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Preghiera a Manitou di Cane Pazzo
La poesia di Rossano Onano
presenta caratteristiche formali inconsuete: forzature lessicali, dissonanze,
disarmonie ritmiche e prosodiche, espressioni colloquiali degradate, che
volutamente ne azzerano il tono lirico. Un certo gusto insistito del
parafrasare, che diventa abitudine a stravolgere il senso delle citazioni per
adattarle al gioco prosodico, ne evidenzia l'irridente intenzionalità mimetica e
il sotteso fervore sarcastico. Attingendo a un personale bagaglio di esperienze
umane, culturali, professionali (l'autore svolge attività di psichiatra), Onano
dà libero sfogo alla propria fantasia, avventurandosi in un inconsueto ed
impervio tracciato poetico-narrativo. In ampie lasse di versi, caratterizzate da
una scrittura orizzontale, estesa, parsimoniosa di cesure, egli fissa idee e
impressioni, descrive vicende e fatti, legati a situazioni più o meno complesse,
nel tentativo di rilevarne il senso nascosto. Il tono delle varie problematiche
è posto, a volte, attraverso la simulazione della parabola biblica ed evangelica
(che il poeta reinterpreta laicamente), talaltra tramite l'indagine
psicanalitica nel tentativo di porre ordine al flusso disorganico
dell'inconscio.
Letta in chiave narrativa, questa poesia rivela pertanto
un'intonazione realistica piuttosto vaga, che ha i suoi evidenti punti di fuga
nell'onirico e nel visionario. Essa assai raramente scaturisce da una
meditazione razionalmente adeguata, anche perché il desiderio di interpretare il
mondo spinge a volte l'autore a porsi fuori dal mondo medesimo. Ciò non
significa che Onano abbia scritto in stato di trance, ma che ha tradotto
in parole i suoi sogni, descrivendo situazioni immaginarie, di scarsa
verosimiglianza, di esclusiva valenza allegorica. La sua poesia, ricca di
significati metamorfici, diventa quindi punto di approdo dell'ossessiva ricerca
di una realtà “altra”, che ha aspetti deformanti e surreali.
E' tuttavia encomiabile la
fermezza con cui Onano ricusa il frammentarismo lirico novecentesco, per
cimentarsi, fin dalle prime prove, nel discorso poetico ininterrotto. Egli
infatti da sempre – come testimonia il presente volume, che riunisce nuovi e
vecchi testi – ha manifestato la propria tendenza per l'unità stilistica e
contenutistica del poema o, quanto meno, per una poesia epica di respiro
poematico, sfidando consapevolmente i pericoli insiti in tale tipo di poesia; ma
in rari casi – senza comunque compromettere la resa poematica complessiva – gli
è capitato di eccedere nel linguaggio discorsivo e prosastico, di cadere nel
programmatico e nel voluto, di tradire una certa dipendenza dai modelli della
poesia russa e anglosassone, egemoni in tale genere.
Onano presenta in questo
denso volume un corpus di ben sette raccolte di versi, quasi tutte già
edite singolarmente, che costituiscono la gran parte del lavoro poetico
quantitativamente e qualitativamente rilevante da lui prodotto nell'ultimo
decennio. Le varie raccolte risultano disposte in ordine inverso a quello
cronologico. Così, dopo Preghiera a Manitou di Cane Pazzo, che è la sua
silloge più recente e da cui prende titolo il presente libro, si passa via via a
tutte le altre, fino a quella relativamente più remota: Viaggio a Terranova
con neri cani d'acqua, che è del '92. Queste raccolte poetiche testimoniano
lo svolgimento di un discorso stilisticamente unitario, che non presenta
elementi di rottura, basato sulla compattezza di un dettato costituito da
sequenze narrative, a volte concettualmente divaricanti e di stampo surrealista,
che finiscono di giustapporsi dando a questa poesia un aspetto magmatico; ne
scaturisce, sotto il profilo contenutistico, un mix di sacro e profano,
risultante dal confluire di vari elementi (religione, erotismo, esorcismo,
esoterismo, ecc.) che, alla fine, assume carattere di terrestrità, grazie anche
all'inedito bestiario umano in essa sagacemente rappresentato.
Vi è al centro degli
interessi dell'autore – come giustamente osserva Sandro Gros-Pietro nella
prefazione – la sua passione per la psichiatria e la poesia, per cui la
correlazione tra queste due discipline rappresenta “l'architrave portante
dell'invenzione letteraria di Onano”. Non è infatti raro imbattersi nei suoi
versi in palesi rituali psicanalitici (consistenti nella pseudo-verbalizzazione
di atti comportamentali patologici), del tutto comprensibile per la familiarità
dell'autore con la filosofia freudiana e lacaniana; tendenza questa, tra
l'altro, supportata dall'uso di un'appropriata terminologia clinico-scientifica.
Nella sua originale maniera
di poetare Onano libera una fine ironia sostenuta da un'acuta sottigliezza di
analisi, non esente da ripetitività e artifici. Così la sua poesia, nonostante
si ispiri a motivi storico-antropologico-culturali oggi comunemente dibattuti,
sembra operare in controtendenza, rifiutando facili consensi, per attestarsi su
un'autonoma posizione, refrattaria ad ogni classificazione, capace di
contrapporre valenze contestative agli indirizzi poetici correnti.
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Recensione |
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