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Responsorio breve

Il tormentato cammino esistenziale e la tendenza a sorprendersi per le meraviglie di nature ed orizzonti , in cui rinchiudersi come riparo alla sofferenza, ancora una volta si intrecciano e si uniscono in perfetta simbiosi in questo suo ultimo lavoro poetico.

Dopo aver esaminato i suoi precedenti volumi, soprattutto :” In Transito, Tenacia d’ombra, E-marginati ed infine “Esorcismo eretico” il lettore attento di questa autrice ha consapevolmente acquisito quale sia l’apice della sofferenza e del dolore umano attraverso la comprensione di quella che è una “ condizione limite” vissuta e narrata con grande lucidità, interpretata senza grida di dolore e appelli risarcitori alla vita e al cielo per le proprie pene.

E questo avviene mediante la lettura di una cruda realtà di versi in cui spicca una spietata autoanalisi in bilico tra l’attesa della morte ed il ricorso ad una speranza di luce ove ritrovare la sorpresa luminosa della vita.

Questo “ Responsorio breve”, che ci appare come uno sbocco, un punto di arrivo alla sua ratio poetica ed il cui titolo già ci introduce in intense solennità e momenti di profondo raccoglimento, rappresenta quello che è un diario schietto e giornaliero di nudità fisiche e spirituali e come per “Esorcismo eretico “ non è un abbandono finale , ma una resilienza tenace in uno status vitale salvifico seppure colmo di grandissima fragilità, momento tragicamente illuminante di sospensione e attesa.

Esso rappresenta il contenitore di una poesia di rara purezza che nasce da trasmutazioni e allucinazioni poetiche dei reconditi percorsi dell’io segreto e che scuote le coscienze del nostro essere umani, contese tra carne e spirito, con il valore aggiunto di una volontaria profonda prostrazione/interrogazione alla luce divina di quella che è la sua quotidiana avventura penitenziale.

Versi nei quali ella tende a liberarsi dal racconto del suo ego per guardarsi e giudicarsi con gli occhi di una esterna alterità.

Emblematica a questo proposito la sua poesia/interrogazione a Dio della pagina 36.

E ancora una volta siamo alle prese con la scrittura poetica che coinvolge e sconvolge di Anna Maria Guidi , già ammirata in opere precedenti come in: “ Senz’alfabeto, In-transito, Esorcismo eretico” , destrutturante della parola e della metrica convenzionale contemporanea.

Un linguaggio essenziale, scolpito a bulino, di rara forza ed elevato spessore, frutto di una accurata ricerca dei vocaboli in grado di dare massima sintetizzazione al suo dire ed efficacia e musicalità al verso, con il suo esercizio di risemantizzazione in cui la parola viene riportata alla sua matrice etimologica, alla sua essenza fonetica, conservando sempre una singolare e suggestiva eleganza.

Grazie allora a lei per averci donato un’altra perla poetica potente e luminosa che si aggiunge alle altre della sua prestigiosa carriera letteraria.

Recensione
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