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I Cappuccini ne “I Promessi Sposi”:
antologia fotografica del romanzo di A. Manzoni teletrasmesso dalla Rai nel 1966

Un film per Manzoni

Inizierò la rassegna con una splendida pubblicazione dei Cappuccini e del Manzoni.

Il volume, di grandi dimensioni, propone un’antologia di brani manzoniani, soprattutto riguardanti i Cappuccini ne I promessi Sposi, a corredo e fondamento testuale delle foto. Le riproduzioni fotografiche sono tratte dalla sequenza dello sceneggiato teletrasmesso dalla RAI nel 1966 sotto la regia di Sandro Solchi e presenta in copertina il volto di San Marco del famoso quadro del Caravaggio: un volto dalla potenza intensa, come quella della faccia di fra Cristoforo nello scrutare il guazzabuglio del cuore umano e come quella d’un don Rodrigo, nella difesa acerrima della propria ostilità.

Traggo un brano dall’Introduzione dell’Editore, che ricorda l’opera dei Cappuccini del ‘600, in cui è collocata la vicenda del romanzo: “Permeati di umiltà, sono pressoché i soli capaci di avvicinare oggi l’animo dell’uomo nella sua ricerca di comprensione e di fede individuale e collettiva”.

Gli esempi moderni son tanti, ma ora vogliamo passare alle considerazioni di Sandro Bolchi, affascinato dalla “barba del frate”, come egli intitola il suo articolo a premessa del libro. Così egli s’immagina i Cappuccini: uomini dal volto sparuto e illuminato dal di dentro, “con le carni sempre allegre e gli occhi pieni di aria”; il Manzoni ce li ha resi “vivi e vicini come se abitassero dietro la porta accanto, come se accorressero al primo campanello d’allarme per darci aiuto e sollecitudine”. Ma è ora tempo di vedere queste splendide immagini, che ci pongono sotto gli occhi le interpretazioni di grandi attori. Ne ricordiamo solo alcuni: Castelnuovo, Carrara, Brignone, Pitagora, Vannucchi, Massari, Girotti, Feliciano, Lazzarini, Mastrantoni, Riccardini, Sabatini, ecc. Il volume serve, dunque, non solo per rileggere alcune delle più famose e meno famose pagine manzoniane, ma anche per comprenderle meglio, attraverso la “spiegazione” visiva. Con la regia di un grande professionista e con la viva partecipazione di attori seri, le parole dell’autore si rinfrangono nei gesti, nei volti e nello sguardo dei personaggi del film: la psicologia del Manzoni, finissima e attenta, si carica di maggiore vivezza nell’interpretazione scenica. Perciò l’opera può essere sempre ripresa in mano, ogni qualvolta si voglia capire qualcosa di più del capolavoro manzoniano. Non è un’opera effimera. È un’opera che dura nel tempo.

[Un film per Manzoni, recensione de I Cappuccini ne “I Promessi Sposi”: antologia fotografica del romanzo di A. Manzoni teletrasmesso dalla Rai nel 1966, regia di Sandro Bolchi, Milano, Artemide, 1987, pagine XV+215, «Rosetum», 1-2 (1989) pagine 26-27.]

Recensione
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