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Il mio silenzio
Sono i volti
del passato a farsi vivi. Non una carrellata di melensi fantasmi, ma persone
dense, vive. Incorniciate dagli aromi delle stagioni che fluttuano: «Franco è
morto troppo presto,
Giamba è andato a Roma, Marcello viaggia ancora in bicicletta».
Un amico,
innamorato della ragazza del luna park, ha il labbro spaccato, Gianni è
cresciuto «senza il padre e la madre». Tutto dentro. Il mio silenzio nuova raccolta di poesie di Antonio Chiades, che
– come sottolineato
nella prefazione da Gian Domenico Mazzoccato – ha la memoria inchiodata «ai
mostri
dell'infanzia». C'è, poi, il pensionato «dall'occhio furtivo su ogni
ancheggiare disinvolto», la ragazza che nel chiarore della sera «va per i tavoli
con passi di fretta». E il negozio di Giancarlo dove «qualcuno chiedeva soldi
per le sigarette». Bepi De Marzi, l'autore di Signore delle cime, e il
protagonista di una lirica. «Mi scrive Bepi, il musicista delle cime».
E Chiades,
trevigiano che vive a Pieve
di Cadore, così risponde: «Qui stamane le Marmarole splendevano al sole, si
poteva toccarle, e non passa giorno che qualcuno non canti ciò che hai saputo comporre».
Non manca, nei
versi, Maria e l'amore: «E lei tornerà, con un richiamo lucente, un piccolo
grido di festa, in fondo alle scale».
21 novembre 2012
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Recensione |
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