|
E- MarginatiFedele al suo vincente modulo di scrittura in gran parte frutto di una rilevante ricerca linguistica, avviata da tempo, l'amica Anna Maria Guidi ripropone e consolida con il suo ultimo libro di liriche “ E-Marginati ” le qualità rare e suggestive con le quali comunica il suo pensiero poetico, la forte carica di umanità, l'ampio e raffinato contenuto intellettuale e concettuale. Dalla strabiliante connessione tra il suo curatissimo, sofisticato, eccentrico laboratorio linguistico e la sua capacità di analisi e osservazione profonda, quasi un sezionamento chirurgico del rappresentato, con un successivo rimodellare a colpi di bulino di fine scultore degli orizzonti e dei personaggi, nasce una poesia di grande e luminosa corposità, un distillato prezioso che, eliminato ogni residuo di romanticismo o sterile sentimentalismo, punta diritto all'effetto “immagine-emozione-concetto”, scarnificando la parola attraverso una ritmica affabulazione.
Ed ecco allora che dal suo ultimo volume compare, come in un itinerante teatrino, una stravagante galleria di personaggi simboli di vizi, virtù, guasti, disgrazie, corruzioni, crimini e misfatti, gestiti dall'autrice sotto la categoria appunto di “E-Marginati”. Figure nette, di una realtà cruda e palpabile, rimaste nelle mente indagatrice della Guidi come testimonianza di variegati vissuti che inanellano quotidiane modalità dell'esistenza . Figure che l'autrice muove azionando i fili delle loro umane debolezze e qualità, nel contesto di una società traguardata sempre con l'occhio di un giudice in cui aleggia sfiducia e amarezza verso il genere umano. Vero capolavoro di cesellatura quel voltare e rivoltare, modellare e rimodellare la sua parola fino a scoprirne la radice più profonda, già felicemente impiegato in “Senz'alfabeto”. E così la nostra passa in rassegna la sua galleria di umane sembianze che assumono spessori di grande rilievo nel loro svelarsi in carne e in spirito grazie ad acrobazie linguistiche taglienti e ricostituenti tali da farla giungere all'essenziale dell'immagine, del significato e del suo ritmico svolgersi. Il risultato finale è che la sua narrazione poetica ha sempre i contorni di una scrittura alta, sofisticata pungente, a tratti ossuta e persino sconvolgente e iperbolica nel suo personalissimo lessico. Rimane un libro di forte struggimento nel dolore, nel tormento, nell'appassionata disamina dei suoi personaggi passati al vaglio di una accuratissima radiografia del cuore e dell'anima, grazie anche alle sue straordinarie doti di scandaglio psicologico. Le varie anime di Adelina, Amalia, Anacleto, Foresto, Giuliana, Lodovica, Rombò e tante altre sono le protagoniste di questo prelibatissimo piatto poetico dove ritrovare il gusto della parola sacrale, sezionata e risezionata, sviscerata e rivista dall'alto di una ultra sensibilità critica e poetica, con tutto l'amore per una lingua che affonda le proprie radici nel meglio della tradizione dialettale e con tutta la propria nobiltà compassionevole per recuperare dignità e spazio di luce vitale per ognuna delle figure esaminate e per una società in corsa verso la distruzione dei valori e delle armonie. Così scorrono interni ed esterni, strade e campagne, attrici ed attori che ci pare di toccare nella loro consistenza fisica, come in “Ma-gruccia” o “Monia”, ma anche tragedie senza fine come le traversate marine dei migranti in “Ezdir” e il canto amaro e tagliente verso la sua città in “Simmetrici sperdimenti“. Insomma c' è veramente da perdersi e incantarsi nell'immedesimarsi dentro le figure di una incredibile vetrina, ma anche profondamente riflettere sulla vita e sul ultimo significato seguendo le pagine del testo e i versi della poesia che chiude la raccolta “In(de)finitudine illimite”. Dunque complimenti vivissimi all'amica stimatissima Anna Maria per questo nuovo capolavoro di scrittura e di impegno poetico e umano che la pone nella élite poetica della nostra contemporaneità. |
|
|