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Stramenia
L'edizione l'Arca
Felice pubblica una plaquette di poesia di Lucio Zinna con dipinti splendenti
di Eliana Petrizzi. Questo nucleo omogeneo di poesie ha molto di nuovo a
confronto del panorama odierno di poeti catturati dal verso facile e da
elucubrazioni rastrellate nei loro cerebri manierati. La strada percorsa da
Zinna è difficile ma durevole nelle asperità e nei consensi; una cosa è più di
tutti evidente: e l'occhio traboccante nei luoghi della memoria, da Palermo a
Trapani e Bagheria egli mette davanti a sé il suo eloquio vaticinante e lo
scaglia nei vicoli, nelle stanze, a Nord a Est, superando la stessa poesia
innescando quelle amicizie "salvate" che ancora possono ridare il passo agli
stregati luoghi dell' infanzia. Ogni testo consultato si nutre di meraviglia,
sprigiona una seminagione di sequenze di tempo sorrette da una sospensione quasi
allucinatoria.
L'attimo in Zinna
non va perduto, viene immagazzinato in una impalpabile retina per poi viverlo di
un amore proporzionato alla forza del sangue e delle sue attese. Una Stramenia
che ha in se la presenza di una carezzevole brezza di mare, un profumo di zagare
e gelsomini che adagio si appoggiano sui muri sbrecciati di Bagheria come
ghirlande di speranza o trama di passate stagioni, di rapite estesi che il mare
ancora concede ai poeti. Nove testi di esuberante bellezza, un poco la
continuazione di Poesie a mezz'aria (2009) variamente scarnificate da un
chimismo rapido dove la strada sua si attesta nella sinestesia sia acustica che
uditiva. "I poeti vanno | lungo le strade della poesia | se il vento li
accompagna | arrivano ovunque | vanificando transenne || I poeti sanno | di altre
strade e altro vento |di percorsi sghembi | dai fossati impraticabili | e li
attraversano | perché sia tutto tentato | ogni viaggio sempre | nel verso del verso".
Zinna annota i
punti alti e le sue disfatte, la cerchia degli amici "dipartiti" o presenti, le
attese segrete, i contraccolpi della vita, non smette di fare poesia perché in
essa si rispecchia, nuota, celebra senza nascondimenti, fruga nel reticolo
delle pieghe "in incognite chiromanzie". Una poesia sgusciata dalle latenze e
dai soprassalti dei gabbiani e non gli va male all'autore se a fine giornata
fiuta un piatto "di maccu di favi cu l'uggghiuzzu bonu"
E quel lungomare di
Aspra lo cattura di ricordi, quando il suo amico Ignazio Buttitta gli viene
incontro e lo marchia di poesia e lo incoraggia della strada intrapresa che il
sognatore Zinna può inseguire come messaggio in bottiglia ripescato nel mare di
Bagheria. Questo ricordo ora più di prima
costante nella memoria e il plurimo sogno di fare poesia perché come si legge in
un esergo di copertina "E' sempre tempo di semina | perché è perenne tempo di
crescita".
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Recensione |
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