielmo.

Guglielmo. Nome introdotto dai Normanni, dal germanico will = “volontà” + helm = “elmo”. • Attestaz.: sec. XIV.

Guglilmino. Variante di Guglielmino.

Gugliotta. 1) Alterato di Guglia, variante afèretica d’Aguglia; 2) francese Guillotte = “Guidotta”, alterato di Guida. • Attestaz.: Guglotta de lu Puzzu, Sicilia, 1374.

Gugliusi, Gugliuzzo. Varianti di Gugliotta.

Guido. Nome di tradizione longobarda e francone, sostenuto dal culto di vari santi. Germanico wido/witu = “legno, bosco” o wida = “lontano”. • Attestaz.: guídu, Sicilia, 1173.

Gulina, Gulino. Afèresi d’Ugolina/o, alterato d’Uga/o. Oronimo Gulino in PA.

Gulisano. Dalla forma mediev. di Collesano, forse prediale latino interpretato come “colle sano” (Caracausi), contea delle famiglie Ventimiglia e Cardona. Toponimo in CT. • Attestaz.: Golisanum, Sicilia, 1082; Stephanus de Golisano, Palermo, 1287.

Gulizia. Femm. di Gulizzi: greco Gulítses, alterato e patronimico di Gúlos. Cfr. Gulli. • Attestaz.: sec. XII.

Gullà. Cfr. Gulli, col suffisso -as indicante caratteristica personale.

Gulli. 1) Plur. del calabrese gullu = “privo di corna” (Rohlfs); 2) neogreco gúlos, bovese guddo = “senza corna”, dal greco antico kólos = “tronco, mozzo”, “privo di corna” (Caracausi).

Gullí. Apòcope di Gullía, collegabile a Gulli.

Gullifa. Probab. variante di Collovà, dal neogreco Kol(l)ubás, indicante un nome di mestiere attinente a kóllubos = “piccola torta”. (Caracausi)

Gullotti. Alterato di Gulli.

Gurgone. Variante di Gorgone.

Gusmano. Cfr. Cusmano.

Guzzardi. 1) Alterato di Guccio, come Guccione (De Felice); 2) nome personale francese Goussard, derivato da Gous = “cane ringhioso (abbaiatore)” (Dauzat).

Guzzetta. Alterato di Guzzo.

Guzzo. 1) Variante di Guccio, e quindi cfr. Guccione (De Felice); 2) calabrese e siciliano guzzu = “cucciolo, cagnolino, bassotto (a volte rabbioso)”, “persona di piccola statura” (Rohlfs e Caracausi); 3) calabrese guzzu = “piccola barca” (Pellegrini). • Attestaz.: Petrus Guzus, Sicilia, 1183; Nicolaus Guzus, Italia Merid., 1310.

I

Il prefisso in che introduce alcuni cognomi rappresenta una prostesi con funzione puramente rafforzativa (De Felice) o indica un matrimonio (Rohlfs).

Iannaci. Diminutivo neogreco in -akis di Ianni. • Attestaz.: Ioannace, Pavia, 769; Argyrós o tû Ioannákis, Bari, 1071.

Ianni. “Gianni” o “Giovanni”. Improbab. la spiegazione “sciocco” presente nel Traina. • È il primo cognome a L’Aquila.

Imbesi. “In Besi”, dal toponimo Besi in PA, derivante dall’arabo abbàs, per cui cfr. Abate. (Rohlfs e Caracausi)

Imbrigiotta. “In” e “Brigiotta”, probab. alterato di Brigida. (Caracausi)

Imbrogiano. “D’Ambrogio”, “Ambrosiano”. Cfr. Imbrogio.

Imbrogio. “Ambrogio”, dal greco ambrósios = “divino, immortale, meraviglioso”. (L’ambrosia era il cibo degli dei, che rendeva immortale chi lo assaggiava.)

Impallomeni. 1) “In” (prostesi rafforzativa del vocabolo di riferimento) + greco palloméne = “palleggiata fra le mani” (cioè coccolata), “agitata, tremante, vibrante, dibattentesi, guizzante”: a questa ipotesi concorre Omero, Iliade, XXI, 46: palloméne kradíen (o kardíen) = “dal cuore agitato, tremante per paura” (corrispondente all’espressione dialettale ccu l’arma satata = letteralmente “con l’anima saltata”); 2) greco empalloméne = “lanciata in”, “slanciata”; 3) neogreco mpaloméne = “rappezzata” (Alessio, Rohlfs e Caracausi).

Impallommeni. Forma errata d’Impallomeni.

Impellizzeri. “In” (prostesi rafforzativa del vocabolo di riferimento oppure coniugato/a con) “Pellizzeri” = “pellicciaio”, dialettale dallo spagnolo.

Incògnito, Incògnita. “Di padre ignoto, trovatello/a”.

Índaco. Dal latino Indicus = “indiano”, riferito al colore azzurro assunto come nome personale.

Indelicato. 1) “In Delicato”, donna coniugata con Delicato (Rohlfs); 2) “In” (prostesi rafforzativa del vocabolo di riferimento) + “Delicato”; 3) “non delicato”.

Ingarao. 1) “In Garao”, donna coniugata con Garao, cioè con un uomo il cui cognome d’origine basca (spagnolo Garau, francese Garay) significa “alto”, “superiore” (Caracausi); 2) “In” (prostesi rafforzativa del vocabolo di riferimento) + “Garao”.

Ingiulla. 1) “In Giulla”, donna coniugata con Giulla (Rohlfs), cioè con un uomo il cui cognome ipocoristico alterato di nomi terminanti in -gia come Ambrogia (Caracausi); 2) “In” (prostesi rafforzativa del vocabolo di riferimento oppure coniugato/a con) “Ciulla”, ipocoristico di Fanciulla, femm. dell’antico italiano ciullo = “fanciullo, inesperto”; 3) variante femm. di Vinciullo.

Ingrassía. “In” (prostesi rafforzativa del vocabolo di riferimento oppure coniugato/a con) “Grassia”.

Insinga. “Insegna, indizio, buon segno” (dialettale): nome augurale.

Interdonato. “Inter Donato”, cioè appartenente alla famiglia dei Donato. (Caracausi)

Intrisano. “In” (prostesi rafforzativa del vocabolo di riferimento oppure coniugato/a con) “Terisano” o “Teresano”, che potrebbe essere attinente a Teresa o S. Teresa. • Attestaz.: Johannes de Teresano, Taranto, 1369 (Rohlfs).

Inzerilli, Inzirillo. “In Zerilli”, “In Zirillo”, alterati e varianti di Zero, derivato dal greco xerós = “asciutto” “secco, scarno”. (Caracausi)

Iorfino. Cognome presente in una ventina di comuni italiani, con una cinquantina d’occorrenze. Di significato oscuro, ma forse derivato dal greco órfne = “oscurità, tenebra, notte”.

Iòvine. “Giovane”.

Iraci. Cognome presente in 127 comuni italiani e con circa 130 occorrenze, per quasi un terzo accentrate a Palermo. Forma dialettale del toponimo Geraci Siculo (PA). Ma cfr. Geraci.

Isaía, Isaija, Isaya. Dal profeta Isaia (“in ebr. “Dio salva”), sec. VIII-VII a. C.

Isgrò. Cfr. Sgrò.

Iuculano. “Lieto, festevole, celione”. (Dialettale)

Iurato. “Giurato”, incaricato d’una pubblica mansione, per esercitare la quale con scrupolo aveva giurato.

Iuvara, Juvara. Toponimo in SR, che per il Caracausi verrebbe da un ipotizzabile latino iugaria come unità di misura agraria, derivato dal latino iugum = “giogo”.

L

Labbia. 1) “Muso, volto, aspetto, figura” (antico italiano, dal latino labia = “labbra”); 2) spagnolo labia = “loquela, parlantina”, dallo stesso latino; 3) variante d’Abbia (Caracausi). La labbia s’incontra negli antichi scrittori italiani, fra cui Cavalcante, Dante, Petrarca e Boccaccio.

Labruzzo. “La Bruzzo”, donna di cognome Bruzzo o d’un uomo chiamato Bruzzo, afèresi d’Abruzzo, per la sua regione di provenienza.

La Cava. Da un frequente toponimo relativo a zona di cava: “quello/a della cava”.

La Delfa, La Delfia. 1) Spagnolo adelfa = “ oleandro” (Rohlfs); 2) “l’Adelfa”, dal greco adelfé = “sorella”, spec. in Cristo (De Felice); 3) “la Filadelfa” o “la Filadelfia”, nome in onore di S. Filadelfo o Filadelfio, uno dei fratelli di S. Cirino, o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) di Delfa”.

La Duca. “La duchessa” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del duca o della duchessa”.

La Fata. Cfr. Fata.

La Ferla. “La Férula” o “quella di Ferla”. Toponimo Ferla in SR.

La Ferlita. Cfr. Ferlito.

La Fico. Dialettale a ficu = “il fico” (albero e frutto): cognome dovuto a somiglianza (“bello/a o dolce come un fico”), attinenza (“quello/a del fico”) o contiguità (“che abita presso un fico”). In dialetto il nome è femm. come solitamente in latino e nel primo volgare italiano: cfr. il verso di Iacopone da Todi “De la fico abe figura” (Laude, 71, 47). • Attestaz.: Vitu de Laficu, Palermo, 1333.

Laganà. Neogreco lachanâs = “venditore d’ortaggi”, dal greco làchana = “cavoli”, “ortaggi”. • È il terzo cognome di Reggio di Calabria. • Attestaz.: Basilius Lagana, Palermo, 1097.

Laghezza. “La Ghezza”: dall’antico italiano ghezzo = “nero pallido”. (Caracausi)

Lagona, La Gona. Afèresi d’Alagona, antica famiglia d’Aragona. (Caracausi) • Attestaz.: Blasius de Alagona, Sicilia, 1287.

La Manna. 1) “L’Alemanna” o “l’Ermanna” e nomi simili; 2) “la grande” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) della grande”; 3) “la manna caduta dal cielo agli ebrei”. Cfr. Alemanni, Manna e Manno. • Attestaz.: Aloysius La Manna, Sicilia, 1283.

La Mantía. “L’Amantea”, “quella d’Amantea”, dal toponimo in CS.

La Mastra. 1) “La maestra”, spec. di bambini in età pre-scolare o di ragazze apprendiste di taglio e cucito (dialettale), o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) della maestra”; 2) “il ruolo dei patrizi” (Traina).

La Mazza. Cfr. Mazza.

La Mela. 1) “Donna della zona del fiume Mela”, che il Diz. di Topon. collega probab. al greco mélas = “nero, fosco” e che ha dato specificazione a tre comuni in ME: Pace del Mela, S. Filippo del Mela e S. Lucia del Mela; 2) “donna d’un uomo chiamato Meli”, cioè “miele”; 3) “la Carmela” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) di Mela”.

La Mèndola. “La mandorla” o “quello/a della mandorla”. (Dialettale)

Landolina. 1) Connesso al greco ánthos = “fiore” (Micciché); 2) alterato di Lando, ipocoristico di nomi come Orlando, Gerlando e simili o apòcope di nomi come Landolfo e simili (Caracausi); 3) “L’Andolina”, cioè donna chiamata Andolina, che secondo il Caracausi deriva dal cognome siciliano Andò, derivato dal germanico And, antico tedesco Andolenus e Andelin; 4) “l’Angiolina”, alterato d’Angela o Angiola, in certe parlate settentr. È da escludere l’ipotesi formulata dal Pensabene, che, dopo averlo dichiarato cognome siciliano appartenente alla nobiltà, lo fa risalire all’epoca normanna come etnico di Lana d’Adige (BZ): e ciò, sia per l’improbab. connessione di questo comune coi normanni sia per la formazione dell’etnico.

Landro. Siciliano landru = “oleandro”.

Lanza. 1) “Lancia”; 2) “landa”, cioè territorio (Finamore). Toponimo in TN. • Attestaz.: Lanza, Palermo, 1287.

Lanzafame. 1) Composto di Lanza e fame (Rohlfs); 2) composto di Lanza e fama o siciliano lanzafami = “fannullone, bighellone” (Caracausi).

La Piana. 1) La donna di Piana; 2) dialettale a chiana = “piana di Catania”, pianura fra Paternò, Catania e Lentini.

La Porta. Cognome di chi abitava presso un passaggio: la porta della città, una portella o un valico.

La Rocca. Cognome di chi abitava presso una rocca, che in dialetto significa pure “ammasso di lava basaltica, roccia”. Il Micciché ipotizza anche un matronimico (figlio/a d’una donna di nome Rocca, femm. di Rocco). Toponimo Rocca (= “rupe, altura fortificata, fortezza”) in varie regioni: a Paternò c’è a rocca (o anche u roccu) a scala = “la rocca della scala”.

La Russa. “La donna rossa” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) della rossa”. Cfr. Russo e il cognome francese La Rousse/Larousse.

Làscari. Arabo àskari = “soldato” o al-sqar = “capirosso, biondo” (Pellegrini); 2) persiano laskar = “governatore” (Pellegrini”) o “esercito” (Caracausi).

Lascasas. Spagnolo las casas = “le case”. • Bartolomé de Las Casas, missionario spagnolo in America, denunciò le crudeltà dei conquistatori nel sec. XV-XVI.

La Spina. Cfr. Spina.

La Terra. Probab. corruzione di Lateri, dal cognome e toponimo francese Lathier = “fila di alberi”. (Caracausi)

Latina. Toponimo in Lazio. Cfr. Latino.

Latino. Oltre ad essere etnico, nel Medioevo s’usava in contrapposizione a greco, bizantino, germanico, slavo, e anche nel senso di “discorso chiaro”. • Attestaz.: Goffridus de Latino, Palermo, 1283.

Làudani. “Quelli che somministrano o usano il làudano”. Plur. di làudano, pozione a base d’oppio, antispàstica e antidolorifica in piccole dosi, velenosa in dosi esagerate. Dal greco làdanon e latino ladanum, probab. incrociato col verbo laudare = “lodare” per le sue lodate qualità medicamentose. • Frequenza: a Paternò 5° (insieme con la variante che segue).

Laudani. 1) Variante fonetica errata di Làudani; 2) “quelli che nelle chiese cantavano le laude sacre”, cioè laudesi, laudisti. (Cunsolo). La pronuncia piana è ignorata dal Rohlfs, il quale presenta solo la forma Làudani: in realtà essa non è trascurabile, data la sua diffusione. • Frequenza: a Paternò 5° (insieme con la variante che precede).

Laurìa. Toponimo in PZ, che in bizantino indicava prima un complesso di celle per i frati attorno ad una chiesa e alle sue dipendenze e poi un centro abitato sorto attorno ad un convento. (Finamore)

Laurino. Alterato di Lauro o lauro = “alloro”. Toponimo in SA e gruppo montuoso in BZ. Il Caracausi ipotizza anche un alterato di Lauría.

La Vaccara. Dal mestiere esercitato, o personalmente o da congiunti.

La Vecchia. Da caratteristica fisica personale o di congiunti.

Lavenia. 1) “L’Avenia”, antico nome personale femm., probab. legato al commercio dell’avena; 2) corruzione di Lavinia, nome della seconda moglie d’Enea, di significato oscuro.

Laviano. Toponimo in SA, prediale derivato dal latino Abellio o direttamente dal latino Abiliana. (Diz. di Topon. e Caracausi)

La Vigna. 1) “Quella della vigna”; 2) corruzione del personale Lavinia, nome della seconda moglie d’Enea, di significato oscuro.

Lavore. Siciliano lavuri = “biada ancora in erba”.

Làzzara, Làzzaro. Dal nome personale in onore del santo omonimo, in ebraico El = Dio + azar = “aiuta”.

Leanza. 1) “Lealtà, fedeltà, amicizia”, “lega, alleanza”; 2) forma ridotta dell’antico nome personale Allegranza = “allegrezza” (Caracausi). Nella prima ipotesi deriva dal provenzale liansa e dialettale-siciliano lianza, a loro volta risalenti al verbo francese lier (da cui poi alliance = “alleanza”) = “legare”, nel senso d’impegnare solennemente sé o qualcos’altro, magari con giuramento; e quindi il termine viene ad assumere il significato di “impegno solennemente suggellato dalla parola data” (Devoto-Oli). Il termine leanza s’incontra negli antichi scrittori italiani, quali Giacomo da Lentini, Guittone d’Arezzo, Cino da Pistoia, Boccaccio, Pulci, Lorenzo dei Medici e Boiardo.

Lembo, Lemmo. 1) Siciliano lemmu = “specie di catino”, derivato o dal greco lébes = “catino, pentola, braciere” (Traina) o dal latino lembus e greco lémbos = “barchetta” (Alessio) o dall’arabo malamm = “catino” (Pellegrini); 2) ipocoristico di Guglielmo (De Felice e Caracausi); 3) calabrese lemmu = “tardo”, “lento” (Rohlfs); 4) latino limbus, calabrese lemmu = “lembo, orlo, limite, confine”(Pensabene). • Attestaz.: sec. XIII.

Lenora. “Eleonora”. (Afèresi e síncope)

Lentini. Toponimo in SR, greco Leontínoi, Leontíne, Leóntion, d’etimolgia incerta.

Leo. “Leone”. Latino leo, greco léon, germanico lewo.

Leonardi. Germanico lewo = “leone” + hard = “ardito”, cioè “valoroso come un leone”. • Frequenza: in Italia 124°.

Leone. Nome di vari papi e imperatori e d’un presidente della Repubblica Italiana, imposto per caratteri somiglianti a quelli dell’animale, in particolare la superiorità fisica e la forza, o in onore di qualche omonimo santo. Cfr. Leo. • Frequenza: in Italia 28°.

Leonti. Greco leónteos = “leonino” o greco léon = “leone”.

Leotta. Alterato femm. di Leo. Ma cfr. Liotta. • Attestaz.: Leótas, Calabria, 1102.

Lercara. Toponimo Lercara (PA e ME), derivato dall’arabo harah = “via”, “quartiere” o al-qadi = “giudice”. (Diz. di Topon.)

Lianza. Variante di Leanza.

Liardo. “Leardo”, “Aleardo”. Dall’antico francese liard = “leardo, bigio, storno” e in senso figurato “gioioso”. Il Dauzat ipotizza anche una forma popolare del nome personale germanico Leuthard, da leut = “popolo” + hard = “duro, forte”; mentre per il De Felice è la continuazione del germanico Alhard o Adelhard, da ala = “tutto” o athala = “nobiltà di stirpe” + hard = “duro, forte, valoroso”.

Liberatore. In onore di Cristo liberatore, in ebraico “messia”.

Liberto. 1) Afèresi d’Aliberto, dal germanico adal = “nobile” + berth = “illustre”, equivalente d’Alberto; 2) “schiavo liberato”.

Librizzi. Toponimo in ME d’etimolgia incerta: 1) dialettale li brizzi o sbrizzi = “le gocce”; 2) forse derivato dall’oronimo Libra in CT (Diz. di Topon.). Il cognome calabrese Brizzi (CZ) potrebbe essere ipocoristico dei cognomi Albrizzi (variante d’Alberici) e Fabrizi o esito del latino Britti = “bretoni” (Caracausi) . • Attestaz.: lybrikíu, Sicilia, 1117; Libriges, Sicilia, 1131; Librizzi, Sicilia, 1143.

Lícandri, Lícandro. 1) Greco lýkoi ándres = “lupi uomini” o “lupigni”, da cui Lýkandros, latino Lycandrus = “uomo-lupo”; 2) variante di Nicandro o Nícandro, nome di tre santi (Caracausi), che però il De Felice fa derivare dal greco nike = “vittoria” + anér = “uomo”, mentre il Caracausi alla voce San Licandro riporta la testimonianza del Pirri: “Abbas Sancti Nicandrii, vulgo Licandri”. Toponimo Sannicandro in FG. • Attestaz.: nikoláu nikándru, Sicilia, 1154; dompnus Licandrus, Italia Merid., 1325.

Lícari. 1) “Arcilupo”, derivato dal greco lýkos = “lupo” (Rohlfs); 2) dal latino ricarius = “confezionatore o rivenditore tessile” (Pensabene); 3) dal greco mediev. alykáres = “salinaio” (Caracausi). • Attestaz.: nikólaos alykáres, Sicilia, 1143.

Licata. Toponimo in AG d’etimologia incerta, inteso o come greco tardo leukás = “assenzio” o come adattamento del greco Olympiás = “Olimpia” (Diz. di Topon.) o come greco Alykás = “salsa, salata” perché vicina al fiume Salso (Rocco, in Caracausi).

Licciardello. 1) “Ricciardello”, variante alterata di Ricciardo o Riccardo (De Felice); 2) “Leccardello”, alterato di leccardo = “ghiottone”(Rohlfs), in dialetto liccu. Ma cfr. anche Lizzio.

Licciardi. Cfr. Licciardello.

Liggeri, Liggieri. 1) “Leggeri” (dialettale), cioè “superficiali, vanitosi, poco seri” (De Felice) o “incostanti, superficiali”(Rohlfs); 2) in onore di S. Lizerio (venerato a Venezia nella chiesa di S. Zaccaria, ma non esistente nel martirologio): “Il nome è documentato a Venezia come Ligero nel 1198 e da questo si ebbe il casato veneziano Liziér. A sua volta Lizèrio è forma veneziana del personale d’origine germanica Leogerio’” (Dal Cin).

Li Gresti, Ligresti. Latino agrestes, dialettale li gresti = “gli agresti”: 1) plur. di “l’agreste” (anticamente “l’agresto”), e quindi “i contadini, campagnoli” o “i rustici, selvatici, aspri”; 2) plur. di “l’agresto”, e quindi “uve acerbe e relativo succo adoperato come aceto”. Castello di Gresti presso Raddusa (CT).

Liguori. “Ligori(o)”. Da un antico nome personale. Toponimo S. Ligorio in LE. • Attestaz.: Ligori, Cava dei Tirreni, 957; Ligorius, Brindisi, 1372 (Rohlfs).

Liotta. 1) Variante di Leotta o alterato di Lia, che a sua volta è abbrev. di qualche nome come Rosalía, santa patrona di Palermo; 2) ipocoristico aferètico d’Aliotta, alterato femm. d’Alía, cioè Elía (Caracausi). • Attestaz.: Augustinus de Liocta, Sicilia, 1283; Nicolaus de Liocta, S. Maria di Malfinò, 1322.

Lisa. 1) “Àzzima”, cioè senza lievito (dialettale); 2) ipocoristico d’Elisabetta o Luisa. Toponimo Zia Lisa in CT.

Liseo. Afèresi d’Eliseo, in ebraico “Dio salvatore”.

Lisi. Ipocoristico di Luigi.

Liuzzo. Alterato di Leo o Lio o (E)lía.

Liveli. 1) Dialettale i veli = “i veli”; 2) “i Gueli”, dall’arabo wali(n) = “governatore, alto funzionario amministrativo” (Caracausi).

Livera. 1) Spagnolo olivera = “ulivo” e nome personale Olivera: cfr. Oliveri; 2) improbab. dal latino Liberius = “Liberio”. • Attestaz.: sec. XII.

Livoi. Dialettale i voi = “i buoi” o “quello/a dei buoi”.

Li Voti. “I voti” o “i vuoti” o “le volte”. (Dialettale)

Lizzio. 1) “Contrasto” (Traina); 2) dialettale Licciu, ipocoristico di nomi come Carliccio o Galizio e simili. “Don Licciu Papa” è una novella di Giovanni Verga, il quale presenta questo personaggio anche nel romanzo Mastro-don Gesualdo.

Lo Bello. Dialettale u beddu = “il bello” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del bello”.

Lo Bianco. Dialettale u iancu = “il bianco” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del bianco”. • È il secondo cognome a Vibo Valentia.

Lo Bosco. “Il bosco” o “quello/a del bosco”.

Lo Castro, Locastro. “Il Castro” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del Castro”.

Lo Cícero. “Il Cícero” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del Cícero”.

Lo Curlo. Forse è forma dissimilata di Lo Cullo, dal greco kyllós e neogreco kul(l)ós = “monco”. (Caracausi)

Lo Faro, Lofaro. “Il Faro” o “quello/a del Faro”. Antico francese Le Far: così è chiamato nella Chanson d’Aspremont, d’anonimo, anno 1191, lo Stretto di Messina, dal latino fretum (Pensabene). Toponimo Faro in ME, che in arabo era detto al-farus = “il faro” (Pellegrini). • Il Faro come Stretto di Messina è l’argomento d’un brano della Cronaca (in latino Chronicon) di fra’ Salimbene da Parma, sec. XIII; e Giovanni Villani nella sua Nuova cronica relativa al 1326 lo chiama “lo Fare” (X 352 2). Con l’istituzione del Regno delle Due Sicilie (1443) nelle denominazioni correnti i territori venivano distinti in “di qua dal Faro” (continente) e “di là dal Faro”, cioè dello Stretto (Sicilia): infatti ultra Farum si legge nel privilegio di vendita dello Stato di Paternò a Guglielmo Raimondo Moncada nel 1456. Inoltre lo stesso Stretto è chiamato Faro anche da Giovan Battista Nicolosi (sec. XVII) nell’opera Ercole e Studio Geografico, foglio 13; e un’opera dello scrittore Vincenzo Consolo s’intitola proprio Di qua dal faro. Quindi è probab. che il cognome si rifaccia piú allo Stretto (significando “lo Stretto”, “quello dello Stretto”) che al suddetto toponimo Faro, in cui si trova Punta Faro detta anche Capo Peloro. • Altro toponimo Faro è in Portogallo. Il termine deriva dal greco Fáros, latino Pharus, nome d’un’isoletta posta di fronte ad Alessandria d’Egitto, dove Tolomeo Filadelfo (309-246 a. C.) edificò un’alta torre bianca da cui di notte veniva proiettato un gran fascio di luce visibile dai naviganti: struttura a fanale essa stessa detta faro, una delle sette meraviglie del mondo.

Logatto. Dialettale u hattu = “il Gatto/gatto” o “quello/a del Gatto/gatto”.

Lo Giúdice. “Il Giúdice” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del giudice”.

Lo Grande. Dialettale u ranni = 1) “il grande”; 2) “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del grande”.

Lo Iàcono, Loiàcono, Lojàcono. “Il diacono” o “quello/a del diacono”. • Attestaz.: Machonus Lu Iaconu, Palermo, 1333.

Lollo. 1) Lat. lolium = “loglio”; 2) sicil. lollu = “focacciuola” (Traina); 3) sicil. lollu = “stupido, sciocco” (Caracausi).

Lombardo. Etnico di Lombardia, nel Medioevo intesa come Italia Settentr. Probab. dal germanico lang = “lunga” + bart = “barba” o barthe = “scure, ascia di guerra”, che ha dato il latino Langobardus o Longobardus = “longobardo”. Il cognome, largamente diffuso, ricorda l’immigrazione di settentrionali, comunemente detti “lombardi”, nei secc. XI e XII a Paternò, dove avevano anche un loro quartiere. Il termine ha anche assunto il significato di mercante o usuraio, professioni praticate da tali lomb., spec. in Sicilia, dove ci sono le piú antiche attestazioni del cognome e dov’è concentrato il 50% delle famiglie italiane che lo portano. Il cognome è pure molto diffuso in Istria, anche in seguito all’immigrazione proveniente dalla Sicilia, dall’Italia Merid. e dal Veneto. (Bonifacio) • Frequenza: in Sicilia 3°, in Italia 41°. È il primo cognome ad Alcamo (TP) e il terzo a Caltanissetta. • Attestaz.: Willelmus Lombardus, Sicilia, 1142; Giovanni Lombardo, Padova, 1146 (Bonifacio); Martinus de Lombardo, Pola (Istria), 1150 (id.); Damianus Petri Lombardi, Zara (Dalmazia), 1247 (id.); Franciscus Lombardus, Palermo 1283; dominus Marcus Lombardus, Trieste, 1287 (Bonifacio); Nicolaus Lombardus, Italia Merid., 1324; notar Johannes Lombardo dictus Calderarius, Venezia, 1324 (Bonifacio); Marino Lombardo de Murano, Pirano (Istria), 1337 (id.); dominum Almericum Lombardum, Trieste, 1399 (id.); Girolamo Lombardo, podestà d’Albona (Istria) nel 1428-30 e nel 1463-74 (id.).

Longhitano, Longitano. La prima forma è presente in quasi 150 comuni e in maggioranza intorno all’Etna; la seconda solo a Paternò e Ragalna. 1) “Oriundo di Longi, in ME” (Rohlfs); 2) latino mediev. longitanus = “proveniente da lontano”.

Longo. Latino longus = “lungo, alto”. • Frequenza: a Paternò 18°, in Sicilia 28°, in Italia 30°. • Attestaz.: ioannu longu, pergamene greche di Sicilia, 1129; Guillelmus Longus, Palermo, 1287.

Lopis. 1) Antico spagnolo Lopes = “lupi”; 2) antico spagnolo López = “figlio di Lupo”.

Lo Presti. Latino presbyter, antico francese le prestre, francese le prêtre = “il prete” o “quello/a del prete”.

Lo Re. Dialettale u re = “il re” (anche metaforicamente) o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del re”.

Lo Vecchio. Dialettale u vecchiu = “il Vecchio” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del Vecchio”.

Lo Verde. “Il Verde” o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del Verde”.

Lo Verso. Probab. variante di Lo Vercio = “Il guercio”o “quello/a (figlio/a, nipote, ecc.) del Vercio”.

Luca. In onore di S. Luca evangelista. ipocoristico di Lucano = “attinente alla luce o ai lupi”.

Lucchese, Lucchesi. Etnici di Lucca, d’etimo poco chiaro.

Luggisi. 1) “Loggese”, da Loggia o dalla Loggia o dal quartiere della Loggia; 2) “trovatello/a esposto/a nella loggia municipale”; 3) etnico di Loggia, spec. intesa come “capanna rudimentale utilizzata in campagna nei mesi estivi”, “tettoia coperta di canne e frasche per il riparo dal sole”, “pergola, impalcatura atta a sostenere viti o piante rampicanti”, “tettoia per animali”, “stalla” (Caracausi).

Lugliengo. Cognome rarisssimo, presente anche in tre comuni piemontesi. Di significato oscuro, anche se è facile pensare ad una derivazione da Luglio, mese in cui potrebbe esser nato il primo portatore del cognome.

Luitta. Alterato d’Aloia, femm. d’Aloi.

Luparelli. Plur. dell’antico nome personale Luparellus = “lupetto”.

Lupo. Dall’omonimo animale. • Attestaz.: Guillelmus Lupus, Sicilia, 1283.

Luttino. 1) “Nato in periodo di lutto”; 2) ipocoristico alterato di nomi terminanti in lotto, come Angelotto, Bertolotto (Caracausi).

M

Macaluso. 1) Arabo mahlus = “liberato”, “schiavo affrancato” (Pellegrini, Rohlfs e Caracausi); 2) arabo mahlug, siciliano macaluggiu o macalusciu = “ cotone mondato”, “schiavo affrancato” (De Felice e Francipane). Probab. collegabile anche al termine Macalat, nome di donne bibliche (Genesi 28, 9, e II Cronache 11, 18) e notazione musicale introduttiva dei Salmi 53 e 88, che ha alla base una radice significante “arpa”. • Attestaz.: Iuda Machalusus iudeus, Mazara, 1303.

Maccarrone. Dialettale maccarruni = “maccherone”, “cibo grossolano che allarga la mascella” e figuratamente anche “persona che ha la mascella larga per aver consumato sempre cibo grossolano, che ride sempre ed è sciocca”: “uomo sciocco, soro” (Traina), “tonto, cretino, stupidone” (Pensabene), “scioccone, melenso” da cui maccheronesco = “goffo, ridicolo” (Diz. Encicl. Mod.). Di solito il termine si fa derivare dal latino maccus o Maccius (che era il nome del comico latino Plauto) = “dalla larga mascella”, mentre per il Pensabene la derivazione sarebbe dal latino limax, -cis = “limaccia”, “lumaca” , alla cui forma somiglierebbe il maccherone. Il Dal Cin fa riferimento al greco tardo (Esiodo) makaría = “pietanza di brodo e orzo mondato”: senonché, considerando il greco antico makaría = “beatitudine, felicità”, è evidente che all’origine di tutto c’è il greco mákar (a cui poi risale l’alterato italiano macarone) = “beato, felice, giocondo” e anche “ricco, agiato”, cioè praticamente uno che rideva sempre o allargava le mascelle per masticare grossi bocconi (anche perché poteva permettersi cibi abbondanti e gustosi, come gli attuali maccheroni al sugo). Lo scrittore greco Luciano di Samosata in Storia vera parlò dell’isola dei Makáron = “Beati”, e S. Tommaso Moro in Utopia parlò dei Macarenses = “abitanti del paese felice”. Il termine — alla cui degradazione semantica ha contribuito l’antica maschera di Maccus, specie di Pulcinella — ha generato la denominazione del latino maccheronico (“che fa ridere e diverte”), lingua letteraria grottesca, parte in latino e parte in dialetto, fiorita nei secc. XV e XVI e così detta perché usata da cuochi e sguatteri nelle cucine dei conventi. Infine sembra opportuno ricordare che il dialettale maccu era una vivanda cremosa di fave sgusciate e cotte in acqua, tipica della festa di S. Giuseppe (19 marzo), cui erano invitati i poveri anche per grazia ricevuta, e che Macco è un mostro della novella “Le marionette parlanti” di Giovanni Verga. • Attestaz.: Mari qui dicitur Mackarone, Cava dei Tirreni, 1041(Rohlfs); Galderius Maccarrone, Sicilia, 1156; Maccarronus de Trapano, Palermo, 1287.

Macchiavello. Da mal(o) = “cattivo, pericoloso” + latino antico clavellus = “chiodo, paletto o cuneo di ferro”, metaforicamente con significato erotico per allusione ad attributi e capacità virili. (De Felice e Caracausi) • Attestaz.: Malclavellus, Genova, 1148 (De Felice).

Macchio. Cognome presente in una diecina di comuni del Centro-Nord. Di significato oscuro, ma probab. collegabile a Maccarrone.

Maenza. 1) Latino mediev. majensis = “terreno coltivato a maggese”, e quindi “proprietario di terreni coltivati a maggese” (Cosmai); 2) toponimo in LT, riconducibile al nome personale latino Magius o Maius (Diz. di Topon.).

Maggiore. Di significato intuitivo. • Attestaz.: Thomas iudicis Maioris, Italia Merid., 1332.

Magliarditi. Etnico di Magliardo, toponimo in CT. • Attestaz.: sec. XII.

Magliocchetti. Alterato del cognome Magliocco e quindi doppio alterato plur. di maglio = “mazza, martello”.

Magnani. Plur. di Magnano. • Frequenza: in Italia 163°.

Magnano. Il magnano era una specie di fabbro ferraio, per lo piú ambulante, che riparava utensili domestici, pentole e altri attrezzi d’uso quotidiano (probab. derivato da mano o dal nome personale latino Manius). Toponimo in BI, PC, VI, UD, LU, PZ. • Attestaz.: Leonardus Magnanus, Brindisi, 1314.

Magri, Magro. Contrari di Grassi/o.

Magrí. Greco makroí, neogreco makrís = “grandi, lunghi, alti”. • Attestaz.: andréu makrû, pergamene gr. di Sicilia, 1269.

Màida. Toponimo in CZ, dal greco mághis, latino magida = “màdia”, nel senso di “bacino”, “conca di terreno”. (Rohlfs, Diz. di Topon. che lo attesta al 1098 e Caracausi che lo attesta al 1093)

Maiellaro. Cognome accentrato in Puglia e Campania e diffuso in altre regioni, specialmente del Nord. Attinente alla Maiella, gruppo montuoso d’Abruzzo, probab. da una base pre-latina mag- = “montagna” e derivato con una formante -ell-, caratteristica del sostrato e d’area ligure-siculo-sicana. (Diz. di Topon.)

Maimone. Arabo maymún = “felice, fortunato”. • Attestaz.: Joannes de Maimuna, Messina, 1185 (Rohlfs). • Il crudele generale arabo Gaito (arabo qàid = “comandante, giudice”) Maimone nel 1027 taglieggiò, tormentò e uccise parecchi cristiani di Paternò, appostandosi nei pressi della fonte dell’”acqua grassa”, che poi fu detta Fonte Maimonide: il suo nome fu storpiato in Gatto Mammone ed è rimasto nella leggenda come sinonimo d’imboscata e mostruosa crudeltà.

Maione. 1) Francese maison (pronuncia mesòn) = “magione, casa, abitazione” (De Felice); 2) alterato del nome personale Maio, dal siciliano maiu = “maggio” (Caracausi). Toponimo in CS. • Attestaz.: maiunius, Cava dei Tirreni, 792; Maioni, Brindisi, 957; Maio de Bari, S. Maria di Messina, 1188.

Malaponti. Dialettale malu ponti = “malo ponte”.

Malatino. Alterato di malato: quindi “di gracile costituzione”. • Attestaz.: sec. XIII.

Malerba. “Erba cattiva” e metaforicamente “persona cattiva”. • Attestaz.: Boamundus Malerba, Montevergine, 1170.

Malfa. Toponimo in ME, che in arabo significa “ancoraggio”. (Pellegrini e Caracausi)

Malfitano. 1) Etnico di Malfa (ME) o Amalfi (SA); 2) dialettale marfitanu = “filo pregiato proveniente da Amalfi”, ma anche “furbacchione”. • Attestaz.: sec. XII.

Malvagna. Toponimo in ME d’etimolgia incerta: il Caracausi proporrebbe il latono mala balnea = “cattivi bagni”.

Mammana. “Levatrice” e anche “Chi stava presso una levatrice”. (Dialettale)

Mammano. Forma masch. di Mammana.

Màncari. Neogreco mánka = “brigata, banda”, a sua volta dal latino mediev. mango = “predone” col suffisso -aris indicante mestiere. ( Caracausi) • Attestaz.: Nikítis Mànkaris, Caltanissetta, 1072.

Mancini. Plur. di Mancino. È il primo cognome a Monterotondo (RM), Cisterna di Latina (LT), Empoli (FI) e Senigallia (AN) e il secondo a Roma. Frequenza: in Italia 17°.

Mancino. “Chi usa abitualmente la mano manca”, cioè sinistra, ma anche “chi non percorre la strada giusta o retta via”. • Attestaz.: Iohannes Manchinus, Palermo, 1284.

Mancuso. Dialettale mancusu, da (manu) manca = “Mancino”, “maldestro” e anche “terreno non soleggiato perché esposto a tramontana”. • Frequenza: in Italia 176°. È il terzo cognome a Catanzaro. • Attestaz.: Iohannis Mancusi, Montevergine, 1178.

Manera. Femm. del nome personale Mainero o Maniero, dal germanico magin = “forza” + haria = “esercito”, cioè “forza dell’esercito” o “esercito potente”. (De Felice) • Attestaz.: Mainerius, Torino, 1363 (De Felice).

Manfredi. Nome introdotto in Italia dai Longobardi. Dal germanico mann = “uomo” e fried = “pace”. • Attestaz.: Manfredus, Sicilia, 1142.

Màngani. Variante di Màngano.

Màngano. 1) Dal greco mánganon, latino tardo mànganum = “aspo, filatoio, strumento per cilindrare i tessuti”, “arnese da combattimento a catapulta” e figuratamente “persona di corporatura massiccia”; 2) strumento etneo per trarre la seta dai bozzoli dei bachi (Cunsolo, che si rifà a Saro Bella). Toponimo Mangano in CT.

Mangiameli. “Mangia miele”.

Manitta. “Manetta”, cioè piccola mano.

Manna. 1) Cfr. Manno; 2) “cibo caduto dal cielo agli ebrei” (Bibbia); 3) “purgante ricavato dal frassino”. • Attestaz.: theódoros o mánnas, pergamene gr. di Sicilia, 1167.

Mannarà. 1) “Fabbricante di mannaie” (Rohlfs); 2) latino manuarius, neogreco manári = “allevatore d’agnelli da ingrasso” (Caracausi). Toponimo Mandarano in CT.

Mannino. Alterato di Manno. Toponimo in ME. • È il primo cognome a Carini (PA).

Manno. 1) Dal latino magnus attraverso il sardo mannu = “grande”; 2) abbrev. di nomi come Alemanno, Ermanno, Riccomanno, dal tedesco mann = “uomo”; 3) “Tommaso” (Caglià) in un improbab. dialetto siciliano • Attestaz.: Mannus, riferito da Tacito, capostipite dei Germani Occidentali; Mannus, Farfa di Sabina, 765, e Pisa, 768-774, in età e zona longobardica (De Felice).

Mantarro. Da siciliano mantarru = “pesante mantello di lana tessuto anticamente in casa”, italiano antico (merid.) mantarro = “mantello da pastore”, dall’arabo mantar. (Caracausi)

Mantineo. Etnico di Mantineia, città greca . (Caracausi) • Attestaz.: sec. XIII.

Manuele. Spagnolo Manuel, dialettale Manueli = Emanuele. • Attestaz.: Rogerius de Manuele, Sicilia, 1283.

Manútolo. Forma errata di Minútolo.

Manzone. Alterato di Manzo, dal latino mansuetus e italiano manso = “animale arrendevole”, “mite”. • Attestaz.: sec. XI.

Marano. 1) “Schiavo reso libero” (Rohlfs); 2) spagnolo e italiano marrano = “porco, sozzo, rinnegato”, ingiuria rivolta ai mori convertiti per comodo al cristianesimo, ma anche “villano, zotico”; 3) Marianus, prediale derivato da Marius (Caracausi). Toponimo in varie regioni. • Attestaz.: Rogerius Maranus, Palermo, 1315.

Marcantonio. “Marc’Antonio”.

Marchese. 1) Titolo nobiliare (gerarchia araldica a partire dall’alto: principe, duca, marchese, conte, barone); 2) epiteto scherzoso; 3) soprannome per indicare una persona al servizio di qualche marchese o a lui rassomigliante. Dal germanico marka = “zona di confine” alle dipendenze del marchese. È esclusa una derivazione dal dialettale marchisi = “mestruazione”. • Frequenza: in Italia 181°. • Attestaz.: maístor markísios, Sicilia, 1225; Nicholaus de Marckisio, Sicilia, 1282; Markisius Mussonus, Palermo, 1286.

Marchetta. 1) Alterato di marca o femm. di Marco; 2) “scontrino” (dialettale).

Marchisciana. “Marchigiana, marchesana”. • Attestaz.: sec. XIII.

Marchitto. “Marchetto”, alterato di Marco. (Dialettale)

Marcucci. Alterato plur. di Marco.

Maressa. “Marese”, cioè acquitrino, stagno, palude (Battaglia).

Maresta. Variante di Maressa.

Mari. 1) “Mario/a”; 2) abbrev. di nomi come Adimari, Amari e simili; 3) dialettale amari = “agri, meschini, infelici”. Cfr. Di Mare, Di Mari. • Attestaz.: sec. X.

Marici. Variante di Maurici.

Marinaro. “Marinaio”. • Attestaz.: sec. XIV.

Marino. Dal nome personale derivato da Mario o mare. Nome di due papi. Toponimo in RM. • Frequenza: in Sicilia 5°, in Italia 9°. È il primo cognome a Marsala (TP) e il terzo a Trapani. • Attestaz.: Marinus de Destayti, Palermo, 1287.

Marletta. 1) Alterato di marla = “saliscendi, nòttola del mulino, stanga, leva, asse che sostiene le campane”: latino mediev. màr(r)ula, bolognese marleta = “piccola marra”; 2) “merletta”, alterato di merla = “persona a cui piace cantare” (Caracausi). • Attestaz.: Marlectus, Montevergine, 1178.

Marota. Forma errata di Marotta.

Marotta. 1) “Specie di barca per conservare anguille”; 2) dal francese marotte = “scettro di Re Carnevale”, “fissazione, mania”; 3) variante ridotta di Mariotta (Caracausi). • Attestaz.: Marotta, Montevergine, 1110.

Marraro. “Fabbricante e/o venditore di marre”, specie di zappe.

Marrello. 1) Alterato di marra; 2) dialettale marredda = “matassa, gomitolo”.

Marrone. 1) Da caratteristica fisica relativa al colore di pelle, capelli, occhi; 2) francese marron = “montone” (Caracausi). • Attestaz.: sec. XII.

Marsala. Toponimo in TP, dall’arabo marsa = “porto” + Alí = “d’Alí” (Pellegrini) o Allah = “di Dio”.

Marsiglia. Dall’omonima città francese, in latino Massilia, o dall’antico nome personale Marsiglio o Marsilio, portato da un re saraceno di Spagna presente in poemi epici quali la Chanson de geste e l’Orlando Furioso” dell’Ariosto.

Martella, Martelli, Martello. Già soprannomi di chi lavorava con martelli/o o colpiva come martelli/o, oppure improbab. alterato di Marte. • Attestaz.: Filippus Martellus, Palermo, 1325.

Martínez. Cognome spagnolo, patronimico di Martín = “Martino”. Equivale all’italiano Di Martino.

Martino. “Attinente, dedicato o sacro al dio Marte”. In onore di S. Martino. • Frequenza: in Italia 74°. • Attestaz.: Martínos, pergamene greche di Sicilia, 1047; Rogerius Martinus e Petrus de Martino, Sicilia, 1283

Marullo. Alterato del dialettale maru = “poverino, infelice” o Maru = “Mario”.

Marzola. 1) Alterato femm. di Marzo, in riferimento al mese della nascita, o Marzio; 2) “nata nel mese di marzo” o “avente i caratteri del mese di marzo”.

Marzullo. 1) Alterato di Marzo, in riferimento al mese della nascita, o Marzio; 2) “nato nel mese di marzo” o “avente i caratteri del mese di marzo”.

Màscali. Toponimo in CT. Latino maschala, greco maschále = “ascella” (Diz. di Topon.) e quindi “baia, insenatura” (Caracausi).

Mascarello. Alterato masch. di mascara, da cui maschera e il nome personale Mascarus.

Màscena. Derivato di Masci o Masi. (Caracausi)

Masi. Ipocoristico di Tommaso, dall’ebraico To’am = “gemello”. Toponimo in FE, PD, TN.

Massara. Femm. di Massaro.

Massaro. “Padrone o accudiente di masseria”, “mezzadro”, “fattore”; titolo di persona, che però in dialetto non sempre corrisponde all’italiano massaio. Dall’arabo massah = “podere, fattoria”.

Masto. Forma campana per Mastro. (Caracausi)

Mastroianni. “Mastro (cioè maestro) Ianni”.

Masucci. Alterato di Masi.

Materazzo. Dialettale matarazzu = “materasso”. Arabo matrah = “cosa gettata al suolo, materasso, cuscino” (Pellegrini).

Maugeri. Francese Mauger, latino malgarius = “padrone d’una malga”, “cascinaio” (Rohlfs). Toponimo in CT.

Maurici. Francese Maurice, latino Maurus e Mauritius = “Mauro” e “Maurizio”, cioè oriundo della Mauritania.

Mazza. 1) “Bastone”; 2) deverbale di (am)mazzare in nomi composti (Caracausi). • Frequenza: in Italia 69°. • Attestaz.: Guillelmus Macza, Montevergine, 1130; Nicolaus Macza, Italia merid., 1310.

Mazzaglia. Specie di Mazza.

Mazzamuto. 1) “Ammazza il muto” (De Felice); 2) arabo masmudi: moneta d’oro coniata dagli Almohadi in Spagna e diffusa in Europa (Pellegrini, che ricorda il massamutino di testi toscani antichi, il mazmodi portoghese e la masmudina provenzale). Dalla tribú bèrbera Masmuda prese nome la dinastia musulmana degli Almohadi, detti anche Massamuti o Masmudi, un esponente della quale è citato nella figura del drago di Gioacchino da Fiore. Il cognome può indicare relzione con la moneta o discendenza dalla tribú dei Massamuti. Il massamutino d’oro è nominato anche nel Contrasto di Cielo o Ciullo d’Alcamo (sec. XIII), al verso 27. • Attestaz.: siri Maczamutus, Bari, 1223; Petrus Massamutus, Sicilia, 1283.

Mazzara. Toponimo Mazara in TP, d’etimologia araba e di significato controverso.

Mazzarino. Toponimo in CL, etnico di Mazara, in arabo mazari e greco mazaréno.

Mazzei. “Mattei”, dal latino Matheus con passaggio da th a zz. • Attestaz.: dompnus Maczeus, Italia Merid., 1324.

Mazzola. 1) Alterato di Mazza; 2) forma corrotta di Marzola. Toponimo Mazzolla in PI. • Attestaz.: sec. XIII.

Mazzullo. 1) Alterato di Mazza o di Mazzeo; 2) Marzullo con assimilazione interna.

Mazzurco. Arabo marzurq = “benedetto da Dio, fortunato” (Caracausi). • Attestaz.: sec. XII.

Mazzurcomasi. Agglutinazione di Mazzurco e Masi.

Mecci. 1) Cfr. Meci; 2) forse dal siciliano mecciu = “boccolo, ricciolo” (Caracausi), in francese mèches (pronuncia mesci).

Meci. 1) Ipocoristico di Mènico o Domenico al plur.; 2) latino moechi = “adulteri, amanti”; 3) greco mékos = “altezza, statura”.

Meli. “Miele”. (Dialettale e greco) • Attestaz.: sec. XI. • È il primo cognome a Còmiso (RG), nella zona del leggendario miele ibleo.

Melotino. Alterato o derivato di melote = “vestito di pelli per anacoreti”. Dal greco meloté = “pelle di pecora”. (Battaglia)

Memeo. Probab. ipocoristico di Bartolomeo. (Caracausi)

Memoria. Probab. dall’italiano memoria. (Caracausi)

Mendolaro. “Venditore di mandorle”. (Dialettale)

Mentolaro. Forma errata di Mendolaro.

Merendino, Merennino. Alterati di merenda.

Merico. Variante d’Americo o Emerico (= “Enrico”), dal germanico Haimi-rikja = “dominatore della casa”.

Merlini. 1) Dal nome personale Merlino, derivato dal mago Merlin, personaggio della letteratura epica francese del ciclo bretone e adattamento di Myrddhin, nome d’un celebre mago dei Galli; 2) alterato di merlo. Toponimo Merlino in MI. (Dauzat e De Felice) • Attestaz.: Iohannes Merlinus, Palermo, 1286.

Messina. Toponimo in Sicilia, già greco Zancle e Messéne, latino Messana. • Frequenza: a Paternò 5°, in Sicilia 2°, in Italia 38°. È il primo cognome a Caltagirone (CT), Palermo e Trapani.

Meucci. Alterato plur. di Meo, abbrev. di Bartolomeo e simili.

Mezzocuoio. “Mezzo cuoio”.

Miano. Abbrev. di Damiano e simili. Toponimo in NA, FO, PR e TE e oronimo in FG.

Micale, Micali. “Michele”. Latino Michael, greco Michaéles, neogreco Michális, ebraico Mi (= “chi”) + ke (= “come”) + El (“Dio”) = “Chi è come Dio?”. Promontorio dell’Asia Minore, oggi Samn Dagh. • Attestaz.: Nicolaus de Michali, S. Maria di Malfinò, 1298.

Miceli. “Michele”. (Dialettale)

Miglia. 1) Plur. di miglio, unità di misura; 2) “Emilia”.

Migliazzo. “Migliaccio”. Latino miliacium = “focaccia di miglio”, derivato di milium = “miglio”, e dialettale migghiazzu, alterato di migghiu = “miglio” (cereale). Specialità culinaria alla teglia in forma di focaccia, tipica d’alcune regioni: il migliaccio toscano con pastetta di farina di grano o di granoturco o di castagne, castagnaccio, e quello romagnolo con sanguinaccio di maiale e altri ingredienti. • Attestaz.: sec. XIII.

Migliore. Cognome di significato intuitivo. Attestaz.: Meliorus de Nicosia, Palermo, 1298.

Mignacca. Spagnolo Miñaca, forse = “graziosa”. (Caracausi)

Mignemi. Probab. collegato al verbo greco míghnymi = “mescolo, mischio, congiungo” e al sostantivo greco-latino migma = “miscuglio, unione (spec. di biade o rocce)”; oppure al dialettale mignu (francese mignon, latino minus) = “piccolo”, e quindi “insieme di cose piccole”. Il Pellegrini pensa ad una non identificata origine araba e il Caracausi fa qualche altra congettura non spiegabile.

Milazzo. Toponimo in ME, in greco Mylái, latino Mylae = “mulino”. Il Pellegrini si rifà al bizantino Mylás e all’arabo Milàs, precisando che la terminazione araba -s o -ss in Sicilia è diventata -zzo. Il Pensabene intende Milazzo come latino Mylarum statio = “stazione d’imbarco del mulino”. Il Cappello-Tagliavini lo fa derivare dal greco mylákion, alterato diminutivo di mýlax = “macina”. • Attestaz.: sec. XII.

Mílici. Toponimo Rodí Mílici in ME, dal greco mélos = “melo”? (Diz. di Topon.) o arabo malga = “rifugio, asilo” (Caracausi). • Attestaz.: sec. XII.

Mílicia. Toponimo Altavilla Mílicia in PA, collegabile a Mílici.

Mililli. Toponimo Melilli in SR, attinente al melo (greco mélon) o al miele (greco méli). Il Micciché ricorda anche il siciliano miliddi, tipo di pane biscottato fatto a milu, cioè a verghette. • Attestaz.: Léon milíllos, Sicilia, 1148.

Milone. 1) Nome greco (Milone da Crotone, celebre atleta del sec. VI a. C.) e cognome latino (Milone, genero di Silla, accusato della morte di Clodio nel 52 a. C. e a favore del quale Cicerone scrisse l’orazione Pro Milone), da cui l’analogo cognome francese, nato anche per influsso di Milone, padre d’Orlando; 2) alterato di mela e dialettale muluni o miluni = “melone”. • Attestaz.: Milonis Silvani, Montevergine, 1185; Aloysius Milo, Palermo, 1353.

Minaldi. 1) Dal francese Minaud (pronuncia minò): probab. variante di Ménaud (germanico magin = “forza” + waldan = governare”) o ipocoristico di Minot (alterato d’hémine) = misura francese e chi l’adoperava (Dauzat); 2) dal francese minaud = “moina, smorfia” (Micciché).

Mincio. Toscano Mincius, ipocoristico di Domenico. (Caracausi)

Mineo. Toponimo in CT, dal latino Menaeus, etnico del greco tardo Menáis. (Diz. di Topon.)

Minío. Dialettale Miníu = “Mineo”.

Mínio. 1) Abbrev. d’Erminio ; 2) “cinabro”, colorante rosso.

Minissale. Neogreco Melissáres, da mélissa = “ape” col suffisso -ares proprio dei nomi di mestiere. (Caracausi)

Minútolo. Alterato del latino minutus = “minuto, di costituzione piccola e fragile”. • Attestaz.: Philippus Minutulus, Palermo, 1293. • L’antichità del cognome è attestata dal Boccaccio a Napoli nei secc. XIII e XIV coi seguenti personaggi: Filippo Minutolo (Decam., II, 5) e Ricciardo Minutolo (Decam., III, 6), entrambi della stessa famiglia e dignitari del regno di Napoli; il primo fu anche cardinale e arcivescovo di Napoli, tuttora sepolto (come il cardinale Arrigo Minutolo) in una cappella del duomo napoletano, e al suo sepolcro sta per concludersi la famosa novella d’Andreuccio da Perugia.

Mio. Abbrev. dialettale di nomi come Bartolomeo e simili.

Miolla. Alterato femm. di Mio o tarantino miodda = “mozzo di ruota”. (Rohlfs)

Mirabella. Toponimo in CT e AV. 1) Latino mediev. mira = “specola, belvedere” + belle = “bellamente”(Caracausi); 2) “belvedere” (Diz. di Topon.); 3) dal latino mirare = “ammirare”, e quindi “(località) bella da vedere e ammirare” (Francipane). • Attestaz.: Nicolaus de Mirabella, Palermo, 1354.

Miràbito. Variante di Moràbito.

Miraglia. 1) “Medaglia” (dialettale); 2) arabo amir-arrahl = “ammiraglio, comandante di trasporto”. Toponimo in ME.

Mirenda, Mirenna. “Merenda”. (Dialettale) • Attestaz.: Markisius Mirenda, Sicilia, 1284.

Mirijello. Alterato del siciliano Mirío = “Meriggio”, nome imposto in riferimento all’ora della nascita. (Caracausi) • Attestaz.: Antico Mirigello, Catanzaro, 1703.

Mirinnino. Alterato di Mirenna e forma dialettale di Merendino.

Mirone. Nome greco (Mirone d’Eleutere, celebre scultore del sec. V a. C.) e cognome francese. Nome di vari santi. Il Caracausi ipotizza anche un alterato del nome Mero = “puro”.

Miuccio. Alterato di Mio.

Mobilia. Antico nome personale Mabilia, dal latino Amabilis = “amabile” e antico francese Mabile. (Caracausi)

Mòdica. Toponimo in RG. Greco Mótyka, latino Mytica, d’etimolgia incerta.

Molandi. Dallo spagnolo Molando e probab. variante di Morandi, cognome diffuso in varie regioni, sulla base del nome mediev. Morando, personaggio dell’epica cavalleresca (Pulci e Ariosto), costruito su Moro col suffisso francese -and (Morand = “Moro, Mauro”).

Molica. “Mollica”.

Mònaco. Latino monachus = “monaco”, dal greco mónos = “solo”. • Frequenza: in Italia 143°.

Monastra. Greco tardo monástria = “monaca” (Caracausi) • Attestaz.: sec. XIII.

Moncada. Latino mediev. Mons Catanum o Mons Catani, spagnolo Monte Cada= “Monte Ginepro” o “Monte del Ginepro”. L’ipotetica derivazione dal nome del leggendario eroe Catalò è paretimologica, in quanto che il personaggio stesso potrebbe essere stato inventato per creare l’etimologia. Sono da scartare anche altre derivazioni dal latino come Mons aquata= “monte con acqua o dell’acqua o della fonte” e Mons catenatus= “monte della catena”, quest’ultimo evolutosi poi in Montecatanatus(Albaigès). • Per capire l’origine, l’importanza, l’etimologia e il significato del cognome Moncada, bisogna rifarsi alla storia dell’omonima casata, che ai primordi è piú che altro leggenda. Secondo questa, i Moncada discendevano da un re sarmatico di nome Ercole, dai duchi di Baviera e da Carlo Martello. Verso il 773 un membro della famiglia di nome Dapifer o N’Apifer venne con Ottiero Catalò nella regione che poi fu detta Catalogna per combattere contro gli arabi; e, divenuto successore di Ottiero, fondò il castello di Monte Catalò (accanto all’attuale città di Montcada), detto in latino Mons Catalanus (= “Monte di Catalò”), da cui si sarebbe avuto anche il nome della regione Catalogna, mentre l’espressione si sarebbe poi contratta in Montecatanus. Fra gli eredi ci furono un Guglielmo (morto nel 1000) e suo figlio Raimondo (1000-1052), che in una donazione si firmò come filius Guillelmi de Montcatani. Qui comincerebbe la storia. Infatti fra il 1002 e il 1033 un personaggio di nome Guillem Vacarisses y Muntanyola sarebbe il Guillem de Montcada di un documento del 1039. Praticamente l’origine della casata è connessa al suddetto Guillem de Vacarisses y Muntanyola, anche se non si sa se costui risiedesse già nel castello di Moncada o abbia trasferito in esso la sua residenza da altrove e anche se non si conosce la data esatta in cui egli abbia cominciato a chiamarsi Moncada, data che però dovrebbe aggirarsi fra il 1033 e il 1039. Perciò la signoria dei Moncada ha inizio dopo la morte del conte di Barcellona Ramon Borrell I (1017), a causa della debolezza dei vari conti succedutisi. Per maggiore precisione, nel 1039 Guilelmus de Monte Catano firmò accanto ad altri per il matrimonio dei conti Raimondo Berengario I ed Elisabetta; e nel 1046 una donazione alla cattedrale di Barcellona recava la firma del secondo proprietario del castello di Moncada, precisamente Raimundus prole Guillelmi de Monte Catani. Il primo documento che parla del castello detto di Montekandamo è del 1023, ma questa data non significa che esso non esistesse anche prima. In seguito ad una ribellione del gran siniscalco Guglielmo Raimondo di Moncada a causa dell’utilizzo dell’acqua dei mulini che c’erano ai piedi del castello, il conte Raimondo Berengario IV nel 1134 s’impossessò del castello e nel 1135, fatta la pace, instaurò la signoria dei Moncada, giurando allo stesso siniscalco che lo avrebbe aiutato nelle guerre. A parte la leggenda, dunque, il cognome Moncada deriva dal toponimo catalano Montcada, in cui il primo elemento indica un monte, mentre il secondo indica il ginepro rosso mediterraneo, arbusto frequente nella zona, detto in latino mediev. catanum, in spagnolo cada, in provenzale cade e in latino scientifico Juniperus oxycedrus, da cui si ricava un olio usato in dermatologia. L’antica casata dei Moncada, le cui origini — come detto — si fanno risalire al sec. VIII in Catalogna, era iscritta con numerosi titoli nel Libro d’Oro della nobiltà italiana (Palazzolo Drago) e nella Mastra delle nobili famiglie patornesi (Savasta). Essa costellò delle sue imprese la storia europea e americana, tanto che ne parlarono con ammirazione scrittori come il Guicciardini, il Sarpi, il Cervantes. Le prime cariche e funzioni dei Moncada furono quelle di vassalli, visconti, vicari regi e conti di Barcellona; successivamente, fra Spagna e Sicilia, ci furono signori, condottieri, ammiragli, scrittori, baroni, duchi, conti, principi, viceré, presidenti di regno, vescovi e prevosti. Anche le donne della casata si fecero onore come dame, contesse, principesse e regine. La loro potenza fu tale che nel 1223 i Moncada s’opposero energicamente all’autorità del re d’Aragona Giacomo I il Conquistatore. Nei documenti ricorrono varianti come Moncata, Montcatani, Monte Catano, Montekandamo, Montecat(h)eno, Monte Cat(h)ino, Muncada, Muncata e Muntcada. La variante Montecat(h)eno, che sembra o la volgarizzazione della triade Mons Catanum/Montcatani/Monte Catano (= “Monte Ginepro”) oppure l’italianizzazione del suddetto Mons catenatus (= “monte della catena”) o dell’etnico catalano montcadenc (= “di Moncada”, “moncadese”), in seguito fu usata soltanto dal ramo siciliano, il quale fu fautore degli spagnoli e avversario del partito che voleva l’indipendenza della Sicilia, dov’esso era giunto dalla Spagna nel 1282 (Vespri Siciliani), al seguito del re Pietro il Grande (II di Catalogna-Aragona, III d’Aragona, I di Valenza e poi I di Sicilia), stabilendovisi nel sec. XIV con a capo Guglielmo Raimondo I. Alla casata appartennero fra gli altri: Elisenda di Moncada (Elisendaè forma mediev. d’Elisabet), contessa di Barcellona e regina di Catalogna, Aragona e Valenza dal 1321/22 (matrimonio col re Giacomo II, figlio del suddetto Pietro il Grande) fino al 1327 (anno della morte del marito), la quale lasciò un buon ricordo di sé, tanto che a Barcellona, allora capitale del regno, vi è un viale a lei intitolato, e fu mancata regina di Sicilia perché Giacomo II nel 1295, cioè prima di passare a terze nozze con lei, aveva consegnato la Sicilia al papa Bonifacio VIII a favore degli angioini e in cambio della Corsica e della Sardegna [12] ; Guglielmo Raimondo III, conte d’Augusta, che nel 1379 liberò la regina Maria dal castello Ursino di Catania; Giovanni Tommaso, conte d’Adernò, maestro giustiziere, letterato e piú volte presidente del Regno di Sicilia nel 1475-78; Ugo, capitano spagnolo e viceré della Sicilia Insulare nel 1509 e della Sicilia Peninsulare nel 1527; Francesco, generale spagnolo e storiografo, sec. XVI-XVII. Nel 1456 Alfonso il Magnanimo, re d’Aragona e Sicilia, dopo averla venduta nel 1431 al viceré Nicolò Speciale, vendette Paternò per 24.000 fiorini a Guglielmo Raimondo IV Moncada, conte d’Adernò. La città e terra di Paternò (i cui confini andavano ben al di là dell’attuale territorio comunale, includendo vari paesi) fu in signoria dei Moncada, col titolo prima di contea e poi — dal 1565 — di principato, fino all’abolizione del feudalesimo avvenuta nel 1812. Tuttavia nei secc. XVI e XVIII l’università di Paternò, ritenendo insopportabile la soggezione feudale, aveva portato avanti due vertenze legali per il riscatto della città e la sua riduzione al demanio. Francesco de Moncata fu il primo principe di Paternò dal 1565-’67; Giovanni Moncada fu l’ultimo e morí nel 1827, ma già nel 1820 era stato eletto il primo sindaco nella persona di Giuseppe Coniglio. Carmelo Moncada — che fu sindaco di Paternò nel 1896-98, nel 1899-1900 e nel 1902-04, commissario prefettizio nel 1927-28 e podestà nel 1928 — donò al comune il terreno dell’attuale giardino pubblico “Villa Moncada”. I conti e principi di Paternò, pur avendo varie città e terre, dimoravano con preferenza a Paternò. In conclusione, da quanto sopra detto e da molto altro che qui è impossibile riportare, appare evidente che questa casata, oltre che “famiglia principesca, la piú grande e la piú potente della Sicilia” (Savasta), è la piú illustre di questa città. • Del cognome attualmente esistono in Italia anche le varianti Mongada (AG e IM), Moncadi (SA), Moncado (AG e altrove), Mongado (AG e GO), Moncata (SR e PA) e Moncati (SA), le cui ultime due possono assumere il valore di participi passati del verbo moncare= “troncare, mutilare, diminuire, ridurre”; ed esiste anche una società di nome Montecateno (Roma). • Toponimi:Montcada i Reixac (in spagnoloMoncada), continuazione del suddetto toponimo catalano, città di 27.000 abitanti a km. 11,5 da Barcellona;Moncada, altra città spagn. di 18.000 abitanti a km. 8 da Valenza [13], terra già donata dal suddetto re Giacomo I al conte Pietro de Moncada, da cui prese il nome (Albaigès);Moncadain SR;Fenicia Moncada (ora Belpasso) già in CT; Moncade=mont [des] cades (Dauzat), cioè “monte dei ginepri” nell’antico dipartimento francese di Seine-et-Oise (Dauzat). Oronimo Moncaderin TV. Famoso poi è a Santiago di Cuba il Cuartel Moncada, ex caserma ed ora museo nazionale. • Prime attestaz. in Sicilia: Beringarius de Moncada, 1283;P. de Montecatheno, 1292; Petrus de Monte Cathino, 1314.

Monciino, Moncino. Varianti di Mongioví. (Caracausi)

Mondello. 1) Dialettale munníu o munneddu = “misura pari a litri 4,298 e are 2, 7285” (Traina); 2) alterato del nome personale Mondo, ipocoristico di nomi come Raimondo e simili (Caracausi). Toponimo in PA.

Monetti. Afèresi di Simonetti (ebraico Shime’on = “Dio ha ascoltato”, sottinteso le preghiere dei genitori) o Salomone (ebraico Shelomoh = “pacifico”).

Monforte. “Monte forte”, “rocca inespugnabile”. Principato e ramo dei Moncada. • Attestaz.: sec. XIII.

Mongioví, Mongiví. Siciliano munciuví = “benzoino”, specie di balsamo. (Caracausi)

Monsecado. Latino mons + spagnolo secado = “monte seccato”, cioè monte reso secco (e quindi improduttivo) dal sole, dalla mancanza di pioggia o dagli uomini.

Montalto. “Mont’alto”. Toponimo in varie regioni.

Monteleone. “ Monte Leone”. Toponimo in varie regioni. Antico nome di Vibo Valentia.

Montenegro. “Monte nero”. Stato della penisola balcanica.

Montieri. 1) Toponimo in GR, dal latino mons aeris = “monte di rame” (Finamore); 2) spagnolo montero = “cacciatore”, antico italiano montero = “battitore, capocaccia”, siciliano munteri = “birro” (Caracausi). Probab. c’è analogia in Sicilia fra munteri (“guardiano di monti a cavallo”) e camperi (“guardiano di campi a cavallo”).

Montisci. Toponimo Montisi in SI.

Moràbito. Arabo marabut = “sant’uomo, eremita”, cioè chi ha praticato il marabuttismo = “vita pia ed eroica nelle virtú e nella preghiera”. Nei paesi arabi, come ad es. nel Marocco, tuttora il marabút è molto venerato; e per la sua festa la gente accorre numerosa, accampandosi per giorni nei pressi del santuario, dove si ritrovano amici anche d’infanzia o emigrati appositamente rientrati o a volte appartenenti a diverse religioni (ad es. musulmani ed ebrei). Non sempre, però, la parola ha un significato positivo: il Traina registra un marabbutu = “superstizioso, ipocrita” e cita il francese marabout = “baggeo”; il Battisti-Alessio lo dà come “legato, pio”; il De Felice porta maràbbitu o muràbbitu = “astemio”; il Pensabene lo fa derivare dal latino murus + greco ábatos = “muro insuperabile”. • È il secondo cognome di Reggio di Calabria. • Attestaz.: al-muràbit, Sicilia, 1178; elmoràbat, ibid., 1165; Iohannes Morabitus, Catasto servile di Sicilia, 1131-1148?

Morales. Frequente toponimo e cognome spagnolo: “mori”, dal latino classico morum e latino volgare mora = “gelso” o dal latino Maurus = “abitante della Mauritania”. (Albaigès)

Morelli. Cognome presente in quasi 2.000 comuni italiani e con quasi 10.000 occorrenze. Plur. di Morello. • È il primo cognome a Pontedera (PI) e il secondo a Livorno.

Morello. Cognome presente in oltre 3.000 comuni italiani e con oltre 800 occorrenze. 1) Alterato di Moro o moro = “negro” o “scuro” come i popoli della Mauritania (regione africana) e anche “cavallo dal manto nero e di facile imbizzarrimento”; 2) “rocchio”, “porzione”, “pezzo”, “appezzamento di terreno” (settentr.); 3) afèresi d’Amorello, per cui cfr. Amore.

Morina. Alterato femm. del nome personale Moro o dell’aggettivo e nome comune moro. • Attestaz.: Rogerius Murina, Sicilia, 1283.

Moschetto. Dialettale muschittu = “moscerino”, alterato di mosca.

Motta. “Monticello, rialzo di terreno”, “castello in posizione elevata, fortificazione”. Dal francese motte = “zolla”, “massa di terra franata”, “accumulo di pietre, detriti e sabbia”, “castello in posizione elevata”, “altura fortificata”. Per il Pensabene: latino munitio optima = “fortificazione o difesa eccellente”. Toponimo in CT, RC, TV e altrove. • Frequenza: a Paternò 32°, in Italia 177°. • Attestaz.: Mocta, Sicilia, 1290.

Mudo. 1) “Muto” (spagnolo); 2) “mutato, cambiato” (mediev.); 3) “dazio, gabella, imposta” (Battaglia); 4) probab. da Mudò (Caracausi).

Mudò. Greco tardo madós, madarós = “calvo” (Caracausi).

Mulè. 1) Arabo mawlà = “padrone” (De Felice, Pellegrini, Rohlfs e Caracausi); 2) greco tardo myléus = “addetto al mulino” (Alessio, contestato dal Caracausi). • Attestaz.: Mulè, Sicilia, sec. XII (Rohlfs).

Munafò. Greco monachós = “monaco”. (Rohlfs)

Muni. Ipocoristico dialettale di nomi come Simone (ebraico Shime’on = “Dio ha ascoltato”, sottinteso le preghiere dei genitori) o Salomone (ebraico Shelomoh = “pacifico”).

Muràbito. Cfr. Moràbito.

Murè. “Morea” (cioè Peloponneso) o “gelso”. (Caracausi)

Mureno. Spagnolo moreno = “bruno”.

Mursia. Spagnolo Murcia, toponimo in Spagna, dall’arabo Mursiya = “forte, solido, fortezza” (Albaigès).

Musarra. 1) “Musa, strumento musicale a fiato” (siciliano); 2) siciliano musciara o musara = “barca piatta per le tonnare” (Traina e Pellegrini); 3) latino mensaria = “attinente alla banca, bancaria” (Pensabene); 4) probab. dall’arabo masarrah = “felicità” (Caracausi). Toponimo Rocca Musarra sull’Etna e Mosòrrofa (calabrese Musòrrofa) in RC. • Attestaz. Torre Musarra, Bari, 1059 (Rohlfs): il Pellegrini collega quest’antico pugliese al siciliano musciaru = “mucchio, cumulo di frutta, graticcio di canne per essiccare frutta”, facendolo derivare dall’arabo mansàr o minsàr = “graticcio per essiccare frutta” e cita il toponimo S. Angelo Muxaro (AG), dove muxaro = “monti a sega”. • Attestaz. Mussérrass, Sicilia, 1145; Johannes Musarra, S. Maria di Messina, 1245.

Musca. “Mosca”. (Dialettale) • Attestaz.: iannes múskas, pergamene gr. di Sicilia, 1270.

Musmarra. Variante di Musumarra.

Musmeci. Variante di Musumeci.

Mussopantaleo. Agglutinazione di Musso (dialettale mussu = “muso” o ebraico Mashah/Moshé = “salvato dalle acque”, cioè Mosé) e Pantaleo (gr. pantaléon = “tutto leone”).

Musumarra. Probab. arabo asmar = “bruno” o musmar = “chiodo”. (Caracausi)

Musumeci. Cognome con oltre 2100 occorrenze, accentrate nella zona etnea, ma disseminate in 367 comuni di tutt’Italia, particolarmente in Sicilia, Calabria, Lombardia, Piemonte e Lazio e un paio di presenze in Sardegna. 1) Greco mésos mékos = “mezza altezza, bassa statura” (Pensabene); 2) probab. collegato all’arabo mishmish = “albicocco” (Micciché); 3) etimo arabo nonostante la c, non identificato (Caracausi).

Musuraca. Toponimo Mesuraca in CZ, probab. dal greco mesoryákas “ruscello di mezzo” o “(terra) in mezzo ai ruscelli”. (Caracausi)

Musurata. 1) “Misurata” (dialettale); 2) forma errata di Musuraca.

Muzzicato. “Morsicato”. (Dialettale)

N

Naborre. Nome personale in onore d’un santo (d’origine libica) patrono di Griante (CO), che il De Felice spiega con “il mio amico è Nebo, dio assiro-babilonese”. Ci sono altri due santi di nome Nabore.

Nàpoli. Dalla città campana, greco e latino Neápolis = “città nuova”.

Narbone. Toponimo Narbonne in Francia.

Narcisi. Plur. di Narciso, greco Nárkissos, latino Narcissus: nome evocante il mitologico giovinetto innamorato della sua immagine e l’omonimo fiore.

Narda. Abbrev. di Bernarda (germanico berno = “orso” + hard = “ardito”, cioè “valoroso come un orso”) o Leonarda (germanico lewo = “leone” + hard = “ardito”, cioè “valoroso come un leone”). • Attestaz.: Nardus, Cava dei Tirreni, 917.

Narici. Forma evoluta del dialettale narisi, etnico di Naro (AG). (Caracausi)

Narzisi. Variante di Narcisi.

Nasca. Latino nasica = “naso irregolare”, dialettale spregiativo nasca = “naso camuso, ed anche narice”(Gioeni) e in senso figurato “pedante, pignolo” (De Felice e Caracausi), persona che sente subito tutti gli odori, buoni e cattivi, andando in cerca del pelo nell’uovo.

Naso. Toponimo in ME, d’etimologia controversa: o dal greco nâsos, nêsos = “isola” (Rohlfs) o dal latino nasus = “naso” e quindi “punta, sporgenza, estremità” (Alessio).

Nassisi. “Nassese”, etnico di Nasso o Naxos, antica colonia greca della Sicilia, oggi Giardini Naxos (ME), che prese il nome dall’omonima isola dell’Egeo.

Nastasi. Afèresi d’Anastasi.

Natoli. Greco anatolé = “levante”, da cui il nome geografico Anatolia = “orientale”. • Attestaz.: Anatólis, pergamene greche di Sicilia, 1181.

Navarría. Contrada o località (come indica la desinenza -ía) dei Navarra. La famiglia reale di Navarra (regione settentr. della Spagna d’incerta etimologia) produsse vari re, fra cui la regina Bianca che nel 1405 promulgò le Consuetudini di Paternò e della cui presenza a Paternò restano vivi ricordi (vedere Bibliografia e il mosaico di piazza della Regione a Paternò).

Necchi. “Tristi, cattivi, semplicioni, ingenui”. Ligure, dal latino nequi = “ingiusti, malvagi”. (De Felice)

Neri. 1) Da caratteristica fisica o da appartenenza ad una famiglia o fazione che aveva insegne di color nero; 2) abbrev. di nomi toscani come Rinieri o Guarniero. • Frequenza: in Italia 79°. È il terzo cognome a Siena.

Nesi. 1) Dal greco Nésos (nome personale) e nêsos = “isola”; 2) ipocoristico di Tornesi, etnico di Tours, toponimo in Francia, da cui prese nome una moneta importata dagli Angioini nell’Italia merid. (Caracausi).

Níbali. “Annibale”. (Dialettale)

Nicastro. Toponimo in CZ: neogreco néo(n) kástro(n) (latino castrum) = “nuovo castello, cittadella fortificata”. • Attestaz.: Bartholomaeus de Neocastro, Sicilia, 1287; Renaldus de Neucastro, Rometta (ME), 1322 (Rohlfs).

Nicita, Nicito. Nomi personali in onore di san Niceta/o: greco Nikétes o Nikídes (nome personale) e niketés = “vincitore”. • Attestaz.: Nichita Delfina, Italia Merid., 1328.

Nícito. Afèresi d’Anícito o masch. di Nicita.

Nicolai. “(Figlio) di Nicola” (latino) o plur. di Nicolao, variante settentr. di Nicola (greco nikân = “vincere” + laós = “popolo”, cioè “vincitore tra il popolo”). • Attestaz.: Luchas de Nicolao, Sicilia, 1282.

Nicoletti. Alterato di Nicola, per il quale cfr. Nicolai. • Attestaz.: Nicolectus, Bari, 1294.

Nicolosi. Toponimo in CT, derivato dal locale monastero di S. Nicola: greco nikân = “vincere” + laós = “popolo”, cioè “vincitore tra il popolo”. • Frequenza: a Paternò 15°.

Nicolosisgrò. Agglutinazione dei cognomi Nicolosi e Sgrò.

Nicoloso. Variante di Nicolosi.

Nicosía. Toponimo in EN: o collegato al greco níke = “vittoria” o dal toponimo greco Leukosía derivato da leukós = “bianco”. Toponimo in Cipro. • Attestaz.: Nichosie, Belmonte (PA), 1283; Nicosia, Sicilia, 1308-1310.

Nicotra. Toponimo Nicòtera in CZ (calabrese e siciliano Nicotra) collegato al greco nike = “vittoria”: 1) dal masch. nikétor = “vincitore”; 2) nome personale Nikóteras = “miracolo della vittoria” (Diz. di Topon. e Pellegrini); 3) níke = “vittoria” e pterón = “ala”, cioè “ala della vittoria” (Pensabene), ipotesi improbab. sia per il diverso accento sia perché l’esito del gruppo consonantico greco pt dovrebbe essere l’italiano tt (ad es. fenicòtteri, ortòtteri, ecc.). • Attestaz.: Iohannes de Nicotera, Palermo, 1298.

Nígido. Variante d’Anícito.

Nigito. Variante di Nicito.

Ninone. Alterato di Nino, ipocoristico d’Antonino e nomi simili.

Nirella. Cognome con pochissime occorrenze in quattro comuni italiani del Centro-Nord: “Nerella”. • Attestaz.: Nirellus, Palermo, 1298.

Nista. Cognome variamente sparso in un centinaio di comuni italiani, di significato oscuro.

Nizza. 1) Toponimo in Francia, AT e ME: greco níkaia o nikáia, latino Nicaea, francese Nice = “vittoriosa”; 2) variante aferètica del neogreco Annítsa, alterato di Ánna (Caracausi).

Nocerino. Etnico di Nocera, toponimo in CZ, SA e PG.

Nocita. Forma corrotta di Nicita.

Notaro. “Notaio”: titolo mediev. di scrivani d’atti, cancellieri e magistrati vari.

Noto. Toponimo in SR: latino Netum.

Notoli. Probab. forma errata di Natoli.

O

Occhipinti. Cfr. Pinto. • È il primo cognome a Ragusa.

Oieni. Dal greco Eugénios = “Eugenio”. (Rohlfs)

Oliveri. Toponimo in ME. Francese olivier e Olivier, spagnolo olivera = “ulivo”. • Attestaz.: Olivarius, Pinerolo, 1040 (Sala Gallini-Moiraghi); Oliverius, Treviso, 1085 (Pellegrini).

Olivieri. Variante d’Oliveri. • Frequenza: in Italia 114°.

Onorato. 1) Antico ceto dei cittadini, inferiore ai nobili (Rohlfs); 2) in onore del santo omonimo. Dal latino Honoratus.

Oréfice. Da mestiere.

Orestano. Variante d’Oristano, toponimo in Sardegna, prediale latino derivato da Aristius. (Caracausi)

Òrfano. Cognome di significato intuitivo. • Attestaz.: presbiter Orfanus, Italia Merid., 1324.

Orfanò. Greco orfanós = “orfano”. • Attestaz.: Orphanós, Rometta (ME), sec. XIII (Rohlfs).

Orífici. “Orèfice”. (Dialettale)

Oriti. Probab. etnico d’Oria, toponimo in BR. (Caracausi)

Orlando. Germ. hrod = “gloriosa” + land = “terra” oppure hrôt = “fama” + nanths = “audacia”, cioè “colui che eccelle in audacia”. • Frequenza: in Italia 80°. • Attestaz.: Orlándos, Sicilia, 1183.

Orofino. Figlio/a prezioso/a come “oro fino”.

Orrigo. “Ulderico”. Germaico Othalric (Dauzat), da huld = “clemente” + rich = “potente”. • Attestaz.: Orrikos, Auletta, 1170 (Rohlfs).

Orsi. Dal nome personale latino Ursus = “orso”. • Attestaz.: sec. XI (Sala Gallina-Moiraghi).

Orsini. Alterato d’Orsi. Potente famiglia romana di parte guelfa, avversaria dei Colonna, che diede alla Chiesa cinque papi e oltre trenta cardinali. • Attestaz.: sec. XII.

Ortisi. “Ortese”, etnico d’Orta (FG, CE, NO).

Orto. “Quello/a dell’orto”.

Ortoricciari. Agglutinazione d’Orto e Ricciari.

Ottaviano. Toponimo in NA, derivato dal nome personale latino Octavius (a sua volta derivato dal numero 8) con suffisso di proprietà -anus indicante un figlio adottivo o un terreno.

Ottone. Dal germanico audha = “ricchezza”. Nome di vari sovrani. Toponimo in PC.

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