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Ragazzi a rischio. Una nuova avventura per Tommy
Tante sono le problematiche giovanili e sociali affrontate da Monica
Florio nel suo secondo romanzo Ragazzi a rischio. Una nuova avventura per
Tommy. Il titolo è illuminante, appropriato ai contenuti trattati, il
sottotitolo invece rivela che il protagonista principale di questa fatica
letteraria dell’autrice è lo stesso del libro d’esordio: La rivincita di
Tommy.
Tommaso Riccio, Tommy, dopo aver sperimentato e superato un traumatica
vicenda collegata al bullismo omofobico, decide di studiare psicologia. Una
volta laureatosi, sceglie di svolgere il tirocinio presso il Centro Alias,
fondato e gestito dall’anziano Padre Gregorio, dove sono accolti giovani con
problemi familiari o caratteriali. Per evitare che finiscano sulla strada o tra
i tentacoli della malavita, presente in alcuni quartieri della periferia di
Napoli, viene data loro l’opportunità di studiare per ottenere un diploma nel
ramo della ristorazione, col quale potersi inserire nel mondo del lavoro.
Le difficili, nonché dolorose, esperienze vissute dal tirocinante gli
permettono di capire meglio i disagi emotivi e psicologici che stanno
affrontando i ragazzi e le ragazze del gruppo a lui affidato. In ognuno,
infatti, rivede una parte di se stesso o riflessi di ciò che era stato. Con
discrezione li osserva, li segue, gli dà consigli, facendo del proprio meglio
per aiutarli, per farli sentire meno soli, per fargli apprezzare il valore della
solidarietà e l’importanza del confronto aperto e leale con gli altri. In breve
tempo riesce a conquistarne la fiducia, diventando una figura di riferimento per
tutti, e a farli affezionare al Centro, affinché lo considerino «non come una
scuola, bensì come una seconda casa» (p. 68).
Tommy, grazie all’esperienza all’Alias, ha lui stesso modo di maturare.
Diventa più consapevole delle proprie aspirazioni e scelte. E finalmente con
coraggio e in piena libertà riesce a fare quella più difficile: vivere
serenamente, e in modo discreto, la propria omosessualità, «pur sapendo quanto,
in termini di rispettabilità [gli] sarebbe costato» (p. 123) in una società in
cui risulta difficile estirpare tabù e preconcetti ben radicati. Infatti,
perfino i genitori, soprattutto la madre, schiacciati dai pregiudizi, nel
momento in cui si rendono conto della sua diversità non riescono ad accettarla.
Soltanto dopo che la vita stessa, con i suoi imprevisti e i suoi momenti bui,
gli fa capire che proprio i preconcetti stanno innalzando un muro di
risentimenti e incomprensioni allontanandoli dal figlio la accettano.
Il
romanzo di Monica Florio è un testo per ragazzi (fornito di note esplicative e
da una scheda informativa in appendice; corredato da un quaderno di
esercitazioni per gli alunni di terza media), ricco però di spunti di
riflessione per lettori di qualsiasi età. Con un linguaggio chiaro e fruibile,
mai volgare o irriverente, l’autrice analizza e denuncia problemi
comportamentali adolescenziali: disadattamento, autolesionismo, ecc. e tratta
attuali e complesse tematiche legate ai problemi che si trovano ad affrontare le
giovani generazioni, come: il bullismo, i maltrattamenti sui minori, la profonda
solitudine, ecc.
In
Ragazzi a rischio è, dunque, narrata una storia di vita, quella di Tommy,
che si intreccia con altre variegate microstorie giovanili – nelle quali sono
presenti perfino droga, prostituzione, incomprensioni –, dove è messo in
evidenza il bisogno sia di attenzione sia di comprensione dei giovani
protagonisti per acquistare fiducia in se stessi e coraggio per affrontare con
ottimismo il futuro.
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Recensione |
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