Eventi primi

In Antologia del Premio Nazionale 2018 per la Poesia
Edita Leandro Polverini, Totem editrice, Roma, febbraio 2019, alle
pp. 61-62, così scrive Gianfranco Cotronei a proposito di Eventi
primi di Lucia Gaddo Zanovello (Macabor, 2017, con prefazione di
Bonifacio Vincenzi):
Sotto il tiro viola
Sfida il miraggio di questo
dono
la bianca schiuma del perdono.
Attinge l’attimo questo giorno
con cuore attento a quel che è
intorno,
ma dietro il tramonto e il
grigio viale
ride di nebbia iroso il male.
Solo gli arcani occhi di stella
– manna di luce, rosa da spina
–
alzano sguardi verso l’eliso
cullano a cuna ogni sorriso
entro una voglia di paradiso.
Vive nei lai il senno del poi
e rammarica il cuore
che l’aspide rubina del dolore
di chi muore
abbia seccato le lacrime
con l’alito di fuoco delle
somme.
Nel rione della sopravvivenza
inforcolano chiusi pugni
i gesti adunchi dei famigli.
La gondola diviene roncola
e il luogo della festa galera
da varare.
Non sa di buono l’aria che
s’inspira
né il fango rantola una brace
di tepore.
Scende greve la sera bigia
sul tetto raffrenato dalla
bruma;
i dodici castelli del cosmico
reame
hanno le mense spalancate sulla
neve
e il piede affonda
affanna immobile nel gelo dei
pensieri
sotto il tiro viola dei
lancieri a cavallo:
cosí dipinsero la morte
i fieri uccelli dalle piume di
corallo.
(Eventi primi, p. 54)
Con una sua coesione interiore e una fedeltà tematico
stilistica di rara sobrietà linguistica, l’Autrice patavina si cimenta in
meditazioni liriche intorno a un mondo circoscritto che nella sua mitologia
personale avverte come totale, attraversando la memoria.
Una raccolta di versi nella quale la disarmonia del vivere
quotidiano si riempie di simboli preziosi, di chiaroscuri ricchi e preziosi, di
echi deformanti, di continue slabbrature che mimano la casualità della vita.
Non sa di buono l’aria che s’inspira
né il fango rantola una
brace di tepore.
Scende greve la sera bigia
sul tetto raffrenato dalla
bruma;
i dodici castelli del
cosmico reame
hanno le mense spalancate
sulla neve
e il piede affonda
affanna immobile nel gelo
dei pensieri
sotto il tiro viola dei
lancieri a cavallo:
Altrove, la versificazione spezza la significazione
riannodando i vari sensi con accorgimenti semantici, non solo grammaticali,
veramente essenziali e carichi di esperienza emozionale, consegnandoci una
scrittura dove pensiero e materia rinviano l’uno all’altra, in uno scambio
osmotico in equilibrio, così che ogni espressione bilancia un’intenzione
creativa.
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